Dopo Spagna-Russia, Croazia-Danimarca diventa la seconda partita del mondiale 2018 a essere decisa ai calci di rigore: passa la nazionale di Zlatko Dalic che ottiene il pass per i quarti di finale grazie alle prodezze di Danijel Subasic che neutralizza i tiri dagli undici metri di Eriksen, Schone e Nicolai Jorgensen dopo che a inizio gara l’estremo difensore croato si era fatto trafiggere con fin troppa facilità da Mathias Jorgensen. Inutili gli sforzi di Kasper Schmeichel che davanti agli occhi di suo padre Peter aveva parato un rigore a Luka Modric nel secondo tempo supplementare e aveva tenuto in corsa i suoi con altre due respinte su Badelj e Pivaric. Nei tempi regolamentari il vantaggio della Danimarca è durato appena tre minuti, ci ha pensato Mario Mandzukic a ristabilire la parità, dopodiché nessuna delle due compagni ha più ritrovato la via dei gol fino alla lotteria dei rigori. Sabato 7 luglio alle ore 17.00 la Croazia affronterà la Russia padrona di casa che ha eliminato la Spagna, una delle favorite per il successo finale, mentre la Danimarca ritorna in patria a testa alta.
VOTO CROAZIA 6,5 – Ai punti sarebbero passati loro, l’errore dal dischetto di Modric costringe gli uomini di Dalic ad affidarsi ai calci di rigore per ottenere il pass per i quarti.
VOTO DANIMARCA 6 – La compagine nordica dà parecchio filo da torcere agli avversari, rimanendo in corsa fino all’ultimo. Decisivi gli errori dal dischetto di Eriksen, Schone e Nicolai Jorgensen.
VOTO ARBITRO PITANA 6 – L’unica perplessità in centoventi minuti: il mancato rosso a Mathias Jorgensen, visto che si trattava di fallo da ultimo uomo, il direttore di gara non ha voluto applicare la famosa triplice sanzione.
I VOTI DEI CROATI
SUBASIC 8 – La sua porta resta inviolata per meno di 60 secondi, non riesce a trattenere un tiro innocuo di Jorgensen e se la butta dentro da solo. In seguito si fa perdonare chiudendo lo specchio a Braithwaite ma resta sempre incerto sul da farsi. Poi quando arriva la lotteria dei rigori si trasforma in un gigante e trascina letteralmente la sua nazionale ai quarti.
VRSALJKO 6 – Viene inquadrato raramente dalle telecamere, il che comunque è un buon segno perché vuol dire che non ha fatto danni in mezzo al campo.
LOVREN 6,5 – Non sempre i suoi lanci lunghi sono il massimo della precisione, tuttavia sfiora il gol di testa su calcio piazzato e fa sempre buona guardia sulle palle alte dentro l’area.
VIDA 6 – Si pone davanti a Subasic che non vede partire la conclusione di Jorgensen, in seguito prova a riscattarsi impedendo a Cornelius di concludere a rete.
STRINIC 5,5 – Quando ne ha la possibilità avanza col pallone tra i piedi entrando pure in area di rigore, nella ripresa Poulsen lo mette in croce con le sue accelerazioni, un guaio fisico lo costringe ad alzare bandiera bianca. (PIVARIC 6 – Mantiene alto il baricentro della Croazia, peccato per l’errore dal dischetto)
RAKITIC 7,5 – Compie un ottimo lavoro in fase difensiva sbrogliando la matassa e alleggerendo il compito alla retroguardia, scalda i guantoni di Schmeichel con una conclusione da fuori, la cosa più importante è che trasforma il rigore decisivo.
BROZOVIC 6,5 – Dà una grossa mano a Strinic che soprattutto nel secondo tempo fatica a contenere uno scatenato Poulsen. (KOVACIC 6 – Una botta alla spalla destra non gli impedisce di rimanere in campo e partecipare alle manovre dei suoi)
REBIC 7,5 – Recupera palloni preziosi e conquista diversi calci piazzati che contribuiscono a far salire la squadra, si affaccia in avanti con un’iniziativa personale che non va a buon fine. Nei supplementari le sue accelerazioni mettono alle corde Zanka Jorgensen che deve fermarlo con un fallo dentro l’area. Devastante col pallone tra i piedi.
