Ha fatto molto male la mail depositata in udienza dalla difesa legale di Schwazer, quella in cui il responsabile dell’antidoping della Iaaf Thomas Capdevielle parla apertamente di “complotto” contro l’ex marciatore. Una mossa, che a quanto pare ha mandato in tilt la Iaaf, se è vero quanto riferisce un sito web italiano da sempre ostile a Schwazer, secondo cui in questi giorni sarebbe avvenuto un incontro tra Iaaf e autorità giudiziarie del Principato di Monaco. Oggetto: spiegare che quella mail fosse falsa o manipolata? No! Convincere piuttosto gli inquirenti monegaschi a mettere sotto inchiesta il nostro collaboratore Nando Sanvito reo di scoop, cioè di avere rivelato per primo sul Sussidiario 15 mesi fa l’esistenza di questa e altre mail, hackerate dal gruppo informatico Fancy Bear. L’accusa sarebbe quella di aver parlato di quelle mail una settimana prima che venissero pubblicate sul sito di Fancy Bear, che addirittura avrebbe poi, a posteriori, modificato la data di pubblicazione per “coprire” la troppo anticipata uscita di Sanvito. Il tutto per dimostrare che il giornalista avrebbe “un canale preferenziale con gli hacker se non un contatto diretto”.



Tra le righe in realtà, neanche troppo velatamente, si vuole insinuare che il nostro collaboratore faccia parte di quella organizzazione se non addirittura essere lui l’hacker che ha piratato le mail per conto di Fancy Bear. “Se quanto è stato scritto” commenta Sanvito “corrisponde al vero, mi auguro di venire davvero inquisito. Vi assicuro che i nostri lettori — e non solo loro — si divertiranno. E molto…”.



Intanto nelle prossime ore il Gip Walter Pelino comunicherà la sua decisione se concedere o meno un supplemento di approfondimenti analitici chiesti dalla difesa di Schwazer sulle variazioni nel tempo della concentrazione del Dna nelle urine dell’ex marciatore.   

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