Tutta una Nazione attende l’evento di domani sera. Stiamo parlando di Armenia-Italia, che dalle parti di Yerevan – capitale della piccola Repubblica caucasica – certamente è un grande evento. I quattro volte campioni del Mondo, e attualmente vice-campioni d’Europa, non sono mai passati da queste parti, e già questo spiega la grande attesa. Il calcio italiano conferma intatto tutto il suo fascino, sia grazie alla Nazionale sia grazie ai grandi club (Inter, Juventus e Milan in particolare), che sono molto seguiti e possono vantare un buon numero di tifosi. L’Armenia non sale spesso alla ribalta, e questa è una occasione importante per loro. Di solito viene ricordata per il massacro che i turchi fecero della popolazione di etnia armena (cristiana fin dai primi secoli dopo Cristo), all’epoca parte dell’Impero Ottomano. Poi l’Armenia è diventata una delle repubbliche dell’Urss, e solo dopo la caduta del muro di Berlino e la dissoluzione del regime comunista è diventata indipendente. Ancora oggi, ci sono forti tensioni con l’Azerbaigian per i confini. Gli sport più diffusi sono quelli di lotta e combattimento – alle Olimpiadi ha vinto medaglie nella lotta, nel sollevamento pesi e nel pugilato – e poi c’è una ottima tradizione negli scacchi. Il calcio non ha grande importanza: ad Euro 2012 c’era un solo giornalista inviato. Per l’Italia però sono attesi allo stadio almeno 30.000 spettatori, numero importantissimo da queste parti. Il c.t. armeno Vardan Minasyan, in conferenza stampa, parla di “una partita a scacchi” tra lui e Prandelli, forse puntando sulla tradizione locale in questa disciplina. Gara forse fin troppo speciale: l’accoglienza festante di circa 200 armeni agli azzurri, ieri all’aeroporto, non è stata presa bene da tutti. Va bene salutare idoli che di solito si vedono solo in tv, ma c’è chi ha visto incrinato l’orgoglio nazionale. Su Facebook si è scatenato il dibattito: gli armeni che tifano Azzurri sono da considerare come dei traditori della Nazione? Minasyan ha parlato chiaro: “Tifano per l’Italia? Sono affari loro. Ma i tifosi armeni sono soprattutto tutti gli altri, quelli che domani saranno allo stadio, quelli che, se vinceremo, vi consiglio di andare a osservare nelle nostre piazze, qui a Yerevan”. Il c.t. è fiducioso nelle possibilità della sua squadra: “L’Armenia è pronta, nonostante squalifiche, come quella di Pizzelli, ed infortuni”.
La stima per l’Italia è grande, e con Prandelli ancora di più, secondo il mister: “Prandelli è uno dei migliori allenatori dell’Italia della storia. L’Italia è forte, è sempre stata forte, ma prima usava il catenaccio, giocava un calcio difensivo. Adesso con Prandelli è più creativa, e quindi più pericolosa in avanti. Faremo del nostro meglio, ma per fare risultato avremmo bisogno anche di un po’ di fortuna. Buffon, Pirlo, De Rossi sono i giocatori esperti, quelli che temo di più, ma Prandelli ha saputo inserire anche parecchi giovani. Più che le individualità temo il gioco di squadra azzurro. L’Italia non deve temerci. Ha vinto ‘solo’ 2-0 con Malta, ma se avesse avuto bisogno di segnare più gol lo avrebbe fatto. E’ una di quelle squadre che se vuole pareggiare pareggia, se ha bisogno di segnare un gol vince 1-0, insomma, è capace di ottenere il risultato di cui ha bisogno”. I nomi da tenere d’occhio sono soprattutto due: Yura Movsisyan, capocannoniere del campionato russo con 9 reti nel Krasnodar, e Henrik Mkhitaryan, talentuoso trequartista dello Shakhtar Donetsk che ha pareggiato allo Juventus Stadium.