Il dato è che Chievo-Palermo è finita con il risultato di 1-0. Ma diciamolo subito: a questo punto c’è da pensare che ci sia una maledizione che incombe sul Palermo. i rosanero non hanno ancora vinto una partita lontano dal Barbera: se all’inizio era qualcosa di cui sorridere viste anche le vittorie in casa, adesso che la classifica piange (21 punti, a +6 sulla zona retrocessione) le cose cambiano. Mutti non ha portato quel cambiamento mentale che Zamparini si aspettava; anzi, se possibile il tecnico ha fatto anche peggio di Mangia, non riuscendo a vincere nemmeno a domicilio. Il gioco continua a latitare, Ilicic è sempre più un oggetto misterioso, le punte hanno le polveri bagnate: situazione critica. Sorride invece il Chievo di Di Carlo che, dopo il successo di Udine in Coppa Italia, si prende tre punti importanti per il morale e la classifica. Continua quindi il progetto di una salvezza tranquilla, quello che è sempre stato l’obiettivo primario clivense. La partita ha poco da offrire: solo qualche spunto del Chievo con Moscardelli e Pellissier che però non trovano la porta. Il Palermo, che sceglie il trequartista in più sacrificando Miccoli (entrerà nel finale) non punge mai. Rimane un mistero come le prestazioni dei siciliani possano modificarsi così tanto tra casa e trasferta. il possesso palla a favore (seppur di poco: 49 a 51) è stato sterile, le punte non sono mai state innescate a dovere. Il Chievo così sfrutta al massimo la situazione e con il minimo sforzo regala il successo ai suoi tifosi. Al 50′ minuto Luciano mette in mezzo un pallone dalla destra sul quale Moscardelli arriva un attimo prima, lasciandolo scorrere dietro di sè: è lestissimo nell’inserimento da dietro Sammarco che stoppa e batte un incolpevole Benussi. Secondo gol consecutivo per il centrocampista ex Udinese e Sampdoria che aveva già segnato al Friuli sempre inserendosi da dietro. Di Carlo regala un’altra vittoria ai suoi. Per il Palermo l’ennesimo passo falso, in trasferta i rosanero hanno raccolto solo tre punti realizzando due gol (a Novara, peraltro una fu un autogol): per una squadra che solo l’anno scorso sognava la Champions League, decisamente troppo poco. E Zamparini, si sa, è uno che non ha moltissima pazienza. Mutti deve considerarsi già avvisato.



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