Dal Brasile arrivano notizie tragiche: i festeggiamenti per la vittoria della Coppa del Brasile da parte del Palmeiras sono degenerati in episodi di violenza che hanno causato un vero e proprio bagno di sangue. Almeno otto persone sono state infatti uccise a colpi di arma da fuoco, la notte scorsa a San Paolo, durante i festeggiamenti per il successo sportivo della società nata dagli emigranti italiani nel 1914 (con il nome di “Palestra Italia”). La polizia della megalopoli paulista ha informato che alcuni uomini in moto e auto avrebbero iniziato a sparare in direzione di un gruppo di tifosi che stavano festeggiando la vittoria nella Coppa del Brasile nella zona di Osasco. La polizia ha anche precisato che finora non sono stati effettuati arresti. Fonti delle polizia hanno fatto sapere inoltre che a sparare potrebbero essere stati sostenitori del Corinthians, organizzatisi per una spedizione punitiva nei confronti della “torcida” del club storicamente grande rivale del Palmeiras. Durante i festeggiamenti ci sono stati violenti scontri anche tra simpatizzanti del Palmeiras e forze dell’ordine, soprattutto a Perdidez, nella zona ovest di San Paolo. Tuttavia, l’ipotesi che queste violenze siano legate al calcio non convince tutti. Secondo quanto riferisce infatti il sito Internet dell’importante quotidiano brasiliano “O Globo”, infatti, alcuni famigliari delle vittime hanno affermato che i festeggiamenti per la vittoria del Palmeiras non hanno alcun legame con la serie di omicidi, che avrebbero una matrice strettamente criminale. Infatti la stessa tesi è sostenuta anche da un agente della polizia civile che ha voluto rimanere anonimo, secondo il quale i crimini hanno avuto luogo in alcuni bar e altri punti legati allo spaccio di droga: “Soltanto una delle vittime aveva la maglia del Palmeiras e tra i morti ci sono anche un tifoso del San Paolo e uno del Corinthians – ha spiegato -, per cui al momento non è possibile affermare che gli omicidi abbiano un legame con i festeggiamenti”. Qualunque sia la vera motivazione, e anche se il calcio in questo caso dovesse essere soltanto un pretesto dietro cui nascondere le guerre della droga, continuano in ogni caso ad essere terrificanti i numeri dei morti in Brasile per la violenza negli stadi o comunque legata al calcio: nel solo 2011 ci sono stati ben 31 morti.
Numeri che non lasciano tranquille le autorità del paese che ospiterà i prossimi Mondiali nel 2014, e che ha nella sicurezza uno dei pochi punti deboli dell’organizzazione di questo evento in uno dei Paesi più importanti nel mondo del calcio. Numeri altrettanto preoccupanti erano stati quelli evidenziati dall’inchiesta pubblicata nel marzo scorso dal quotidiano sportivo “Lance”, che indicavano in 155 il totale dei morti in Brasile per gli episodi violenza all’interno degli stadi (quindi senza comprendere tutti quelli legati al calcio ma accaduti fuori dagli impianti) dal 1988 ad oggi.