Muamba è un nome entrato di botto nelle vite di tutti gli appassionati di calcio d’Europa. Il centrocampista del Bolton è infatti in ospedale e dopo un malore lotta tra la vita e la morte. Sono minuti di grande apprensione per le condizioni di salute di Fabrice Muamba, centrocampista del Bolton, inglese di cittadinanza ma originario dello Zaire (è nato infatti a Kinshasa il 8 aprile 1988). Si stava giocando la partita di Fa Cup tra Tottenham-Bolton (che poi è stata sospesa) quando, al 42′ minuto del primo tempo, Muamba si è accasciato in campo. Presumibile pensare che si tratti di un infarto o di un altro problema cardiaco, anche se non è ancora nota con esattezza la causa di questo problema molto serio. I soccorsi sono stati immediati, tuttavia dalle facce di medici, compagni e avversari è stato immediatamente chiaro a tutto il pubblico presente nell’impianto di White Hart Lane o a casa davanti alla televisione che si trattasse di qualcosa di molto grave. Infatti bisognava rianimare Muamba, e per fare ciò è stato utilizzato pure un defibrillatore. Il silenzio è calato immediatamente sullo stadio, a parte un breve coro di incoraggiamento da parte di entrambe le tifoserie, e l’arbitro Howard Webb (lo stesso della finale di Champions League Inter-Bayern Monaco del 2010) ha sospeso il gioco in attesa di buone notizie sulle condizioni di salute del centrocampista, che è stato rianimato già in campo per sei, interminabili minuti. Buone notizie che però non sono arrivate, dal momento che Muamba sta lottando tra la vita e la morte (come riferisce pure la Bbc), e quindi la partita è stata definitivamente rinviata. Ma ora questo è solo un dettaglio secondario: le ultime notizie parlano di tentativi di rianimazione che proseguono anche durante il trasporto in ospedale dello sfortunato ragazzo anglo-zairese, di nemmeno 24 anni. Subito su Twitter e Facebook si è scatenata un’ondata emotiva anche per via delle immagini trasmesse dalla televisione inglese che – pur non riprendendo il corpo di Muamba a terra inerte – ha ripreso le reazioni di tanti tifosi e dai giocatori in campo. In particolare sta facendo il giro del mondo l’immagine di Raphael Van der Vaart che a mani giunte pare in preghiera per la sorte di Muamba. Subito l’Arsenal (il club in cui Muamba militava nelle giovanili) ha espresso la sua vicinanza alla famiglia e tutti sperano di ricevere qualche nopvit dall’ospedale dove il giocatore africano naturalizzato inglese è stato ricoverato d’urgenza. Ma per Muamba ancora nessuna novità positiva. Questo episodio probabilmente richiederà anche di fare qualche riflessione sulla medicina sportiva: è noto infatti che da questo punto di vista l’Italia è all’avanguardia mondiale, mentre altre Nazioni (Inghilterra compresa) sono molto più permissive, esponendo però i giocatori a maggiori rischi. Gli esempi che vengono subito in mente sono quelli di Nwankwo Kanu e di Khalilou Fadiga, che probabilmente devono la vita alle visite fatte al momento del loro arrivo in Italia, in entrambi i casi all’Inter. Si può anche notare che molti di questi casi riguardano giocatori africani, o comunque originari del Continente Nero.
Purtroppo altri giovani atleti non sono stati altrettanto fortunati, e sono noti alcuni tragici episodi di morti in campo, anche in Italia molti anni fa (il più famoso è certamente Renato Curi) e più recentemente in altre nazioni europee, come nel caso di Marc Vivien Foe nella Confederations Cup 2003 e di Antonio Puerta a seguito di un malore in Siviglia-Getafe del 2007. Naturalmente tutti ci auguriamo che a questo triste elenco non si aggiunga anche il nome di Fabrice Muamba. 23 anni, calciatore: tutto il mondo dello sport è con lui.
(Mauro Mantegazza)