MODRIC 6,5 – Manca il bersaglio sia su azione che su calcio piazzato, sbaglia un rigore nel secondo tempo supplementare e per la Croazia sembra l’inizio della fine, invece con una personalità invidiabile si ripresenta e al secondo tentativo fa centro.
PERISIC 6 – Non trova la coordinazione giusta davanti alla porta, sui calci piazzati c’è sempre qualche ostacolo insormontabile tra lui e la porta. (KRAMARIC 6,5 – Bravo a mantenere i nervi saldi e il sangue glaciale durante la lotteria dei rigori)
MANDZUKIC 7 – L’attaccante della Juve è bravissimo a ristabilire la parità subito dopo il gol di Jorgensen che poteva avere una pesante ricaduta sui croati. Uno come lui è sempre meglio averlo come compagno che come avversario. (BADELJ 5,5 – Sbaglia il primo rigore della serie e per poco non getta la Croazia nello psicodramma)
ALL. DALIC 6 – Schiera i suoi uomini più fidati, consapevole che questa partita sarebbe stata cruciale per il prosieguo della manifestazione (non che le prossime non lo saranno). Ora deve far capire ai giocatori che la Russia è un avversario addirittura più temibile della Spagna.
I VOTI DEI DANESI
SCHMEICHEL 8 – Nei tempi regolamentari nega il gol a Rakitic in un paio di frangenti, ma è nei supplementari che si esalta con il rigore parato a Modric, alla lotteria dei tiri dagli undici metri ferma anche Badelj e Pivaric ma non basta per lanciare la Danimarca ai quarti.
KNUDSEN 7 – Non si fa intimorire da Mandzukic e lo mura in più occasioni rendendolo inoffensivo nella trequarti danese, le sue lunghissime rimesse laterali ormai sono diventate un simbolo di questi mondiali.
KJAER 5,5 – Assieme a Dalsgaard combina un disastro sul gol di Mandzukic, vanificando il vantaggio della Danimarca maturato solamente qualche minuto prima. Almeno trasforma il rigore anche se non servirà per il passaggio del turno.
M. JORGENSEN 6 – Protagonista nel bene e nel male, a inizio gara sorprende Subasic e apre le danze, nei supplementari Rebic gli fa venire il mal di testa e per fermarlo deve provocare il rigore, che per sua fortuna Schmeichel neutralizza.
DALSGAARD 5 – Scaraventa il pallone addosso a Kjaer che gli restituisce il favore, entrambi lo consegnano a Mandzukic che ringrazia e segna pareggiando i conti. Interviene spesso in ritardo concedendo molte punizioni agli avversari.
CHRISTENSEN 6 – Per scelta tattica gioca solo quarantacinque minuti ma non sfigura nel primo tempo facendo egregiamente il proprio dovere, badando al sodo senza curare più di tanto l’estetica e l’eleganza. (SCHONE 5,5 – Hareide lo getta nella mischia per avere più qualità a centrocampo, sarà uno dei tre danesi a sbagliare dal dischetto e a consegnare la qualificazione alla Croazia)
DELANEY 6 – Si rivela un valido cane da guardia nella trequarti della Danimarca, quando gli avversari provano ad avventurarsi in area è il primo a ringhiargli contro. Dà tutto ed esce dal campo con la lingua di fuori. (KROHN-DEHLI 6,5 – 35 anni di esperienza al servizio della squadra, dal dischetto non sbaglia e fa tremare la Croazia)
ERIKSEN 6,5 – Come al solito non si tira mai indietro quando bisogna inquadrare la porta, rimedia comunque qualche calcio d’angolo e si conferma una spina nel fianco per le difese avversarie, colpendo il palo poco prima dell’intervallo. Ma viene a mancare proprio nel momento più decisivo, facendosi ipnotizzare da Subasic durante la lotteria dei rigori.
