Una vittoria che ha fatto notizia, quella della staffetta 4×400 femminile azzurra nell’atletica leggera ai Giochi del Mediterraneo a Tarragona in Spagna. Una vittoria che ha fatto scalpore perchè a ottenerla sono state quattro atlete di colore, la leader Libania Grenot, Raphaela Lukudo, 24 anni, famiglia originaria del Sudan, Ayomide Folorunso, 21 anni di origine nigeriana, Maria Benedicta Chigbolu, 29 anni anche lei di origine nigeriana. Se la Grenot è stata naturalizzata per matrimonio, le altre fanno parte ormai di quella generazione che è entrata a far parte del nostro sport, della nostra vita quotidiana. Un successo che ha fatto scalpore, purtroppo perché è stato strumentalizzato a fini politici accendendo i riflettori sui Giochi del Mediterraneo che ci hanno visti dominatori, ma con tanti altri successi passati purtroppo sotto silenzio. Per parlarci della staffetta 4×400 azzurra abbiamo sentito il giornalista Franco Bragagna. Eccolo in questa intervista esclusiva per IlSussidiario.net.
Cosa pensi del successo della 4×400 femminile ai Giochi del Mediterraneo? Una bella vittoria di una staffetta azzurra molto forte, che ha meritato l’oro di questi Giochi del Mediterraneo.
Una vittoria quindi non nata per caso… È una staffetta molto preparata, che non a caso ha vinto l’oro. Se poi si aggiunge che questo successo è avvenuto in concomitanza di Pontida si capisce che i giornali, i tg l’abbiano messo in prima pagina. Un evento del genere fa sempre notizia…
L’Italia quindi sta cambiando? Sì, il successo di quattro atlete di colore italiane ha fatto notizia, ma questo dimostra che l’Italia sportiva e non solo sportiva sta cambiando. Stiamo andando sempre più verso un paese multietnico, che sarà il volto del nostro paese nei prossimi anni.
Quindi il fatto di avere una staffetta tutta di colore ben si concilia con questa Italia nuova e multietnica? Sì perché ormai il nostro paese sta cambiando non solo nell’atletica, ma anche nella vita di tutti i giorni. L’atletica è solo una faccia di tutto questo. Ci sono ragazzi figli di immigrati nordafricani, altri pakistani. La storia stesse di alcune di queste ragazze della staffetta è eloquente. Non si tratta più di atlete come la May e la Martinez che erano diventate italiane attraverso il matrimonio, ad eccezione della Grenot.
Ci presenta in breve le altre tre ragazze? Ayomide Folorunso, 21 anni, la più giovane delle quattro atleta, è nata ad Abeokuta in Nigeria ed è giunta in Italia nel 2004. Ayomide è una persona normalissima che riesce a conciliare benissimo studio e sport. Studia medicina con ottimi risultati. C’è poi Raphaela Lukudo, i cui genitori sono giunti dal Sudan come rifugiati, nata ad Aversa nel casertano ma poi trasferitosi a Modena a 2 anni. Studia scienze motorie e anche lei concilia studio con sport. Sono l’esempio di ragazze che vivono la loro vita tranquillamente, con i genitori che hanno fatto tanti sacrifici per loro. Infine Maria Benedicta Chigbolu, 29 anni, nata a Roma da padre nigeriano e madre italiana, che è laureata in scienze dell’educazione e della formazione.
Che futuro potrà avere questa 4×400? Per gli Europei di Berlino questa staffetta potrebbe andare benissimo, per i prossimi Mondiali di Doha e per Tokyo 2020 ovviamente le cose saranno più difficili. Una finale olimpica si potrebbe comunque raggiungere.
Seguiamo l’esempio di Francia e Inghilterra? La Francia e l’Inghilterra hanno attinto sempre campioni di colori, perché hanno avuto le colonie. La Germania però si può già considerare una nazione ormai pienamente multietnica e pure noi siamo destinati a raggiungere questa situazione. (Franco Vittadini)