Il Genoa ha battuto per 2-1 il Cagliari, in modo sofferto ma in fondo meritato. Anche se i dati esporrebbero la superiorità del Cagliari, che ha gestito di più il possesso del pallone (54%, contro il 46% genoano), ma attaccato in modo meno deciso, se non nell’arrembaggio finale, più confuso che seriamente preparato. Il Genoa, spinto da maggiori preoccupazioni di classifica, è stato se vogliamo più cinico, centrando la porta in 3 delle 7 conclusioni racimolate. Ne sono bastate due per portare a casa questi importantissimi tre punti; certo i gol, per come sono maturati (da due calci piazzati, un calcio d’angolo e una punizione), raccontano un Genoa più volitivo che realmente organizzato, più nervoso che razionale. Del resto, per il Grifo non è più il caso di andar per il sottile, e la vittoria di oggi, ottenuta con spirito provinciale, fuga tutti i dubbi e le perplessità relative ad un gioco che latita. Il Cagliari ha fatto valere la propria maggiore tranquillità giostrando la palla in modo più fluido ed arrivando più spesso al tiro, ma le conclusioni sono state spesso imprecise, se pensiamo che di 15 tentativi solo 6 hanno inquadrato lo specchio della porta. Dove dunque il Genoa ha meritato la vittoria? Nello sforzo del secondo tempo, che ha prodotto una maggiore supremazia territoriale: alla fine saranno 11’17” contro i 9’56” del Cagliari. A livello di singoli, il Cagliari si è spesso affidato alle idee di Conti, solito perno centrale che ha distribuito 67 passaggi riusciti, seguito nella speciale graduatoria da Agostini con 58 (per il Genoa, primo Biondini a quota 50). Pericoloso in fase di tiro è stato invece Nainggolan, che ha effettuato 3 conclusioni; 2 a testa invece per Kucka e Palacio.
1-0 e Genoa in vantaggio al 12′ minuto: calcio d’angolo dalla destra: lo spiovente scavalca il mischione di centro area e spiove sul secondo palo, dove c’è Palacio colpevolmente dimenticato dai difensori cagliaritani; l’argentino controlla col sinistro e supera l’uscita bassa di Agazzi con un preciso interno destro, che Astori riesce solo a deviare nella propria rete alla disperata. 1-1 Cagliari al 13′: sull’immediato capovolgimento di fronte, dopo un solo minuto, il Cagliari guadagna a sua volta un calcio d’angolo sul lato destro. La battuta di Cossu spiove sul secondo palo, dove Astori svetta ed anticipa Granqvist, indirizzando sul secondo palo; Pinilla da un metro incorna a sua volta, la palla colpisce la traversa interna e rimbalza sulla linea prima di venire ribadita in rete dal rapace tap-in di Ariaudo. 2-1 Genoa al 76′: punizione dai 20-22 metri per il Genoa, poco oltre il limite dell’area sarda. Si incarica Bosko Jankovic, che esplode un collo esterno destro potentissimo che va a gonfiare la rete sotto il sette alla destra di un Agazzi più che incolpevole. Il risultato non cambierà più, il Genoa tira un sospiro di sollievo.
Finalmente soddisfatto Gigi De Canio, intervistato da SkySport dopo nel dopopartita: “Ho visto grande cuore e penso sia questa la cosa importante in questo momento. Se ha influito lo stadio vuoto? Come no… il calcio è fatto perché la gente partecipi ed uno stadio con i propri tifosi dà la spinta per buttare il cuore oltre l’ostacolo, e raggiungere risultati non preventivabili. Per questo la nostra vittoria vale ancora di più”. Ecco invece l’analisi di Ficcadenti, sempre a SkySport: “Nel primo tempo abbiamo giocato bene, costruendo occasioni da gol e rimanendo quasi costantemente nella meta campo avversaria. Siamo stati poco concreti in attacco, avremmo dovuto segnare la seconda rete sull’1-1: purtroppo è stato un errore pagato a caro prezzo, in una partita decisa da un grande episodio”.