POULSEN 7 – Si accende improvvisamente nella ripresa correndo come un pazzo sulla corsia di destra nel tentativo di portare palla fin dentro l’area di rigore, con la Croazia stanca fa sfracelli e irrompe nella trequarti avversaria con una facilità disarmante.
CORNELIUS 5,5 – Prova a disturbare Subasic che non si fa mettere in difficoltà dall’attaccante dell’Atalanta che lotta insieme agli altri ma non sempre asseconda le giocate dei compagni. (N. JORGENSEN 5 – Poulsen lo mette nelle condizioni di lasciare il segno ma calcia a salve graziando Subasic, cosa che accadrà nuovamente ai rigori, suo l’ultimo errore)
BRAITHWAITE 5,5 – Quando si invola verso la porta croata trova l’opposizione di Subasic che gli abbassa la saracinesca, qualche altra occasione sprecata qua e là gli impediscono di strappare la sufficienza. (SISTO 6 – Oggi il suo spunto veloce sarebbe servito sin dal primo minuto, un’assenza che ha poi inficiato sul risultato finale)
ALL. HAREIDE 5,5 – I suoi ragazzi hanno dato il massimo ma le sue scelte e i suoi cambi non hanno dato i frutti sperati, “tradito” da Nicolai Jorgensen, Schone e soprattutto dal rigorista di fiducia Eriksen.
I VOTI DEL PRIMO TEMPO
Allo stadio di Nizhny Novgorod è in corso l’ottavo di finale tra Croazia e Danimarca che dopo il primo tempo sono sul punteggio di 1-1: approfittiamo della pausa per dare un po’ di voti ai protagonisti sul terreno di gioco. Tra il calcio d’inizio e il primo gol passano meno di sessanta secondi: Jorgensen (6,5) sorprende Subasic (5) ostacolato da Vida (5,5) e porta in vantaggio la formazione di Hareide che viene però subito raggiunta da quella di Dalic che pareggia immediatamente i conti con Mandzukic (7) che approfitta dello svarione tra Kjaer (5,5) e Dalsgaard (5,5) per annullare lo svantaggio. Dopo una fase di stallo le due squadre riprendono ad attaccare, Subasic è bravo a fermare Braithwaite (6) lanciato a rete ma poi rimane immobile in mezzo ai pali vedendo il tiro di Eriksen (7) infrangersi sul palo alla sua destra, dall’altra parte Schmeichel (6,5) dice di no a Rakitic (7) per due volte, mentre sugli sviluppi di un calcio piazzato Lovren (6) stacca di testa sfiorando il 2 a 1. Tra pochissimi minuti si torna in campo per la seconda frazione.
VOTO CROAZIA 6,5 – Gli uomini di Dalic, trafitti a freddo da Jorgensen, dimostrano di avere grande personalità e la raddrizzano subito, peccato per i cali di tensione in fase difensiva.
MIGLIORE CROAZIA: RAKITIC 7 – L’uomo di maggiore qualità a centrocampo, stasera ne stiamo avendo l’ennesima riprova.
PEGGIORE CROAZIA: SUBASIC 5 – Ok l’intervento su Braithwaite ma sul gol di Jorgensen poteva fare molto di più, non sempre dimostra di essere reattivo in mezzo ai pali.
VOTO DANIMARCA 6 – L’undici di Hareide la sblocca subito ma non riesce a gestire il risultato facendosi subito raggiungere dagli avversari, i danesi possono comunque giocarsela.
MIGLIORE DANIMARCA: ERIKSEN 7 – Quando prende palla dà la sensazione di poter seminare il panico e inventarsi qualche giocata strabiliante da un momento all’altro.
PEGGIORE DANIMARCA: KJAER 5,5 – Assieme a Dalsgaard non riesce a liberare l’area di rigore e così facilita le cose a Mandzukic.