Tanti gol e molte emozioni in Udinese-Parma 2-2, bella partita della tredicesima giornata di serie A. Due volte in vantaggio i friulani, prima con il solito Di Natale e poi con Pereyra, due volte bravi gli emiliani a riacciuffare il pareggio, prima con Marchionni poi con Palladino, e il punto certamente fa più piacere agli ospiti gialloblu, che restano davanti di un punto in classifica rispetto agli avversari di giornata. Comunque, le statistiche ufficiali della Lega Calcio ci dicono che il risultato positivo è ampiamente meritato per il Parma, anche se è stato acciuffato in extremis. Lo si capisce già dal dato del possesso palla, che è stato del 53% per la squadra di Donadoni, che infatti ha giocato 565 palloni contro i 492 dell’Udinese. I friulani hanno una lieve supremazia nel conto dei calci d’angolo (6-5), ma ecco che – parlando dei tiri – torna davanti il Parma. Il conto dei tiri totali premia per 11-7 gli ospiti, che sono davanti per 6-4 anche se ci limitiamo solamente ai tiri nello specchio della porta avversaria. Il Parma ha avuto pure circa tre minuti in più di supremazia territoriale, e il 61,5% di pericolosità degli attacchi, contro il 48,7% dei bianconeri. Dunque, giusto così.



Soli pochi minuti, e arriva il primo gol. L’1-0 dell’Udinese arriva infatti all’8′ minuto: Domizzi avanza a testa alta e pochi passi oltre la metacarpo lancia in avanti col sinistro, alla ricerca di Totò Di Natale; Paletta sale con un attimo di ritardo, Di Natale elude il fuorigioco e controlla, poi sull’immediata uscita del portiere Mirante esegue un pallonetto semplice ma geniale, che spiove nel sacco per il vantaggio dell’Udinese. Pareggio del Parma (1-1) al 46′: prima azione della ripresa, e il Parma colpisce. Palla lanciata in area verso Amauri, che colpisce di petto impennandola; sul rimbalzo il più lesto è Marchionni che mette giù e rapidamente batte col sinistro, trafiggendo Brkic. Un po’ di sale, come si suol dire, nella fattispecie la difesa dell’Udinese. Però i friulani tornano avanti quasi subito, 2-1 al 50′: punizione per l’Udinese dalla fascia destra. Il cross di Di Natale viene deviato sul secondo palo dove raccoglie Basta; il diagonale secco del serbo trova la respinta di Mirante, che però non può nulla sulla ribattuta di Pereyra, dal centro dell’area di rigore. Il Parma non si arrende, e il pareggio definitivo (2-2) si concretizza proprio all’89: palla a centrocampo: lancio di Parolo che imbecca col destro lo scatto di Palladino, in posizione regolare (tenuto in gioco da Coda); controllo col sinistro e pallonetto dolce col destro a scavalcare l’uscita di Brkic. Gol molto simile nella dinamica a quella iniziale di Totò Di Natale.



Francesco Guidolin ritiene corretto il risultato di parità tra la sua Udinese e il Parma: “Il pari è giusto, ma con un pizzico di attenzione in più avremmo potuto portare a casa la partita. E’ una delle nostre lacune. Queste sono le nostre forze, per il momento. C’è la bellezza di certe fiammate con palla a terra, contro una squadra che soffriva palla a terra e ci faceva soffrire sulla stazza, poi commettiamo delle ingenuità, tipiche di giocatori giovani e dell’inesperienza di giocatori non abituati al campionato italiano”. Perché togliere Di Natale nel finale, inserendo al suo posto Ranegie? “Soffrivamo la stazza del Parma. Sul 2 a 1 pensavo che ci sarebbero potute essere molte palle lunghe, da una parte e dall’altra. Quindi ho messo Ranegie per avere un colpitore di testa. Se non lo avessi fatto credo avrei sbagliato”. Bel punto per il Parma, che esce con un risultato positivo da una trasferta difficile, e pure con la forza di rimontare per ben due volte il risultato. Ecco dunque il commento dell’allenatore Roberto Donadoni: “Siamo partiti sotto di un gol, dopo dieci minuti. Appena abbiamo riagguantato la partita siamo tornati sotto. Non era mentalmente facile. Ma la squadra ha voluto riacciuffare il risultato a tutti i costi. Siamo stati premiati”. Il mister ha comunque parlato anche di quello che non ha funzionato: “Nel primo tempo avremmo potuto interpretare alcune situazioni in maniera diversa, che ci avrebbero messo in condizione di andare in gol. Abbiamo avuto situazioni che avrebbero dovuto essere sfruttate meglio, ma si entra in un campo individuale nella lettura di gioco dei singoli. La linea di difesa non deve mai essere statica, deve salire o scappare. È un aspetto che deve essere ancora migliorato. Quando giochi contro un giocatore come Di Natale che vive su quelle situazioni, è ovvio che appena gliele concedi ti castiga”.



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