Spagna batte Italia 4-0. L’esito della finale degli Europei 2012 non poteva essere più perentorio e indiscutibile: la squadra di Vicente Del Bosque ha dato una lezione a quella di Cesare Prandelli. Il punteggio è indiscutibile; l’Italia è stata in partita solo nella seconda parte del primo tempo, ma proprio nel momento in cui sembrava possibile raggiungere il pareggio è arrivato il raddoppio di Jordi Alba. Di fatto la partita è finita in quel momento, e nel secondo tempo la Roja ha reso nettissimo il suo terzo trionfo consecutivo. Euro 2008, Mondiale 2010, Euro 2012: la Spagna è definitivamente nella leggenda, mai nessuno aveva infilato un simile filotto di successi. La condizione fisica degli azzurri è da subito apparsa scadente; gli azzurri hanno comunque provato a giocare a viso aperto, ma questa strategia – che fino alla semifinale era stata vincente – a Kiev non ha funzionato. Commentiamo questa finale con Tarcisio Burgnich, leggendario difensore della Grande Inter degli anni ’60. Intervista esclusiva per IlSussidiario.net.
Burgnich, secondo lei quali sono state le cause di questa sconfitta?
L’Italia non era in forma, forse anche perché abbiamo sempre avuto meno giorni di riposo rispetto ai nostri avversari. In ogni caso, consapevoli di questo problema, non dovevamo sfidare la Spagna sul suo terreno preferito…
Dovevamo giocare “all’italiana”?
Dovevamo giocare come ci aveva fatto vedere il Portogallo in semifinale. Non puoi battagliare con la Spagna sul piano del gioco del possesso palla se non sei al top della forma, altrimenti ti castiga. E noi eravamo in condizioni fisiche precarie.
Sono stati fatti degli errori da questo punto di vista?
Chi ha avuto uno stiramento non può tornare in campo dopo soli dieci giorni: io Chiellini non lo avrei schierato.
Colpa di Prandelli?
Prandelli ha creato un gruppo splendido, che ha giocato un ottimo Europeo, meglio di quanto ci potevamo aspettare, quindi merita solo complimenti. Certo, oggi ha perso anche lui, però non è il colpevole principale.
Allora qual è stato l’errore principale?
Abbiamo subito gol ridicoli, indegni di una difesa che sostanzialmente è quella della Juventus, che ha vinto lo scudetto con la migliore difesa.
Lei come avrebbe giocato questa partita?
Non avrei sfidato la Spagna in questo modo. Avrei impostato la partita su una difesa attenta e sul contropiede. Se a qualcuno non va bene, pazienza: non è mica un disonore. Anche perché non vuol dire fare soltanto catenaccio, anche la Spagna ha una difesa solidissima…
Però il nuovo metodo di gioco aveva convinto tutti…
Se una provinciale gioca a San Siro a viso aperto, perde. Se qualcuno sfida la Spagna a giocare come vuole lei, perde. Non significa rinnegare la mentalità degli ultimi due anni, ma semplicemente giocare la partita nel modo migliore per vincere la partita. Non abbiamo i giocatori per sfidare la Spagna nel modo in cui l’abbiamo fatto: ti può andare bene con l’Inghilterra, non con loro.
Quali sono state le cause dei nostri problemi a livello fisico?
Già nel girone spesso calavamo nel finale. Poi abbiamo giocato sia i quarti sia la semifinale per ultimi, con pesanti trasferimenti tra città molto lontane come Kiev e Varsavia. La Uefa doveva organizzare diversamente il calendario di questo Europeo, anche se questa non è una scusa. Il crollo fisico poi ha causato anche il crollo psicologico, e la parte finale della partita mi ha ricordato la finale del 1970 con il Brasile.
(Mauro Mantegazza)