La Serie A ci regala grandi emozioni e qualche colpo di scena. Che botta alla Maggica! Il cambio di tecnico non sta, per niente, dando risultato. Quattro pappine al termine di un incontro rimasto in bilico per tre minuti: due all’inizio e uno dopo la rete di Perotti. La differenza fra i due club è enorme in tutti i reparti, a partire dal portiere. La Roma pare aver smarrita ogni idea di gioco. La medesima situazione pareva palesarsi in Juventus-Empoli. I veri campioni sembravano i toscani. Dominio assoluto nel primo tempo con almeno tre reti buttate. Puniti dalla Gobba a metà ripresa, hanno ripreso a macinare gioco avvicinandosi più volte al pareggio. Solito destino delle piccole: grandi lodi per il gioco e zero punti. Il Milan si è suicidato tramite Donnarumma in uno dei tre anticipi di Serie A. Non era ancora finita l’eco del fischio iniziale che il portiere rossonero, con un tocco preciso dei suoi piedini, ha regalato alla Samp la palla per il vantaggio che è poi valso la vittoria. La squadra genovese, non certo alla sua migliore partita annuale, ha complessivamente, meritato di vincere. Un palo e un paio di errori banali non le hanno permesso di raddoppiare. Nel diavolo Piatek ha smesso di fare il fenomeno e il tentativo di Gattuso di verticalizzare il gioco non sta portando vantaggi anzi, così operando, manca l’opportunità per le ripartenze. C’era un rigore per il Milan? La Var ha detto: no! Al momento i casciavit rimangono favoriti per il quarto posto ma dietro, i lupi bergamaschi in particolare, ululano sempre più da vicino. Settimana decisiva per reintrodurre, nella legislazione italiana di carattere economico, il superammortamento. È un dispositivo vitale per le Pmi manifatturiere; il Governo se lo era dimenticato, fortunatamente, non si è vergognato a ravvedersi. In attesa di decidere se ristrutturare il Meazza o costruire un nuovo stadio, i bauscia giocano, a San Siro, contro la Lazio. Spalletti non ha convocato Icardi. Spero abbia un buon motivo perché, a mio parere, Icardi in panchina farebbe più paura di Keita in campo. Infatti i nerazzurri fanno, subito, gioco nella metà campo avversaria, creano un paio di occasioni da rete ma, senza lo stoccatore finale, non si va da nessuna parte. La Lazio aspetta l’occasione e la trova su un errore stupido dei milanesi a centrocampo. Luis Alberto, lasciato libero crossa e Savic, di testa. uccella Handanovic. Spalletti accentua il ruolo di incursore di Vecino, ma in attacco manca qualcuno che “porti fuori” i centrali per dare spazio all’ingresso dei centrocampisti. I nerazzurri fanno possesso, inutile, di palla. Le occasioni sono una per parte annullate da grandi interventi dei portieri. Finisce il primo tempo di questo incontro, da campionato svizzero, con i romani in vantaggio. Il pareggio sarebbe stato più corretto. Secondo tempo monotono. Inter avanti ma lenta e poche idee. Biancazzurri in contropiede ma, sempre, ipnotizzati da Handa. Un paio di tiri di Politano, qualche batti e ribatti in area laziale, inconcludente come gli scontri verbali fra Salvini e Di Maio, ma nulla più. L’Inter potrà raggiungere la Champions ma solo per mancanze degli altri, non certo per la propria forza.



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