E’ finito il sogno azzurro di vincere i Mondiali di calcio a 5. La Spagna ci batte a Bangkok e ci costringe a giocarci il bronzo nella finalina di domenica (ore 11) contro la squadra che uscirà sconfitta dalla seconda semifinale, in programma alle 13:30 tra il favoritissimo Brasile (campione del mondo in carica) e la sorpresa Colombia. Ci abbiamo creduto, inutile negarlo: questa Italia ci aveva fatto emozionare mercoledi, rimontando il Portogallo che era in vantaggio di tre gol, vincendo nel supplementare con Honorio e guadagnandosi l’accesso nelle prime quattro al mondo per la terza edizione consecutiva. Purtroppo il nostro migliore risultato resterà per altri quattro anni l’argento conquistato a Taipei nel 2004, quando ancora la Spagna ci aveva battuti 2-1; bene che vada, bisseremo il bronzo preso in Brasile quattro anni fa (finalina vinta contro la Russia). La Spagna è per noi una maledizione: anche allora furono le Furie Rosse a farci fuori (3-2), e ancora nel febbraio di quest’anno gli iberici hanno spezzato il sogno della finale europea, vincendo 1-0 una semifinale tiratissima. Questa mattina (in Thailandia erano le 17 quando è iniziata la partita) i ragazzi di Menichelli (squalificato e in tribuna) hanno dato tutto, ma hanno pagato dazio alla sfortuna e a qualche imprecisione di troppo che nei momenti decisivi ha impedito di piazzare la zampata decisiva. Nel primo tempo abbiamo giocato meglio: la Spagna ha tenuto il possesso palla ma non si è mai resa davvero pericolosa, mentre gli Azzurri hanno centrato un palo con Lima ancora sullo 0-0. Poi la doccia fredda: al nono minuto una rimessa di Torras battuta forte e tesa ha incocciato nella gamba sinistra di Saad, che ha spiazzato Mammarella. Trovatasi immeritatamente sotto, l’Italia ha provato la reazione ancora nel primo tempo, ma i vari tentativi di Saad, Vampeta e Lima non hanno mai centrato il bersaglio. Con ancora negli occhi l’impresa di due giorni fa ci siamo detti: “Ce la possiamo fare”. Che non fosse una sparata da presuntuosi lo abbiamo capito al 10′ della ripresa: la Spagna è partita decisamente meglio centrando anche un palo con Fernandao e poi ancora un altro legno (con deviazione di Mammarella non vista dagli arbitri), ma non è riuscita a concretizzare il predominio. Così gli Azzurri hanno fatto fronte comune e su un angolo battuto dalle Furie Rosse sono ripartiti velocissimi: rinvio di Mammarella a trovare Merlim tutto solo, controllo ed esterno a trafiggere Juanjo in uscita. Il peccato capitale, però, è stato quello di non rientrare mentalmente in difesa: la Spagna ha battuto un angolo, e nove secondi dopo il nostro gol ha trovato Alemao solissimo a un centimetro dalla porta, perso di vista da nostri uomini. L’1-2 ci ha tagliato le gambe:
Mammarella ha dovuto salvare un altro paio di situazioni complicate, finchè gli iberici hanno trovato il contropiede giusto con 6 minuti e 57 secondi da giocare. Gol di Lozano, e si è capito che la partita era finita lì. Al di là del punteggio ribaltabile, infatti, gli Azzurri non sono più riusciti a rendersi pericolosi dalle parti di Juanjo, merito di una difesa spagnola attentissima a chiudere tutti i varchi; nemmeno Lima nelle vesti di portiere di movimento ci ha dato una mano, finchè con 2 minuti e 23 secondi rimasti sul cronometro un’inevitabile ripartenza spagnola ha mandato Lin a segnare il gol del definitivo 1-4. L’avventura non è finita: agli Azzurri resta l’obbligo di prendersi il bronzo. Come tutte le finaline, però, sarà una partita piena di rammarico. La Spagna attende di conoscere la sua avversaria: spera nella Colombia, ma può battere anche il Brasile.