Zemanlandia è tornata. L’antipasto era stato servito la scorsa stagione, quando sull’onda nostalgica il presidente Casillo si era affidato al boemo per un Foggia-bis, l’impresa era riuscita solo in parte ed il campionato, chiuso con un inaspettato sesto posto nella Prima Divisione di Lega Pro, valse un infruttuoso Play Off. Quest’anno però, alla guida del Pescara, il boemo ha dato davvero il meglio di sé. Ottanta punti in Serie B, secondo posto in classifica e promozione nella massima serie conquistata con una giornata d’anticipo. Ben 89 reti realizzate e 55 incassate. La solita filosofia di gioco votata all’attacco; in ogni situazione, senza compromessi e senza l’ossessione, tipicamente nostrana, dei risultati. Un modo di vivere il calcio privo d’ipocrisia, avendo sempre il coraggio di dire ogni cosa alla luce del sole evitando le solite dichiarazioni banali. Atteggiamento che gli è valso qualche esonero sul percorso ed anche l’esilio dalle scene per molte stagioni. Il ritorno è stato però di quelli con il botto. Un ritorno che regala il paradiso della Serie A al Pescara, dopo 19 anni di lontananza. Al termine di una stagione estenuante (non solo per motivi calcistici) è finalmente giunto il momento delle celebrazioni. Le lacrime del boemo sigillano un anno comunque indimenticabile, nonostante i numerosi incidenti di percorso. Oggi salgono tutti sul carro Zeman, dopo averlo rinnegato per molte stagioni, il calciomercato lo accosta alla panchina della Fiorentina e lo vede nuovamente sotto le luci della ribalta. Luci evitate con il consueto atteggiamento schivo. Zeman è così, amato od odiato. Chiunque lo abbia avuto come allenatore ne ha sempre parlato bene e per questo, dopo le dichiarazioni di Totti (), abbiamo contattato, in esclusiva, Roberto Rambaudi, ex allievo del boemo nel Foggia dei miracoli 1991-92 ed oggi commentatore televisivo per Mediaset Premium. Questo quanto emerso nell’intervista rilasciata a IlSussidiario.net.



Zeman è tornato più in forma che mai. Se lo aspettava?

Sì me lo aspettavo assolutamente. È un allenatore che sa fare calcio, aveva solo bisogno dell’occasione giusta per farlo e l’ha avuta con il Pescara. Mi fa piacere.

Zeman è come sempre sinomino di spettacolo…

Dipende da cosa si intende per spettacolo. Sicuramente applica un calcio propositivo e votato all’attacco ed in questo senso offre spettacolo.



Quest’anno però, il Pescara, quantomeno in alcune fasi del campionato, ha mostrato anche una buona solidità difensiva. Anche Zeman è cambiato?

Non credo abbia modificato la sua filosofia di gioco. Non ho seguito quotidianamente il percorso del Pescara, ma comunque mi sembra che gli abruzzesi abbiano sempre applicato un gioco propositivo. Credo in realtà abbia trovato gli uomini adatti per la sua filosofia, poi è ovvio che qualche correttivo lo avrà attuato anche lui, ma l’idea di gioco resta sempre quella.

Lei che lo conosce, avendolo avuto come mister, pensa che rimarrà a Pescara o proverà l’avventura in un’altra panchina? 



 Questo non posso dirlo onestamente. È una decisione che spetta al boemo ed è difficile sbilanciarsi. Credo comunque che la priorità resti il Pescara.

Alla guida del delfino potrebbe fare bene anche nella massima serie?

Sotto il profilo dell’organizzazione del gioco penso proprio di sì. Per quanto riguarda i risultati mi sembra ovvio che non possa lottare per lo scudetto, ma sicuramente applicherà la sua filosofia. Sui risultati che potrebbe ottenere poi, è difficile dirlo. Quelli sono il frutto di quanto bene hai lavorato durante l’anno. L’unica certezza lo ripeto è che farà il suo calcio, sempre.

 

(Massimiliano de Cesare)