Ha reso popolare il biathlon nel nostro paese. Lei, Dorothea Wierer, ha vinto la Coppa del Mondo generale di questo sport nella stagione 2018–2019 contendendola fino alla fine all’altra azzurra Lisa Vittozzi, terminata seconda. La prima atleta italiana di sempre, in un’annata che Dorothea ricorderà sicuramente. Ha vinto anche infatti la Coppa del Mondo di specialità dell’inseguimento e ai Mondiali di Ostersund si è aggiudicata l’oro nella mass start (gara con partenza in linea), l’argento nella staffetta singola mista, il bronzo nella staffetta mista. Un palmares incredibile di cui non vanno dimenticati il bronzo nella staffetta mista alle Olimpiadi di Sochi 2014 e il bronzo nella staffetta mista alle Olimpiadi 2018 di Pyeongchang. Dorothea Wierer è originaria di Anterselva, la “patria” italiana del biathlon. A soli 29 anni sta dimostrando tutto il suo valore di atleta di valore assoluto. L’anno prossimo i Mondiali di Biathlon saranno proprio ad Anterselva, ma il suo sogno è vincere quell’oro che le manca alle prossime Olimpiadi 2022 a Pechino in Cina. Poi potrebbe realizzare l’altro sogno che non ha mai nascosto, diventare mamma. Dorothea Wierer e il biathlon, la leggenda di questo sport. Abbiamo sentito proprio l’altoatesina, che si è raccontata in questa intervista esclusiva per IlSussidiario.net.
Una stagione esaltante, quali sono i segreti di tutti questi successi?
La voglia di competere ai massimi livelli, ma soprattutto non ho mai avuto problemi fisici durante la stagione, è importante stare bene per esprimersi al meglio delle proprie potenzialità.
Più bello l’oro ai Mondiali o la Coppa del Mondo?
Sono stati belli entrambi: i Mondiali perché si trattava del mio primo oro individuale, la Coppa del mondo perché premia la costanza lungo tutta la stagione.
Cosa ricordi di quella splendida medaglia a Ostersund?
Arrivavo da due giorni in cui non ero stata bene, tanto che ero stata costretta a saltare la staffetta a cui tengo tantissimo, per cui l’ho apprezzata ancora maggiormente.
E come hai fatto a vincere la Coppa del Mondo, la prima per un’atleta italiana?
Quasi non me sono resa conto, non sono abituata tanto a guardare le classifiche, piuttosto a rimanere concentrata sull’appuntamento successivo. Certamente quando ho tagliato il traguardo dell’ultima gara, sono stata veramente soddisfatta.
Quanto conta la preparazione fisica e mentale nel tuo sport, svolgi metodologie particolari di allenamento?
Svolgo un ottimo lavoro insieme al mio gruppetto di lavoro all’interno della federazione, l’anno scorso abbiamo cambiato qualcosa e ci ha aiutato, però è giusto ricordare che raccogliamo il lavoro svolto da un po’ di anni a questa parte.
Tante vittorie di prestigio, tanti risultati, quali sono a quelli a cui tieni di più oltre a quelli di questa stagione?
Tutte sono importanti allo stesso modo, in quanto sono il frutto di un processo che si costruisce giorno dopo giorno.
Due medaglie anche alle Olimpiadi, rimane l’oro il tuo obiettivo principale?
Adesso che sono riuscita a conquistarlo in un Mondiale, spero di farlo anche nella competizione più importante.
Corri anche la staffetta, quanto sei legata a questo tipo di gare?
La staffetta è un po’ l’espressione di una scuola, e la scuola italiana si sta togliendo diverse soddisfazioni in questi anni.
Un giudizio sulla squadra italiana, è la più forte al mondo?
Siamo molto competitive, mettersi a fare paragoni non è mai carino.
Cosa pensi di Lisa Vittozzi?
E’ una grande campionessa e compagna, il futuro sicuramente è dalla sua parte, siamo due caratteri un po’ diversi ed è per questo che ci completiamo meravigliosamente.
Quali sono le altre avversarie più forti?
Ogni anno salta fuori qualche atleta fortissima, il biathlon è uno sport che può regalare sorprese ad ogni appuntamento, per cui bisogna rispettare tutte.
Hai reso popolare questo sport in Italia, sei ormai una star, pensi che con le tue vittorie il biathlon potrà esplodere nel nostro paese?
Spero di sì, anche se si dovrebbe vedere un po’ di più in televisione, visto che poi l’anno prossimo i Mondiali saranno ad Anterselva, in Italia
Come hai iniziato a praticare questa disciplina, quasi sono stati i momenti più importanti della tua carriera?
Sono cresciuta proprio ad Anterselva, dove il biathlon è più popolare del calcio. E’ stato molto facile imbracciare la carabina e gli sci di fondo.
Quanto ha inciso dunque il fatto di essere di Anterselva?
Sicuramente è stato decisivo.
Pensi dopo la fine della carriera di diventare un allenatore, un tecnico, insegnare ai giovani?
Non ci ho ancora pensato, ma non credo di avere la pazienza di fare l’allenatore.
Quali sono le tue passioni, i tuoi sogni, com’è la Dorothea Wierer che non conosciamo?
Mi piace molto vestirmi bene, fare uscire il mio lato femminile che magari è difficile esca durante una gara.
Lindsey Vonn, Roger Federer, oltre a questi ci sono altri campioni che ammiri nello sport?
Non guardo molto sport al di fuori delle mie gare.
Hai detto che vorresti diventare mamma, quanto conta per te la famiglia?
E’ molto importante la famiglia, sicuramente non correrò molti altri anni e una volta smesso mi piacerebbe diventarlo
(Franco Vittadini – Mauro Mantegazza)