Non è assolutamente un bel momento per la Nazionale Italia. Sconvolta dal calcioscommesse (clicca qui per l’intervista esclusiva a Giovanni Maggi, che spiega come la Sisal combatte le puntate clandestine), “violata” nel proprio ritiro, costretta a lasciare a casa un potenziale titolare perchè indagato: questa è la vigilia europea di Prandelli e dei suoi ragazzi. Ieri, il Commissario Tecnico aveva commentato le indagini della procura di Cremona con un eloquente “Sono quaranta sfigatelli, ma provo imbarazzo per la situazione”. Di fatto, a rimetterci più degli altri è stato lui, che si trova senza Mimmo Criscito, e con Bonucci ancora in gruppo ma di fatto indagato (il che ha creato incongruenza rispetto alla situazione dell’ex terzino del Genoa). In più, si è aggiunta la vicenda di Buffon, che non rientra nei nomi degli indagati ma è stato “pizzicato” (storia vecchia) a scommettere cifre grosse su partite che non lo vedevano protagonista. La tempesta mediatica si abbatte, e se ieri Prandelli era riuscito a contenersi, a minimizzare il problema, oggi no. Ai microfoni di Rai Sport, il Commissario Tecnico della Nazionale è sbottato, e ha detto chiaro e tondo: “Se ci dicessero che per il bene del calcio la Nazionale non deve andare agli Europei, per noi non sarebbe un problema”. Una dichiarazione a effetto? Forse no. Essere alla guida di un gruppo che deve andare a giocarsi un torneo europeo non è facile in sè, perchè le pressioni mediatiche sono tante, l’aspettativa naturalmente fa crescere la tensione, e già in situazioni del tutto normali si hanno gli occhi di tutti addosso, occhi che non sono nemmeno “neutrali”, quanto giudiziosi. Non si dice forse, usando il vecchio adagio, che in Italia sono tutti allenatori? Appunto. Figuratevi dover vivere questi giorni di vigilia, e poi la manifestazione in Polonia e Ucraina, mentre in Italia va in scena un processo che vede coinvolti calciatori che giocano in Nazionale, e che comunque ha minato le certezze del calcio italiano, ancor più di quanto accadde con Calciopoli. Ora, tutto questo non aiuta Prandelli, che cerca di parlare di calcio, cerca di concentrarsi sulle vicende del campo (per esempio, questa sera ci sarebbe un’amichevole contro la Russia) ma tutto quello che si sente chiedere è se sia giusto o meno che Bonucci sia ancora nei 23 mentre Criscito è a casa, oppure se Buffon abbia fatto bene o meno a dire quello che ha detto, e se non sia il caso di togliergli la fascia di capitano. “Dico no alle crociate”, così…

… chiude Prandelli, ribandendo il concetto che la spettacolarizzazione dell’evento e il voler incriminare tutti prima ancora di aver tirato fuori uno straccio di prova non è esattamente il sistema migliore per affrontare l’argomento. Ma tant’è. L’Italia andrà agli Europei, perchè a questo punto è impensabile che si tiri indietro (sarebbe anche peggio), perchè mancherebbero i tempi tecnici per una sostituzione e perchè non ci sono motivi per i quali non debba andare a rappresentare il Paese in un torneo continentale. Anche con questa bufera mediatica. Forse ci si dimentica troppo presto che nel 2006 la Nazionale partì con le dita accusatorie di tutti puntate addosso, ma poi quando sollevò la Coppa a Berlino venne accolta come una divinità a 23 teste (più Lippi). Che stia per accadere la stessa cosa? Magari sì. Non si dica poi, e qui siamo d’accordo con Buffon, che l’Italia avrà vinto grazie ai pm. Sarebbe troppo.

 

(CF)