Italia-Germania, la semifinale di Euro 2012, fa venire in mente alcune partite leggendarie. Ad esempio la finale dei Mondiali 1982, un 3-1 che è entrato nella storia del calcio italiano. I Mondiali di Spagna furono vinti con tanta sorpresa della stampa, che non vedeva l’Italia tra le favorite. Un po’ come ai Mondiali del 2006 o anche a questi Europei dove gli azzurri si stanno dimostrando protagonisti fino in fondo. Già riaffiorano i ricordi di quel Campionato del Mondo 1982, con l’Italia di Bearzot che eliminò squadre come Argentina, Brasile e Polonia prima di battere in finale la Germania. E in quella finale giocò anche Alessandro Altobelli, autore della terza rete degli azzurri, che ci ha raccontato aneddoti e ricordi di quella bellissima vittoria. Eccolo in questa intervista a ilsussidiario.net.



Italia-Germania: cosa ti fa tornare in mente?

Ero entrato alla fine di Italia-Polonia al posto di Graziani. Sapevo che non stava bene e avevo vissuto i giorni della vigilia della finale Italia-Germania, con molta tensione. Potevo giocare questa partita così importante proprio per le condizioni fisiche difficili di Graziani. Ed infatti entrai dopo pochi minuti. Una grande emozione.
Il gol in finale ti ha fatto entrare nella storia…



Il gol che è stato sicuramente il più importante della mia carriera. Anche Pertini a quel punto della partita capì che ormai avevamo vinto la finale. Sono stato uno dei trenta attaccanti che ha segnato un gol in una finale dei Mondiali.

Anche dopo che Cabrini sbagliò il rigore credevate nella vittoria?

Sì, il rigore che Cabrini sbagliò non cambiò la nostra convinzione, la nostra determinazione nell’affrontare la finale. Determinazione che d’altronde avevamo anche prima di disputare questa partita e che ci accompagnò per tutto l’incontro.

Cosa aveva di speciale Enzo Bearzot?



Era fantastico, un grande allenatore, ma prima di tutto un grande uomo. Ci aveva sempre dato fiducia, sostenendoci in tutti i momenti del mondiale, credendo fino in fondo in Paolo Rossi, che cominciò a segnare alla quinta partita senza fermarsi più. D’altronde Bearzot aveva già dimostrato il suo valore nel 1978. 

I segreti della vittoria in quel mondiale quali furono?
Essere stati un gruppo unito, con Bearzot che ci preservò dalle polemiche che erano scaturite dopo le prime tre partite e un girone eliminatorio abbastanza deludente. Essere stata una grande squadra che sconfisse nazionali fortissime come quel Brasile pieno di campioni.

E come allora o nel 2006, anche in questi Europei l’Italia dà il meglio di sé stessa quando si trova in difficoltà?

Non voglio pensare che nel 1982 o nel 2006 o anche adesso l’Italia vince solo perchè ha un grande spirito di reazione di fronte a vicende che scuotono il mondo del calcio. Penso piuttosto al valore di queste nazionali e penso che nel 1982 avremmo vinto in ogni caso, anche senza lo scandalo scommesse.

Da grande attaccante quale sei stato, come si possono risolvere i problemi di gol dell’Italia?

Credo che l’Italia abbia il merito di far andare in gol tutti i giocatori, un po’ come fa la Spagna. In fondo poi i suoi tre attaccanti Cassano, Balotelli e Di Natale sono andati tutti in rete. Pochi gol ma tutti importanti. E credo che questa possa essere una soluzione giusta.

Prandelli ti ricorda in qualche modo Bearzot?

Senza nulla togliere a Prandelli, Bearzot è stato un allenatore unico, irripetibile.

Il tuo pronostico per questa semifinale?

Ce la giocheremo fino in fondo, anche se la Germania è veramente forte. Ma i precedenti ci incoraggiano, perchè i tedeschi con noi hanno fatto sempre fatica e perso negli appuntamenti più importanti.

 

(Franco Vittadini)