Erick Thohir è tornato a parlare e in un’intervista a La Presse ha sottolineato: “Io non ho mai promesso che avrei passato delle settimane o dei mesi a Milano. Sono un uomo d’affare e i miei affari non sono solo qui, ma anche in Indonesia. A Milano sono andato alcune volte come a Londra. Avevo creato un management di assoluta e incredibile affidaibilità proprio per questo, per non dover essere in prima persona sempre in Italia. Del management mi fidavo ciecamente“. Sono parole importanti che ci fanno capire come non ci sia stata comprensione nella gestione dell’indonesiano da parte dei media e dei tifosi. Era stato accusato più volte di non essere mai presente a Milano dove più volte invece ci si aspettava di vederlo anche sulle tribune dello Stadio San Siro di Milano. Ora il problema è alle spalle anche se le parole di Thohir non passeranno inosservate. (agg. di Matteo Fantozzi)



LA RIVELAZIONE

Inter, Erick Thohir rivela in una intervista ai microfoni di La Presse perchè ha venduto a Suning il club nerazzurro. Dopo averla acquistato nel 2013 da Massimo Moratti, il tycoon indonesiano ha ceduto la maggioranza delle quote della società meneghina al colosso cinese Suning, rimanendo ancora numero uno: “Sono ancora presidente della società e ho ancora il 31% delle azioni. Soprattutto resto un tifoso appassionato”. E la passione per la Beneamata rimane: “Le dico questo: chi viene nel mio ufficio vede appese solo magliette dell’Inter, a cominciare da quella di Bergomi e di Zanetti. Oltre a quelle dei Philadelphia, la mia squadra in Nba. Però…” “Il business è il business. E io, quando ho comprato la società da Moratti, non ho mai illuso nessuno, non ho mai promesso lo scudetto subito. A un certo punto mi sono dovuto proteggere. Cerchi di capire cosa intendo”.



THOHIR: “ECCO PERCHE’ HO CEDUTO L’INTER”

Ai microfoni di La Presse, Erick Thohir ha poi evidenziato: “Quando sono arrivato mi sono posto cinque obiettivi. Il primo: costruire infrastrutture all’altezza della situazione, dal centro di allenamento allo stadio di San Siro. Il secondo: riorganizzare il management, infatti ho assunto Bolinbroke dal Manchester United e Antonello dalla Puma. Il terzo: allestire poco alla volta una squadra forte, per poi arrivare all’acquisto delle stelle. Il quarto: rispettare il financial fair play, cioè non poco. Il quinto: andare in Europa League e, nel giro di 5 anni, rientrare in Champions League”. Sulla questione stadio: “Lo stadio non è stato possibile costruirlo, avrebbe generato business, sarebbe aumentato il giro di affari, il fatturato che consente di rimanere al passo con i grandi club di Europa. Prenda come esempio la Juventus, che si è potuta permettere Cristiano Ronaldo… Comunque, mi sembra che Suning abbia lo stesso obiettivo. Lo stadio, intendo…”. Infine, risposta secca sul perchè ha ceduto l’Inter: “Perché c’è stato chi si è offerto per diventare partner di maggioranza, con grandi obiettivi. Ho pensato: va bene… Ripeto: io mi sono solo protetto. Ho mantenuto la carica, il posto allo stadio, il 31% delle azioni, mi scrivo con i miei amici italiani e interisti. Ora tocca a Suning”.

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