Il Manchester City vince il 163esimo derby cittadino, battendo lo United col minimo risultato ma il massimo sforzo. Decide un gol di Kompany allo scadere del primo tempo. Adesso le due squadre sono appaiate in testa a 83 punti, ma i Citizens sono in vantaggio negli scontri diretti, ragion per cui vincerebbero il titolo anche in caso di arrivo a braccetto. Mancano due giornate alla fine della Premier League: il City giocherà a Newcastle (insidiosa) e in casa col QPR (fattibile), lo United invece ospiterà lo Swnasea e chiuderà a Sunderland. Salvo imprevisti, il City sarà campione d’Inghilterra. Ma non ditelo a Mancini.
Mancini preferisce Zabaleta a Mika Richards nel ruolo di terzino destro, mentre Ferguson sorprende tutti: non Valencia e Young, ali annunciate alla vigilia, bensì Nani e Giggs a supporto di Wayne Rooney, con Park in mezzo al campo. L’inizio molto tirato trasuda l’emozione delle due squadre: il City, spinto da obblighi di classifica, non forza attacchi spropositati, ma raggomitola la propria azione in lungo e in largo, alla ricerca del varco giusto. Lo United dal canto suo cerca maggiormente la profondità, ma lascia l’iniziativa ai cugini, coscio di avere due risultati su tre a disposizione. Su calcio piazzato il primo brivido, di marca United: sul corner da sinistra Carrick gira a rete, la palla impatta il braccio di Kompany e schizza via. Inutili proteste: il braccio del belga è adeso al corpicino, come direbbero Aldo Giovanni e Giacomo, non c’è rigore. Al 5′ si affaccia il City: Clichy spinge a sinistra ed arma il mancino di Silva; il diagonale mancino dell’iberico trova una deviazione e rotola in corner, alla destra di De Gea. Al 24′ una buona occasione sul destro di Aguero: la offre Rooney, che impenna un campanile nella propria area, appoggiato dalla testa di Lescott sul collo prediletto del genero di Maradona (tiratissimo in tribuna); palla alta sulla traversa. Al 34′ ancora El Kun; sul cross dalla destra di Nasri, l’argentino trova un pregiato aggancio volante in area, salvo poi girare col destro in precarie condizioni di equilibrio, complice disturbo di Ferdinand: palla schiacciata a lato. Un minuto dopo (36′), uno Zabaleta molto attivo raccoglie un invito di testa di Tevez nel cuore dell’area: dapprima lo spagnolo bisticcia con Aguero, poi ciabatta un sinistro rasoterra su cui De Gea può accartocciarsi facilmente. Di sfondo, il leit motiv crescente: City che attacca avvolgente, alzando man mano il baricentro; United che smussa i propri attacchi, quasi soggiogato dalla continua pressione avversaria. Il gol del vantaggio arriva al fotofinish, ed è meritato: corner da destra di Sliva, Smalling non ci arriva e Kompany inzucca a rete nell’area piccola (De Gea?).
Lo United parte più aggressivo, il City di contro aspetta, chiuso a riccio attorno al forziere di Hart, per poi ripartire letale. Le occasioni migliori della ripresa nascono da questi presupposti, e vedono protagonista Yaya Toure, instancabile giaguaro. Al 72′ l’ivoriano riceve da Silva, all’altezza della metacampo, allunga la falcata, semina il sempiterno ma in debito d’ossigeno Schloes e calcia da fuori col destro: rasoterra che sibila alla sinistra di De Gea. Il fratello di Kolo replica all’82: la discesa di Zabaleta sulla destra lo trova smarcato al limite dell’area, il sinistro a giro meriterebbe il gol. Il City si dispone alla sofferenza ma legittima con altre occasioni. Al 78′ la combinazione Zabaleta-Aguero porta al tiro l’attaccante, dal lato destro dell’area di rigore: diagonale rasoterra fuori di poco. All’88, Zabaleta (sempre lui!) accelera e crossa rasoterra, Aguero non ci arriva, sul secondo palo incombe Clichy che di prima spara col sinistro: bravo De Gea ad opporsi a mani aperte. Poi, nel recupero, la chance più ghiotta: Aguero invita allo scatto Toure, l’ivoriano spreme tutto sè stesso e tiene il pallone in gioco; il suo tocco da sinistra libera in area Nasri, che a tu per tu con De Gea si perde in un tango di finte di Arsenaliana memoria. Lo United? Scava scava, occasioni vere non se ne trovano: la miglior prova per incoronare i Mancio-boys. Che attenzione, hanno vinto anzitutto con la difesa: non si vive di soli 10, o 9 emmezzo; la squadra, pur gonfiata dai possibilità economiche inaudite, è solida, da titolo.
