Roberto Mancini ha affrontato anche temi extracalcistici nell’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport. Ha parlato ad esempio di fede. «Sono sempre stato religioso, sono cresciuto in parrocchia anche calcisticamente», ha dichiarato l’attuale ct della Nazionale italiana. «La fede, soprattutto nei momenti di difficoltà, ti aiuta: anche a maturare». La fede lo ha aiutato quando ha scoperto che l’amico Gianluca Vialli combatteva contro il cancro: ha pregato tanto per lui. Ora pensando a Vialli dirigente e quindi ad un Mondiale da vivere insieme, Mancini afferma: «Potrebbe essere, anche perché è sempre stato convinto di capirne di calcio più di me…». Sul momento storico del calcio azzurro invece: «Non abbiamo più numeri 10 come Rivera, Antognoni, Baggio, Totti e Del Piero. Speriamo che tornino fuori per il prossimo Mondiale». Il modello da seguire è quello costruito da Arrigo Sacchi: «Ha cambiato il calcio, ma è stato un evento eccezionale, di quelli che capitano ogni 20-30 anni. Noi stiamo seguendo quella linea, anche senza fuoriclasse». (agg. di Silvana Palazzo)
MANCINI: “VIALLI E IL CANCRO? HO PREGATO PER LUI”
Da quando hanno condiviso gli anni d’oro della Sampdoria, Roberto Mancini e Gianluca Vialli continuano a sentirsi, legati da una profonda amicizia. Eppure Mancini non ha saputo da lui della malattia: l’ex compagno di squadra e amico non gliene aveva mai parlato. «Gli sono sempre stato vicino, non abbiamo mai smesso di sentirci. Ma della malattia non abbiamo parlato». Lo ha rivelato in un’intervista uscita oggi sulla Gazzetta dello Sport. Mancini ha spiegato anche perché non ha mai affrontato il tema con Vialli: «Io non ne avrei avuto la forza, lui non lo ha fatto e ho rispettato il suo silenzio. Ho saputo della malattia da un suo amico». Il ct della Nazionale ha proseguito parlando del loro rapporto, delle loro «cazzeggiare». Ma la loro amicizia è comunque profonda. «Non è mai mancato un solo giorno nelle mie preghiere. C’è una cosa che non gli ho mai detto: per me Gianluca è sempre stato un esempio». E lo è fin da quando si conoscono, «per l’impegno e la serietà con cui faceva le cose».
MANCINI: “VIALLI? DIFFICILE ACCETTARE LA MALATTIA”
Il suo impegno, la sua abnegazione, il suo prendersi delle responsabilità hanno fatto di Gianluca Vialli un punto di riferimento per Roberto Mancini. «Per questo è stato ancora più difficile accettare la malattia. Si era ammalato un fratello. Ma è una roccia e ancora una volta ha dimostrato la sua forza». Nell’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport ha svelato di aver incontrato poco tempo fa l’amico a Londra. «Sta bene, controlli perfetti. È più forte, possiamo continuare a cazzeggiare». Passando al calcio giocato, Mancini ha speso belle parole per i giovani, come Barella. «Ha prospettive di miglioramento enormi: deve essere sicuro di andare a giocare. Se va in un grande club e gioca sempre – come credo succederebbe, perché ha tutto – può migliorare molto di più. Ma non deve andar via per giocare una volta sì e una no». Invece su Zaniolo: «Oggi fa il trequartista, ma per potenza atletica lo vedo anche a tutto campo, alla Pogba».