Un gol di Gimenez all’89’ consente all’Uruguay di mettere in cassaforte i primi tre punti del suo Mondiale russo. All’ultimo respiro, il difensore centrale dell’Atletico Madrid è saltato più in alto di tutti per battere l’incolpevole Elshenawy. Decisivi i cambi di Tabarez, che ha pensato bene di gettare nella mischia Cebolla Rodriguez ma soprattutto Sanchez, autore dell’assist-partita. Attenzione però, perché nonostante la vittoria l’Uruguay ha disputato una gara opaca, al di sotto delle proprie capacità ma – cosa ancor più grave – senza uno straccio di gioco. Con le idee ridotte al minimo, il 4-4-2 sudamericano si è trasformato in un modulo ridondante e prevedibile. Decisamente più dinamico l’Egitto con il suo 4-2-3-1, che ha chiamato in causa Muslera solo in un paio di occasioni con Trezeguet e Marwan, ma che è apparso molto solido in fase difensiva. L’Uruguay si è quindi dovuto affidare all’inventiva delle sue stelle, e alla lunga il Dio del calcio ha saputo dargli ragione. Nel primo tempo Suarez cestina un gol facile facile spedendo sul fondo, da pochi passi, un pallone proveniente dalla destra. Non sarà certo l’unico errore sotto porta commesso dal Pistolero, che nella ripresa sbaglierà ancora al 46′ e al 78′. In entrambi i casi superlativo il portiere Elshenawy.



LA RIPRESA

Se il primo tempo è finito in archivio senza troppe emozioni, nella ripresa la gara è apparsa più vivace. Se non altro perché l’Uruguay ha provato l’azzardo, scoprendosi oltre il dovuto. All’82’ Suarez appoggia per Cavani, il quale è straordinario nel calciare al volo: ancor più bravo è il portiere egiziano, miracoloso a salvarsi in corner. All’87 Cavani ci prova dunque da punizione ma il suo fendente si stampa sul palo. Arriviamo quindi all’ultimo minuto, quando Giemenez fa impazzire i tifosi della Celeste. Missione compiuta, ma servirà ben altro contro avversari più quotati dell’ammirevole Egitto. Andiamo adesso a dare un’occhiata alle statistiche più importanti. Intanto balza all’occhio il dato disciplinare: un solo ammonito, Hegazy al 95′. Strano quando a scendere in campo è l’Uruguay, squadra tradizionalmente scorbutica. Un legno colpito per l’Uruguay, con la punizione di Cavani e 8 tiri a 5 per la Celeste, di cui 4 a 3 diretti nello specchio. Infine il possesso palla: meglio l’Uruguay, con il 56% a fronte del 44% egiziano.



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