Come ogni competizione internazionale che si rispetti, anche la Champions League vive le sue favole, effimere o durature che siano. Alla nuova edizione 2012-2013 sono bastate due giornate per scriverne una: quella del Bate Borisov, tradizionale Cenerentola protagonista al gran ballo del girone F. I bielorussi hanno battuto il Lille per 3-1 nella partita d’esordio, e ieri si sono ripetuti in casa contro i vicecampioni d’Europa del Bayern Monaco (stesso punteggio con le reti di Pavlov, Rodionov e Bressan). In questo momento i fari della gloria sono puntati sul Bate Borisov, che non aveva mai vinto nella fase a gironi della Champions League prima di quest’anno. Ora è lecito chiedersi se la squadra di mister Goncharenko possa addirittura puntare al passaggio del turno: la classifica attuale la vede in testa a punteggio pieno, con sei gol fatti e due subiti, con le più quotate Bayern e Valencia a seguire a quota tre e il Lille ultimo ancora a zero punti. Per inquadrare meglio la realtà del Bate Borisov abbiamo intervistato in esclusiva Vitali Kutuzov, attaccante cresciuto nel club bielorusso e visto in Italia con le maglie di Milan, Avellino, Sampdoria, Parma, Pisa e Bari. Ecco le sue impressioni:
Kutuzov, si aspettava una vittoria del genere contro il Bayern Monaco? Francamente no, credo non se l’aspettassero nemmeno loro. La realtà è che il Bate è una buona squadra, quantomeno competitiva a questi livelli.
Crede che adesso possano puntare al passaggio del turno? Diciamo di sì, anche se poi potrebbe esserci un problema: dovrebbero superare bene il periodo di Natale. Lì il campionato bielorusso si ferma e praticamente i giocatori vanno in vacanza. Sarebbe difficile mantenere la condizione giusta: certo, se riuscissero a mantenere gli equilibri fisici potrebbero anche puntare ad andare avanti nella competizione.
Lei ha giocato insieme all’allenatore, Viktor Goncharenko: può dirci qualcosa in più su di lui? Lui ha dovuto smettere presto di giocare per dei problemi fisici. Nonostante ciò in lui è rimasta la voglia di creare qualcosa di bello, che aveva anche quando giocava. Poi bisogna dire che alle spalle un bravo presidente (Anatoli Kapski, ndr), e una società che lavora bene: tutto questo sta dando i suoi frutti.
Il mister era il classico allenatore già in campo? Non ancora. Purtroppo non è riuscito a lasciare un segno importante sul campo, per tanti motivi. Però ha saputo rientrare nel mondo del calcio alla grande, diciamo dalla porta di servizio. Adesso stanno puntando su di lui, sta lavorando.
C’è qualche giocatore della squadra che le piace particolarmente? Credo che per il Bate siano importanti la dimensione e la compattezza di squadra. Anche contro il Bayern non se ne poteva fare una questione di talento, perchè i tedeschi sono troppo superiori da quel punto di vista. Quello che gli ha fatto vincere queste partite è la forza del gruppo. E’ chiaro che Hleb è la stella della squadra, ma globalmente non hanno qualità superiori a quelle di squadre come il Bayern.
Il calcio dell’est è in continuo sviluppo: entro qualche anno una delle vostre squadre potrebbe arrivare a scrivere un risultato importante?
Questo dipende anche da come si evolvono le squadre importanti: se parallelamente perdono qualità e stabilità economica potrebbe anche essere. Le squadre dell’est sono organizzate bene: hanno i mezzi per lavorare bene, nè gli mancano gli stimoli perchè tutti sognano una partita come quella di ieri. Anche l’ambiente dello stadio di casa ha aiutato molto il Bate.
Adesso lei è svincolato: quando la rivedremo in campo? Quando qualche direttore sportivo si sveglia (ride, ndr). Basta che qualcuno mi chiami.
Le piacerebbe tornare nel Bate Borisov? Non abbiamo mai aperto un discorso. Ho un buon rapporto col presidente e con l’allenatore, ma non è arrivata una proposta. Forse adesso loro stanno bene così.
(Carlo Necchi)