Il tabellino
Reti: 46’Kompany (MC)
Manchester City (4-2-3-1): Hart; Zabaleta, Kompany, Lescott, Clichy; Yaya Toure, Barry; Silva (82’Richards), Tevez (68’De Jong), Nasri (93’Milner); Aguero (Pantilimon, Kolarov, Balotelli, Dzeko). All.Mancini.
Manchester United (4-3-3): De Gea; Jones, Smalling, Ferdinand, Evra; Park (58’Welbeck), Carrick, Scholes (78’Valencia); Nani (83’Young), Rooney, Giggs (Amos, Rafael, Smalling, Valencia, Young, Hernandez, Berbatov). All.Ferguson.
Arbitro: Marriner.
Ammoniti: Yaya Toure (MC), Jones (MU), De Jong (MC), Carrick (MU) tutti per gioco scorretto.
Espulsi: nessuno.
Le pagelle
Manchester City 7
A zonzo per l’area con le liane: gli va bene, ma ci mette anche del suo.
Sì, nella showroom dei fuoristrada spicca l’utilitaria: sovrapposizioni no stop e discese pungenti.
Ammansire Rooney è già tanto: in più il gol che può valere titolo e rivoluzione in città
Spesso in anticipo su Rooney, ringhia anche con Welbeck.
Bene nella doppia fase.
Il colosso d’ebano lievita nella ripresa, coprendo il campo con passi da vatusso. Vicino al gol in due occasioni.
Semplice ma non timido, sudato ma non sporco: sempre utile.
Agile, quasi leggiadro: sempre bello da vedere ma oggi lascia meno il segno Partecipa alla difesa finale.
La forma è quella che è: la porta è distante ma lavora per la squadra Entra per tamponare, non randellare a manetta: subito ammonito.
Cerca spesso lo spunto, quel che serve nel labirinto di ghirigori orizzontali. A volte esagera: manca narcisisticamente il raddoppio
Impreciso in fase conclusiva, ma si muove molto merita tutto ciò che guadagna.
All.MANCINI 7 Il City merita la vittoria, imponendo il gioco: salvo imprevisti il campionato è suo.
Manchester United 5,5
Da rivedere le uscite: sempre incollato alla riga di porta, lascia dubbi anche sul gol.
Adattato terzino, patisce e non sa spingere: gli alibi non gli mancano.
A vuoto sul corner decisivo, il resto serve a poco.
In palese fase calante, il totem non molla e rimbalza palloni ad avversari, pur tra mille angosce.
Soffre Zabaleta e davanti sfonda raramente.
Fuori condizione, non può rendere al meglio Ci mette ardore a scatti felini, ma non tira in porta: per un attaccante è peccato.
Resta ordinato, pur nella baraonda intorno Entra in un momento complesso, non si nota.
Sorregge la baracca sinchè può: non strabilia ma sa sempre cosa fare del pallone.
Inizia frizzante ma sciacqua via in fretta: siamo in riserva Non può fare miracoli.
Braccato, deve girare largo: troppo per pungere in zona gol.
Nessuna magia stavolta, ma i demeriti maggiori sono altrove
All.FERGUSON 5 Vero che il City ha più qualità globale, ma perde anche nelle scelte (Park, Nani, Jones terzino).
Arbitro MARRINER 7 All’inglese, per l’appunto, tiene in pugno una partita a rischio scoppio, piazzando cartellini appropriati.
(Carlo Necchi)