Giorni caldi in serie B. Le squadre sono ancora in cantiere per preparare la nuova stagione, sono state disputate le prime amichevoli e il calciomercato sta ancora riplasmando le varie rose. Una delle squadre più attese è sicuramente il Cesena, reduce dalla retrocessione dalla serie A nello scorso campionato. La società romagnola ha già messo a punto diverse operazioni di calciomercato, svecchiando la rosa e cedendo molti elementi cardine dell’ultima squadra. Giaccherini è stato riscattato dalla Juventus, mentre il centrocampo, da Parolo a Colucci passando per Guana, è stato smantellato e riverniciato di fresco, con una banda di giovani e promettenti scagnozzi. Non solo: proprio il reparto di mezzo ha registrato l’acquisto più importante, quello di Manuel Iori. Il trentenne, cerebro pensante dell’ultimo Torino di Ventura, è arrivato dal Chievo in prestito con diritto di riscatto. Accanto a lui agirà anche Andrea Gessa, rubato al Pescara dei miracoli di Zeman. Oggi il Cesena si presenta come una squadra giovane e con tanta voglia di ripartire dopo una stagione difficile: per capire quali sono le prospettive in casa bianconera ilsussidiario.net ha intervistato in esclusiva Maurizio Marin, il direttore sportivo della società. Ecco le sue impressioni:



Partiamo dal nuovo mister: perchè avete deciso di puntare su Nicola Campedelli?

Volevamo un allenatore giovane. E’ un allenatore che abbiamo monitorato per tra anni, sia quando allenava in eccellenza a Cesenatico, sia quando ha gestito il Bellaria, nostra società satellite.

Con cui ha conquistato due salvezze consecutive in C2…



Abbiamo seguito i progressi che ha fatto: volendo puntare su un allenatore giovane ne abbiamo scelto uno che conoscevamo bene.

Nel vostro mercato spicca l’operazione Iori: è lui il vostro top player?

Sì, lo ha dimostrato in tutta la sua carriera. E’ un giocatore che si è costruito da solo: è partito dalle piccole categorie ed è arrivato sino al calcio che conta. Lo abbiamo voluto fortemente, così come Succi.

A proposito dell’attacco: con Succi, Malonga e il giovane Lapadula, che ha ben figurato nella prima amichevole, là davanti siete a posto così?

Bisogna considerare anche Sasha Cori, che è un nostro giovane importante (classe 1989, ndr). Dobbiamo capire come valorizzarlo, e poi non dimentichiamoci che c’è anche qualcun altro…



Ovvero?

Mutu, che è ancora sotto contratto con noi. Quindi prima di muovere altre situazioni dovremo definire le posizioni già in essere.

Avete già parlato con Mutu per capire quale può essere il suo futuro?

Il giocatore è sotto contratto col Cesena ancora per un anno, quindi sta qua. Poi è normale che un giocatore come Mutu aspiri a palcoscenici diversi: vedremo di trovare una soluzione ideale.

A centrocampo avete moltissimi giovani attorno a Iori e Gessa: punterete a ritocchi di esperienza?

Consideriamo che ci sono elementi, come Parfait e D’Alessandro, che anche se sono giovani è già quattro anni che fanno la serie B. Lo stesso Gessa è un giocatore navigato. In generale sono giovani che hanno nel pedigree tanti campionati alle spalle.

Solo nel reparto di mezzo avete una bella batteria di under ’90: sono nove…

Abbiamo affiancato dei ragazzi visionati in giro e alcuni del nostro settore giovanile: faremo in modo che crescano insieme ai punti di riferimento di cui sopra, fermo restando che in campionato vogliamo giocarcela con tutti.

In entrata sembra molto vicino Alessandro Favalli, figlio e pariruolo del grande Beppe…

Il ragazzo ha già firmato, quindi il suo acquisto è cosa fatta.

Come procede invece la trattativa per Andrea Rossi del Parma?

Nei prossimi giorni verrà chiusa, l’accordo tra le parti c’è già.

Ad oggi qual è l’obiettivo stagionale del Cesena?

Fare bene in campionato, poi vedremo cammin facendo quello che succederà.

Promozione si può dire?

Diciamo che non ci poniamo limiti, però è naturale che vogliamo fare bene, valorizzare i nostri giovani, e fare un campionato buono, almeno sulla carta.

Come le sembra l’ambiente dopo i primi giorni di lavoro?

La tifoseria si è subito riavvicinata alla squadra. In questo senso Cesena è come una piazza del Sud: la squadra è vissuta in maniera intensa, viscerale, i tifosi si avvicinano subito ai giocatori, a una condizione però.

Quale?

I giocatori devono dare il cento percento di quello che hanno, altrimenti diventa tutto più difficile. Digerire la retrocessione non è cosa da poco, ma indubbiamente stiamo rimettendo le basi affinchè si possa ricreare l’entusiasmo che ci vuole in una piazza come Cesena.

 

(Carlo Necchi)