Anche in casa Sampdoria si pensa ossessivamente al calciomercato. Dopo un anno di purgatorio nella serie cadetta la Sampdoria torna a casa, nella massima serie accompagnata da tanti dubbi e perplessità, ma anche dall’entusiasmo della sua fantastica tifoseria e dalla voglia di cancellare la cocente delusione di due stagioni fa con un campionato importante, nel quale l’obiettivo prioritario è salvarsi in maniera tranquilla e, se possibile, chiudere nel lato sinistro della classifica. Per raggiungere quest’obiettivo si punta su un nuovo progetto tattico. Dopo il rifiuto di Benitez, Garrone ha scelto Ciro Ferrara come nocchiero della compagine blucerchiata. L’allenatore partenopeo arriva dalla positiva esperienza alla guida della nazionale Under 21 e, dopo la deludente esperienza sulla panchina della Juventus, è animato dalla voglia di rivalsa. Per imporsi anche come allenatore di club e non solo da semplice (si fa per dire) selezionatore. Quale luogo migliore dunque della Genova doriana per rilanciarsi? La risposta è semplice: nessuno. Perché la Samp di Garrone sta cercando di ritagliarsi di nuovo uno spazio nel calcio italiano che conta, vuole tornare ad essere protagonista come nella gestione Delneri. Certo sarà molto difficile ripetere le imprese della Sampdoria di Mantovami, quasi impossibile. Altri tempi, altro calcio, ma almeno si accarezza il sogno di riportarsi a ridosso delle big del nostro football, operazione da fare passo dopo passo, a poco a poco. Buone indicazioni in questo senso arrivano dai nomi che girano attorno alla società doriana, dalla operazione nostalgia per Pazzini a quella difficile per Maxi Lopez, il tenore degli acquisti resta comunque alto e fa sognare la piazza blucerchiata. Per parlare di tutto questo abbiamo sentito Beppe Dossena, uno dei giocatori della splendida Sampdoria di Paolo Mantovani. Eccolo in questa intervista per ilsussidiario.net.



Come vede la Sampdoria per il prossimo campionato? 

Mi sembra una squadra come si deve, se si può usare questo termine, attrezzata per fare un campionato interessante e poter puntare nei prossimi anni a una posizione di prestigio nel calcio italiano, come le compete.

Obiettivo stagionale della formazione blucerchiata?



Fare bene. I presupposti perché questo accada ci sono tutti. Non sarà più la Sampdoria di quando giocavo io, con quel fuoriclasse chiamato Paolo Mantovani che aveva costruiito una grande squadra, ma penso che questa dirigenza voglia proprio impegnarsi a portare questa Sampdoria a fare cose importanti, come del resto ha già fatto in passato.

E il mercato lo giudica all’altezza finora?

No non lo, non sono certo la persona idonea a dare un giudizio sul mercato blucerchiato, a cui stanno pensando gli stessi dirigenti della Sampdoria

Ferrara è l’allenatore giusto per la Samp? Quale modulo tattico userà secondo lei?



Su questo penso proprio di essere d’accordo, Ferrara è l’allenatore giusto per la Sampdoria. Quanto al modulo con cui farà giocare la squadra, credo che spetti a lui decidere in questo senso.

Non servirebbe soprattutto un attaccante importante, Pazzini andrebbe bene?

Un attaccante importante sarebbe molto utile. E l’operazione Pazzini ha tanto valore per la Sampdoria, credo quindi che sarà portata avanti nel migliore dei modi e seguita finché ci saranno possibilità di portarlo nuovamente in Liguria. 

Quali altri giocatori ci vorrebbero?

Anche qui credo che spetti alla dirigenza decidere come rinforzare la Sampdoria nel migliore modo, fornendole dei giocatori giusti ed in linea con le idee tattiche di Ferrara.

Una Sampdoria comunque come ha detto prima che promette di essere competitiva, non certo come quella dello scudetto e della fnale di Coppa dei Campioni, ma pronta a recitare fino il fondo il suo ruolo di big del calcio italiano.

Sarà difficile riuscire a tornare a quella Samp che arrivò a una finale di Coppa dei Campioni e a fare cose forse irripetibili, ma per me ripèto ci sono tutti i presupposti perchè questa squadra competa ai massimi livelli del calcio italiano e credo proprio che questa sia l’intenzione della stessa dirigenza blucerchiata.

 

(Franco Vittadini)