Giovedì 23 agosto è un giorno importante per il tennis: segna infatti il quarantacinquesimo anniversario della nascita del ranking Atp. La classifica mondiale per come la conosciamo oggi è nata infatti nel 1973, grazie soprattutto a Jack Kramer – primo Direttore Esecutivo della Atp – e a giocatori come Arthur Ashe, che all’epoca rappresentavano il circuito. La storia ricorda che il primo numero 1 ufficiale è stato Ilie Nastase; 45 anni dopo in cima al mondo troviamo Rafa Nadal, è passato tanto tempo e ciascuna epoca è stata contrassegnata da uno o più giocatori dominanti. Gli anni Settanta di Bjorn Borg, lo stesso Nastase ma anche Jimmy Connors; gli anni Ottanta nei quali i tennisti sono diventati celebri quanto le rockstar, grazie soprattutto alla figura di John McEnroe e alle sue battaglie con Ivan Lendl; poi ancora i Novanta, l’epoca d’oro degli americani (Andre Agassi, Pete Sampras, Jim Courier) ma anche dei fantastici svedesi (Mats Wilander e Stefan Edberg), infine il nuovo millennio, i Big Four (Nadal, Roger Federer, Novak Djokovic e Andy Murray) e poi ancora chissà cosa ci riserverà il futuro. Tutti i giocatori citati sono stati numeri 1; se però oggi abbiamo termini oggettivi per determinare quale giocatore sia davanti agli altri, lo dobbiamo alle intuizioni che presero vita all’inizio degli anni Settanta.



LA STORIA DEL RANKING ATP

Prima infatti un ranking non esisteva: meglio, c’era una serie di personaggi (organizzatori di tornei e giornalisti) che stilavano classifiche soggettive che poi, messe insieme, formavano un’ideale classifica. La quale serviva soprattutto a determinare i seeding nei tornei, e formulare gli accoppiamenti; all’epoca però – si intende prima dell’era Open, e nei suoi primissimi anni – si badava maggiormente a fare in modo che qualunque nazione avesse il suo numero 1, ed era sulla base di quello che gli organizzatori creavano i tabelloni. Sul sito ufficiale della Atp si ricorda che una delle classifiche più autoritarie era quella di Lance Tingay, giornalista del Daily Telegraph; e anche che quando si pensò di inserire dei criteri oggettivi per determinare il ranking si volle a tutti i costi creare un criterio basato sulle prestazioni e le vittorie, non sul numero dei tornei giocati o sui freddi calcoli. Infatti, per diverso tempo la Atp mantenne la regola secondo cui battere un giocatore con una determinata posizione di classifica portava in dote più punti; oggi, come sappiamo, la classifica del tennis mondiale prende in considerazione i risultati di un determinato torneo in relazione allo stesso appuntamento dell’anno precedente, il che sicuramente favorisce i giovani senza esperienza e rende più complicato rimanere in testa – o nelle prime posizioni.



I NUMERI DEL RANKING ATP

I giocatori che sono stati al numero 1 del ranking Atp dal 1973 a oggi sono 26: Pat Rafter rimane l’unico ad essersi piazzato in cima al mondo per una sola settimana, già Carlos Moyà ne ha avute due. La classifica è dominata dagli Stati Uniti, che hanno piazzato i tre giganti degli anni Novanta già citati e in più, oltre a McEnroe e Connors, Andy Roddick. Spagna e Svezia hanno portato tre tennisti al numero 1, così anche l’Australia (ci sono anche John Newcombe e Lleyton Hewitt, ma va ricordato che Stan Smith è considerato l’ultimo numero 1 prima delle classifiche ufficiali); le 310 settimane di Roger Federer costituiscono il periodo più lungo in vetta (davanti alle 286 di Pete Sampras e le 270 di Lendl), lo svizzero ha anche la striscia consecutiva migliore con 237 settimane, praticamente un anno e mezzo in più di quanto fatto da Connors. E’ invece pazzesco notare come tre dei primi sei della classifica di settimane complessive siano ancora in attività: troviamo infatti anche le 223 settimane di Novak Djokovic e le 188 di Nadal, mentre Andy Murray è comunque quattordicesimo a quota 41. Segno di un’epoca fantastica, ma sarebbe sbagliato contrapporla ad altre: ciascun periodo ha avuto i suoi campionissimi, anche quella post Big-Four sicuramente ci farà divertire ed emozionare anche se, per il momento, nessun giocatore nato negli anni Novanta è mai riuscito a vincere uno Slam. Qualcosa vorrà pur dire…

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