Domenica lo Zambia ha vinto la prima Coppa d’Africa della sua storia. Lo ha fatto battendo ai rigori la strafavorita Costa d’Avorio, e solo quattro giorni prima aveva fatto fuori il Ghana. Un successo a sorpresa, ma del tutto meritato per questa Nazionale che ha incantato tutti grazie al gioco espresso. Uno dei migliori interpreti dei Chipolopolo è stato senza dubbio Emmanuel Mayuka, 21 anni, attualmente l’unico dei 23 dello Zambia a militare in un campionato europeo: gioca in Svizzera, con lo Young Boys. Mayuka ha segnato tre gol nel torneo, compreso quello, bellissimo, che ha portato lo Zambia a Libreville a giocarsi l’ultimo atto contro gli ivoriani. Grazie all’intermediazione del suo agente Nir Karin (leggi qui l’intervista che Karin ci ha concesso nei giorni scorsi) abbiamo contattato Mayuka per fargli alcune domande sul trionfo di Libreville e sulla sua carriera. Ecco quello che ci ha raccontato nell’intervista in esclusiva rilasciata a ilsussidiario.net:



Cosa pensi della finale di domenica sera? Prima del fischio di inizio pensavate di poter vincere?

Sì, sapevamo che potevamo vincere. Rispettavamo l’avversario, ma credevamo in noi stessi e abbiamo giocato con un grande cuore per vincere. E poi, pensavamo continuamente ai ragazzi periti nel disastro aereo proprio qui in Gabon, nel 1993. Il Presidente della Federazione, Kalusha Bwalya (l’unico di quella Nazionale che sopravvisse all’incidente, ndr) ha ispirato tutti noi, è stato fondamentale.



Cos’avete pensate quando Drogba ha sbagliato il rigore? Avete pensato che fosse arrivato il vostro momento?

Sì, in quel momento abbiamo saputo che avremmo vinto. Avevamo grande fiducia.

Quando avete cominciato a credere nella vittoria del Torneo? E’ stato dopo aver battuto il Ghana in semifinale o anche prima?

Il nostro obiettivo era raggiungere la semifinale. Dopo aver battuto il Ghana e conquistata la finale, sapevamo che ne saremmo usciti vincitori.

Pensate di aver mostrato un bel calcio? Se sì, in che modo?

Il mio lavoro è giocare, non parlare… penso che lo Zambia abbia giocato una grande Coppa e mostrato grandi giocatori. La Coppa è stata bellissima perchè abbiamo vinto. Aver vinto la classifica marcatori (alla pari con altri 5 calciatori, ndr) ed essere stato inserito nel Top 11 del torneo è un altro piccolo bonus per me.



A proposito della classifica marcatori… te lo aspettavi? E come giudichi le tue partite?

Ripeto, non sono io a dover giudicare. Credevo nella mia squadra e in me stesso prima di iniziare, ma non c’è dubbio che abbiamo fatto anche più di quel che ci aspettavamo.

C’è qualcuno in particolare a cui vuoi dedicare la vittoria?

La dedico alla mia famiglia. Mia madre, i miei fratelli e sorelle. Per me sono tutto.

Parlaci di Hervé Renard, il vostro allenatore. Domenica sera esultavate gridando “Hundred per cent”, il suo motto. E’ stato più importante sotto il profilo tattico o motivazionale?

Entrambi. Hervé è un allenatore e una persona incredibile. Conosce la tattica si preoccupa molto delle posizioni in campo e della difesa, ma sa anche come parlare e guidarci. Non c’è dubbio che la Coppa sia il frutto del buono e duro lavoro del nostro allenatore. Nel 2010 con lui siamo arrivati ai quarti di finale, ora nel 2012 siamo i campioni e spero che nel 2014 Hervé ci guiderà alla Coppa del Mondo in Brasile.

Lo Zambia ha molti problemi, economici e sanitari. Cosa cambia questa vittoria per il tuo Paese?

Il mio Paese ha problemi come qualsiasi altro Paese, ma non come pensa. Il mio Paese ha un grande popolo e un grande spirito. Più di centomila persona sono uscite per le strade e la gente sarà felice per settimane. Spero ora che i nostri ragazzi che giocano a calcio avranno più possibilità per andare a giocare in Europa nella loro adolescenza, così come spero che questa Coppa abbia aiutato almeno il nostro calcio.

Cosa significa giocare a calcio in Africa?

Per me il calcio è tutto. Gioco a calcio perchè mi piace molto, e giocare mi ricorda da dove vengo. In più, è un ottimo modo per aiutare i miei 8 fratelli e sorelle e la mia fantastica madre.

Quali sono le principali differenze tra il calcio africano e quello europeo?

Il calcio europeo è più organizzato, più veloce e più tecnico; è un gioco più di squadra. Il calcio Africano predilige il fisico e i movimenti del singolo.

Cosa puoi dirci della tua carriera? So che stai bene in Svizzera, nello Young Boys, ma cosa faresti se un grande club ti cercasse?

Ho un contratto in Svizzera fino al 2015. Amo davvero lo Young Boys e Berna, perciò al momento mi concentro solo su questo. Quel che accadrà in futuro, lo sa solo Dio…

Segui il calcio italiano? C’è una squadra particolare in cui ti piacerebbe giocare?

Mi piace il calcio italiano, e spero che un giorno ci arriverò. Non saprei dire nessun club in particolare… per adesso sono felice a Berna. L’unico club al mondo in cui davvero posso dire che sarebbe un sogno giocare è il Manchester United.

Lo Zambia ha impressionato tutti: ci sono dei tuoi compagni che pensi siano pronti per il calcio europeo?

Tutti i miei compagni meritano di giocare in Europa e possono farlo. Chris Katongo in passato è stato in Germania, Kalaba in Portogallo… non c’è dubbio che se un club europeo li chiamasse di nuovo ne beneficerebbero. Kalaba è il nostro Messi, i fratelli Katongo sono grandi giocatori e compagni di squadra, Sunzu può diventare un famosissimo difensore…

 

(Claudio Franceschini)