Sulla questione “più giovani in campo” lanciata dal CT della Nazionale Roberto Mancini si è espresso anche un ex allenatore della Nazionale italiana, interpellato da Radio 24 anche in virtù della sua ampia esperienza come allenatore di club, che gli ha fatto valutare le due facce della medaglia. Ha spiegato Donadoni: “Le parole di Mancini sui pochi italiani fanno parte del gioco delle parti, io sono stato allenatore e commissario tecnico ed è normale che se uno veste i panni del ct voglia più italiani e se uno veste i panni dell’allenatore schiera in campo chi ritiene. Da allenatore di club devo far giocare chi rende di più, la coperta è corta e far crescere il movimento italiano è difficile. Giovani in campo? Se poi commettono errori gli si da addosso. Molti giocatori italiani non hanno giocato in competizioni europee, questo crea un gap per la Nazionale nell’aspetto mentale, psicologico, perché da quello tecnico non abbiamo da invidiare a nessuno.” (agg. di Fabio Belli)



ZANETTI: “GIOCA CHI E’ PIU’ BRAVO”

Javier Zanetti ha risposto al commissario tecnico dell’Italia Roberto Mancini sulla questione giovani. Il vicepresidente dell’Inter ha parlato, come riportato da La Gazzetta dello Sport, sottolineando: “Io credo che dopo quanto è capitato all’Italia con la mancata qualificazione al Mondiale è giusto ripartire con un progetto sui giovani. Credo che Roberto Mancini sia la persona più adatta per portare avanti questo progetto. In Serie A però è giusto che giochi chi è più bravo a prescindere dalla nazionalità. Io penso che vada premiato il talento. Bisogna fare un discorso generale, ci sono tanti giovani italiani bravi e sono sicuro che avranno il loro spazio. In panchina? Il campo dice sempre la verità”. Javier Zanetti si sbilancia e afferma quindi che non è importante la nazionalità, ma che in campo devono andare sempre e solo i migliori. Nonostante questo comprende la voglia della Federazione di lanciare un nuovo progetto. (agg. di Matteo Fantozzi)



CHI GIOCA CONTRO LA POLONIA?

Le parole del commissario tecnico azzurro Roberto Mancini hanno fatto molto discutere, questi infatti ha sottolineato l’obbligo delle nostre squadre a far giocare di più i giovani. Quali saranno schierati in campo nella prima gara dell’Italia contro la Polonia? Probabilmente quello con maggiori possibilità di partire titolare è di certo Marco Benassi che con la Fiorentina ha avuto una partenza importante, mettendo a segno ben 4 reti nelle prime tre giornate di campionato. Il calciatore viola è stato protagonista anche della conferenza stampa odierna, sottolineando la sua felicità a vestire la maglia azzurra. Visto che ci troviamo di fronte comunque a partite comunque di carattere amichevole è dunque probabile che saranno in molti quelli che gireranno in campo nelle due gare dell’Italia con la possibilità di vedere anche Nicolò Zaniolo, Pellegrini e molti altri prodotti dei vivai delle nostre squadre. (agg. di Matteo Fantozzi)

“ECCO PERCHÈ HO CONVOCATO ZANIOLO”

Tra i motivi di maggior interesse scaturiti dalle convocazioni di Roberto Mancini c’è stata di sicuro la chiamata di Niccolò Zaniolo, centrocampista della Roma chiamato in Nazionale senza aver ancora esordito in Serie A. Il ct azzurro, come riportato da La Gazzetta dello Sport, ha spiegato così la sua decisione:”Mai da noi è stato così basso l’utilizzo degli italiani, e allora dobbiamo inventarci qualcosa. E per questo faccio un certo tipo di convocazioni. Perché credo che ci siano italiani molto bravi, sicuramente più bravi di tanti stranieri che giocano al posto loro”. Secondo il Mancio, Zaniolo “possiede doti importanti, ha fatto molto bene nell’Europeo Under 19, e a 19 anni uno bravo deve giocare. In passato parecchi suoi coetanei erano già nel calcio dei grandi, e così deve essere oggi. Come accade all’estero fra l’altro. Noi da Coverciano cerchiamo di lanciare un messaggio forte, siamo convinti che chi gioca bene in Under possa farlo anche a un livello superiore, e allora non ci resta che aspettare e sperare di vedere in campo i nostri ragazzi con costanza e ad alti livelli”. (agg. di Dario D’Angelo)

IL MOMENTO DIFFICILE DI BUFFON E L’APERTURA DI MANCINI

L’apertura di Roberto Mancini a Gigi Buffon può sembrare inaspettata considerando come a maggio il campione del mondo del 2006 aveva parlato della sua esperienza in azzurro come ormai chiusa, avendo percepito di essere un peso, a sua detta. Nonostante questo, Mancini da quando è diventato Ct dell’Italia non ha mai chiuso le porte, anche e al momento Buffon sembra avere altri problemi. L’ex portiere della Juventus, che ha deciso di rilanciare l’ultima grande sfida della sua carriera con il passaggio al Paris Saint Germain, ha guardato dalla panchina gli ultimi due match di Ligue 1 dei transaplini. Buffon spera che il tecnico Tuchel operi un turn over deciso quando il PSG dovrà affrontare la Champions League, ma al momento i segnali non sembrano buone considerando le aspettative che hanno accompagnato l’arrivo di Buffon a Parigi. (agg. di Fabio Belli)

“SE SERVIRA’ CHIAMERO’ DE ROSSI E BUFFON”

Il nuovo commissario tecnico della nazionale azzurra Roberto Mancini è sembrato piuttosto chiaro nella conferenza stampa di oggi da Coverciano, affrontando diversi argomenti importanti. Tra i tanti risuonano le parole su Daniele De Rossi e Gianluigi Buffon, due calciatori arrivati alla fine della loro carriera e per il momento esclusi dalle convocazioni. L’ex tecnico dello Zenit San Pietroburgo non si è fatto però nessun problema a sottolineare: “Se servirà li chiamerò in Nazionale”. Avere a disposizione due campioni del mondo ancora abili e rinunciarci per partito preso è un errore da non commettere. È ovvio che servirà guardare avanti, ma non è da escludere che in caso di necessità Roberto Mancini tornerà sui suoi passi, riportando in azzurro chi al momento ha deciso di concentrarsi solo sul club di appartenenza.

“I GIOVANI DEVONO GIOCARE”

Se hanno incuriosito le parole di Roberto Mancini su Daniele De Rossi e Gigi Buffon, non mancano quelle che invece avremmo voluto ascoltare. Il ct azzurro spiega: “Nicolò Zaniolo? Ha fatto bene con le nazionali minori, è un classe 1999 e deve giocare. Spesso certi giovani stanno in panchina e sono più bravi di alcuni stranieri che invece scendono in campo titolari”. Non ce l’ha ovviamente con Eusebio Di Francesco, ma è un discorso generale che vuole invitare il calcio del nostro paese a puntare di più su talento da fornire alla Nazionale per uscire da una delle crisi più pesanti di sempre, culminata nella clamorosa esclusione dai Mondiali 2018 in Russia. Ne vedremo tanti di giovani in Nations League con in campo gente come Bryan Cristante, Pellegrini e anche altri calciatori importanti.