Nell’intervista rilasciata a DAZN, Carlo Ancelotti si sofferma anche su un momento amaro della sua carriera recente, l’esonero dal Bayern Monaco che non gli ha permesso di dare la caccia a quella Champions League che né col tecnico italiano, né col precedente triennio con Pep Guardiola in panchina, i bavaresi sono riusciti a vincere. E Ancelotti ha posto l’accento proprio sul fatto di non essere riuscito ad apportare quei cambiamenti che pure a Napoli sta dimostrando di voler ottenere in maniera graduale, senza stravolgere il passato della squadra che si è ritrovato ad allenare. “’esperienza al Bayern è stata un po’ atipica. Le cose non stavano andando male, le partite a settembre le avevamo vinte quasi tutte. Credo lì fosse più un problema di filosofia: loro non volevano cambiare le cose, io sì,” ha sottolineato Ancelotti: al di là del rispetto per i suoi predecessori, l’obiettivo è sempre portare la propria chiara impronta tecnica sulle squadre allenate. (agg. di Fabio Belli)



LA RIVOLUZIONE CALMA DI CARLETTO

L’avvio di campionato quest’anno portava grandi curiosità sotto molteplici aspetti: la Serie A aspettava al varco anche il Napoli, che dopo tre anni di “estremismo” Sarrista, viveva la sua rivoluzione morbida in estate, richiamando Carlo Ancelotti in Italia dopo molti anni e tanti successi internazionali. Nessun mercato pirotecnico per “Carletto”, solo qualche acquisto per puntellare una rosa comunque capace di ripartire da 91 punti totalizzati l’anno scorso, per uno Scudetto solo sfiorato. Il “vorrei ma non posso” non ha più entusiasmato il presidente De Laurentiis, che è passato ad un Ancelotti che, nonostante le tre Champions League in bacheca in panchina, si è presentato con la consueta umiltà sulla panchina partenopea e non ha archiviato il Sarrismo, solo reinterpretato.



IL MARCHIO DI FABBRICA DEL “SARRISMO” RESTA

Contro la Lazio, nella prima giornata della nuova Serie A, Ancelotti ha messo in campo dieci undicesimi della formazione dell’anno precedente, con l’unica eccezione del protiere Karnezis comunque novità obbligata, in quanto in ballottaggio con l’altro nuovo acquisto Ospina. E la riscossa, dopo lo svantaggio, è arrivata su un’azione che ha fatto rivedere per un momento Maurizio Sarri in panchina: taglio per Callejon e pallone ne mezzo per Milik. E anche contro il Milan, l’ultimo taglio che ha spaccato in due l’area di rigore rossonera, ha avuto il sapore di quanto costruito nelle ultime tre stagioni. Ancelotti ha capito di avere una squadra con determinate caratteristiche che ne hanno fatto le fortune: caratteristiche che vanno rinforzate con una migliore gestione del turnover, soprattutto nelle Coppe, e con maggiore equilibrio nei momenti chiave, per arrivare davvero a toccare le stelle e non solo a sfiorarle.



“TENERE IN CONSIDERAZIONE IL PASSATO”

In un’intervista esclusiva concessa al nuovo broadcaster della Serie A, DAZN, Ancelotti ha spiegato di voler portare le sue idee ai massimi livelli, ma sfruttando il lavoro di Sarri e di considerarlo come una risorsa, non di certo qualcosa da archiviare e buttare via: “Bisogna sempre tenere in considerazione ciò che è stato fatto, il livello di conoscenza dei giocatori. E poi ogni allenatore ha le proprie idee, bisogna cercare poco a poco di portarle, senza buttare via ciò che di buono è stato fatto nel passato. Poi la cosa più importante è considerare le caratteristiche dei giocatori: è su quello che si modella il sistema, non viceversa. Il primo aspetto sul quale ho voluto lavorare qui a Napoli è stato appunto questo, non depauperare tutto quello che questa squadra ha di buono. Stiamo cercando di aggiungere qualche accorgimento, come giocare più verticale, più aperto. Non so quanto tempo servirà, spero di fare bene in fretta“.