Ieri sera l’imbattibile (in campionato) Manchester City è caduto, e contro una delle grandi rivali, il Chelsea di Abramovich e Villas Boas. Quando succede una cosa del genere, se il vincitore si lascia scappare qualche parolina di troppo e gli sconfitti si sentono defraudati di un mancato rigore, ecco che facilmente si sfiora la rissa. Questo il riassunto di quanto sarebbe successo nel tunnel di Stamford Bridge dopo Chelsea- Manchester City 2-1, e a raccontare del rovente dopo partita (malgrado il clima freddo polare) è stato Roberto Mancini in conferenza stampa, puntando il dito contro Ashley Cole, che avrebbe scatenato la bagarre. Pare infatti che, rientrando negli spogliatoi dopo la terza vittoria consecutiva, il difensore non si sarebbe limitato ai festeggiamenti con compagni e staff tecnico, ma avrebbe rivolto frasi offensive verso lo spogliatoio del City, provocando la furibonda reazione dei “Citizens”. “Non so se Cole ha detto qualcosa, non l’ho capito – ha spiegato con sottile ironia il tecnico italiano – ma se i giocatori del Chelsea dicono che siamo un top team, allora è normale che siano così vivaci per averci battuto”, ironia sul “piccolo” Chelsea che batte il “grande” City. Una ricostruzione che però il collega Andre Villas-Boas ha definito “non vera e ingiusta”, per poi commentare “una vittoria molto gratificante, arrivata al termine di una buona settimana e che credo cambierà le nostre chance in Premier League, perché sette punti di distacco non sono niente”. In realtà, più che verso Cole, la rabbia del City è rivolta all’arbitro Mark Clattenburg, reo di aver negato alla capolista un rigore sull’1-0 apparso solare a tutti tranne che a lui, per un fallo di Bosingwa su David Silva. “L’arbitro era molto vicino all’azione eppure non ha visto il fallo – ha continuato con ironia Mancini – ma forse è perché stava piovendo un sacco…. Di certo, noi abbiamo dominato la partita e non è una cosa usuale che una squadra venga in casa del Chelsea a fare questo, e la sconfitta non cambia niente: abbiamo perso una partita che non meritavamo di perdere, ma la stagione è molto lunga e dura e ora dobbiamo solo concentrarci sull’Arsenal”. Eroe di serata con un rigore trasformato, riscatto dopo un periodo difficile, è stato Frank Lampard. Il centrocampista aveva detto che Joe Hart “è l’ultimo portiere che vorrei affrontare dal dischetto perché sa come tiro” (sono compagni in Nazionale, ndr), ma ora ha smentito di voler fare prematuramente le valigie, causa difficili rapporti con il tecnico.
”So di avere ancora molto da dare. Mi restano 18 mesi di contratto e voglio onorarli al meglio. Certo, non è facile quando non giochi: ho 33 anni e capisco tutto, ma so anche che voglio giocare per questo club e che voglio farlo con continuità”. Quanto al presunto litigio post-gara, Lampard lascia intuire che qualcosa in effetti sia successo, anche se lo giustifica con l’eccitazione del momento. “A volte il clima si surriscalda ed è normale: grandi campioni, grandi club e tutti che vogliono vincere e questo crea un po’ di frustrazione. Ho già vissuto cose del genere in passato, ma quello che non manca mai è il rispetto reciproco”.
(Mauro Mantegazza)