Takefusa Kubo. Vi dice qualcosa questo nome? No, probabilmente. Forse però tra qualche anno potrebbe diventare di uso e conoscenza comune, come fu, più o meno sei o sette anni fa, per un “certo” Lionel Messi. “Take”, come gli amici sono soliti chiamarlo, è un ragazzino di 11 anni, giapponese come il nome lascia chiaramente intendere. Particolari da non sottovalutare: è mancino di piede e usa giocare con la maglia numero 10 dal colore… blaugrana. Sì, perchè Kubo fa già parte dell’universo Barcellona, è già nella Masia, il settore giovanile del Barça, l’hanno ribattezzato “Messi del Sol Levante”. Certo, il fatto che sia mancino aiuta; ma chi l’ha visto giocare e gli ha messo gli occhi addosso giura che abbia la stoffa per ripetere la carriera della Pulce, fresca fresca di cinquina in Champions League. Le due persone nello specifico sono Ivan Palanko e Oscar Hernandez, che l’hanno scovato nella scuola calcio del Barcellona a Fukuoka, dove Take si esibiva. Da lì, ci hanno messo poco ad avvisare Guillermo Amor (lo ricorderete anche con la maglia della Fiorentina, ma è stato una bandiera blaugrana, con 10 stagioni in prima squadra) che oggi è repsonsabile della formazione in società. Amor ha invitato il ragazzino a un campus settimanale presso la Ciutat Esportiva Joan Gamper, e successivamente a un torneo giovanile che il Barcellona giocava in Belgio. Amor ci ha messo probabilmente non più di un minuto ad alzare il suo pollice di fronte ad un trasferimento del giapponese in Catalogna. Fino a qui, niente di trascendentale: di ragazzini presunti fenomeni ne abbiamo sentito parlare, magari non così troppo spesso ma certo più di una volta. La notizia vera è che pur di ingaggiare il ragazzo il Barcellona è venuto meno a una delle regole sacre della Masia: quella di vietare l’iscrizione a bambini (è proprio il caso di chiamarli così) che abbiano meno di 13 anni. Ecco perchè il fatto che Kubo oggi vesta la maglia del Barcellona, seppur solo a livello giovanile, desta grande stupore, non solo per quello che è capace di fare in campo. Ovviamente la società si è assicurata che la famiglia accompagnasse il ragazzino da Kawasaki a Barcellona e qui si insediasse, altrimenti non se ne sarebbe fatto nulla. Detto fatto, ed ecco la “camiseta” blaugrana, il numero 10, i paragoni che tanto vanno di moda. In Giappone Takefusa è già una star: figuratevi, un connazionale che accostano al più grande di tutti? I blogger sono impazziti, i giornali gli hanno dedicato tanto spazio, i video su Youtube non saranno tanti quanti quelli di Leo, ma per uno che ha 11 anni certo non si scherza. Da qui a segnare più di 200 gol con il Barcellona e vincere tre Palloni d’Oro in fila di acqua sotto i ponti ne deve passare; intanto, avere “Messi del Sol Levante” come soprannome è un biglietto da visita niente male. (Claudio Franceschini)



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