Sospeso Daspo di tre anni ad un tifoso dell’Inter che aveva insultato Ivan PerisicTar di cui dà notizia Il Giorno. Siamo a San Siro per la penultima partita di Serie A. L’Inter perde in casa col Sassuolo mettendo a rischio la qualificazione alla Champions League, ottenuta poi al fotofinish con la Lazio. I tifosi sono delusi, alcuni se la prendono con i calciatori che sfilano a bordo campo per rientrare negli spogliatoi. Perisic si ferma per rilasciare un’intervista tv. Ed è in quel momento che avviene lo scambio di battute: “Pirla, vai a fare la doccia”, dice il tifoso. “Vieni giù, vieni giù…”, risponde il giocatore dell’Inter. Gli animi si scaldano: intervengono gli agenti di polizia che identificano il tifoso, originario di Brescia, e lo denunciano. Scatta il procedimento amministrativo e a metà agosto gli viene notificato un Daspo di tre anni, cioè il divieto di accesso alle manifestazioni sportive. Il tifoso, che nel frattempo aveva denunciato Perisic per le minacce che sostiene di aver ricevuto (“Ti ammazzo, ti ammazzo”, gli avrebbe detto), presenta ricorso al Tar.
TAR SOSPENDE DASPO A TIFOSO INTER: “COLPA DI PERISIC”
Due giorni fa arriva il primo pronunciamento dei giudici: in attesa dell’udienza di merito è stato sospeso il divieto. Stando a quanto scritto nell’ordinanza, il tifoso ha avuto “modi e toni di particolare foga e veemenza”, ma non avrebbe avuto un comportamento tale da “incitare o indurre altri all’adozione di comportamenti violenti”. Inoltre, il collegio presieduto da Angelo De Zotti, “dalla documentazione video non è dato evincere l’esistenza di comportamenti di resistenza nei confronti degli operatori del servizio d’ordine e di quelli di polizia”. Infine, le manifestazioni di disappunto del tifoso, seppur “impetuose e colorite”, indirizzate ai giocatori della sua squadra del cuore, “sono state peraltro accentuate e, in certa misura, anche provocate dalla repentina e inusitata reazione posta in essere da un calciatore della squadra Internazionale”. Il giudizio su Perisic è duro. Lo riporta Il Giorno: “In dispregio degli obblighi che devono sempre e comunque informare il comportamento di un professionista sportivo, si avvicinava con fare minaccioso e provocatorio alla zona dello stadio dove si trovava il ricorrente, inveendo al suo indirizzo nonché, con atteggiamento di sfida, ostentando la volontà di raggiungerlo ovvero intimandogli di scendere sul terreno di gioco per una inammissibile quanto ravvicinata resa dei conti”.