20 marzo 2012: segnatevi questa data. E’ la sera in cui Lionel Messi, se ancora ci fossero stati dei dubbi, entra di diritto nella storia del Barcellona e del calcio mondiale. Di tutti i tempi. Che la Pulce argentina fosse il più forte calciatore in attività è una cosa che già si sapeva; del resto, tre Palloni d’Oro consecutivi non si vincono tutti i giorni o semplicemente scendendo in campo, tanto che l’impresa nella storia era riuscita solo a un certo Michel Platini. In realtà da tempo Messi è in lizza per il titolo, del tutto platonico e virtuale ma non per questo meno prestigioso, di miglior giocatore di tutti i tempi. Forse Maradona avrebbe qualcosa da ridire, Pelé di sicuro non sarebbe d’accordo; ma tant’è, Leo sta nella stessa frase dei due grandi. Da ieri sera, ancora di più: si giocava l’anticipo del 28esimo turno di Liga, il Barcellona era impegnato in casa contro il Granada. La partita è finita 5-3 per i blaugrana, che si portano momentaneamente a 5 punti dal Real Madrid; ma questo non interessa a nessuno. Quello che conta è che, dopo aver fornito l’assist a Xavi per l’1-0, Messi si è messo in proprio e ne ha fatti tre. E’ bastato il primo a catapultarlo nella leggenda: la Pulce ha messo a segno il gol numero 232 in maglia Barcellona, eguagliando così il primato assoluto di Cesar Rodriguez, attaccante catalano che giocò tra il 1942 e il 1954 al Les Corts (casa blaugrana fino al 1957, quando il club si trasferì al Camp Nou). Come al solito quando si parla di tempi “antichi” c’era il contenzioso: i vecchi conteggi davano Rodriguez a quota 235. In realtà tre sarebbero stati realizzati, come dimostra un nuovo calcolo, in gara non ufficiale: di conseguenza, ieri sera Messi l’ha agganciato e superato, issandosi al primo posto assoluto come miglior marcatore della storia del club. Tutto questo all’ottavo anno in prima squadra, e ad anni… ventiquattro. Sì, avete letto bene, non è un errore. La Pulce compirà 25 anni il prossimo 24 giugno. Impressionante, ancora di più, diventa il suo record. In questa stagione Leo è già andato in rete 54 volte in 45 partite ufficiali, cifre da capogiro che non sono accessibili a nessun altro. Dicono i detrattori di Leo che questa clamorosa prolificità vada attribuita al Barcellona, al sistema in cui gioca; che con Xavi e Iniesta sarebbero capaci – quasi – tutti; e come prova portano il fatto che con la camiseta albiceleste dell’Argentina Messi non sia così decisivo. 



Sarà anche vero questo, non ci piove; così come probabilmente è vero che giocare con dei centrocampisti come i succitati aiuta e non poco; ed è altrettanto innegabile che Messi nel Barcellona abbia un ruolo sostanzialmente diverso di quello che ricopre nella sua Nazionale. In questo, decisiva e fondamentale è stata la grande intuizione di Guardiola, che ha messo Leo al centro dell’attacco, dandogli libertà di manovra e di spazio, evitando di intasargli l’area di rigore in modo che potesse partire in percussione palla al piede, prova ne è il fatto che da quando Pep siede sulla panchina del Camp Nou la Pulce ha realizzato 122 gol solo nella Liga, in meno di 4 stagioni. Pur dando per assodato tutto ciò, vi invitiamo a dare un’occhiata ad alcune di queste 234 reti, che non sono esattamente degli appoggi a porta vuota (qualcuno ricorda la serpentina partendo da metacampo contro il Getafe? Il tocco sotto a scavalcare il portiere contro l’Arsenal? Il mal di testa che fece venire a mezzo Real Saragozza? E potremmo continuare). Insomma, se è un fatto che la palla è rotonda e che quindi nel calcio le opinioni sono soggettive e non tutti possiamo pensarla allo stesso modo, è altrettanto assodato, sottoscritto e scientifico, con buona pace di tutti, che Lionel Messi da Rosario sia un alieno di questo sport. A 24 anni. Auguri a tutti gli altri.



 

(Claudio Franceschini)

 

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