E’ ancora Clasico questa sera. Santiago Bernabeu, ore 22:30: ritorno della Supercoppa di Spagna, che ogni agosto mette di fronte i vincitori della Liga e della Copa del Rey della stagione precedente. Naturalmente, supplementari e rigori in caso il risultato dovesse essere identico a quello della partita di andata, che terminò 3-2 a favore dei blaugrana (clicca qui per la cronaca e le pagelle). Le due squadre vivono momenti opposti: il Barcellona è partito con due vittorie in altrettante partite di campionato, sette gol segnati e solo due subiti. Per ora, il cambio in panchina Guardiola-Vilanova non sta sortendo effetti negativi, anzi: il gioco è fluido, i gol arrivano, la formazione gira ancora che è un piacere. Diverso il discorso per il Real Madrid, che ha un punto in due gare, gioca male e si è preso i rimbrotti di Mourinho (“contro il Getafe siamo stati ridicoli”). Detta così non ci sarebbe partita, anche perchè nella gara di andata il Barcellona ha dominato, costringendo le Merengues a ripartenze occasionali. Bravi sono stati però gli uomini dello Special One a sfruttare le poche occasioni concesse, così che ora con un semplice 1-0 potrebbero portarsi a casa il trofeo. C’è anche la sfida nella sfida: lo scorso anno Messi battè Cristiano Ronaldo 50-46 nella Liga (numeri da spavento), quest’anno siamo 4-0 per la Pulce, e l’avversario che arranca (“Non sto giocando bene”, ammette CR7). Se contiamo solo i gol nel Clasico, il portoghese segna da quattro gare consecutive e ha uno score di 7 reti in 14 partite; Messi invece ha spezzato il digiuno che durava da, guarda un po’ 4 partite, salendo a 14 gol in 20 gare con il rigore del Camp Nou.



Il Real Madrid, come detto, non se la passa bene. Dopo l’esordio nella Liga con il pareggio interno rimediato contro il Valencia, le Merengues sono addirittura cadute a Getafe. Entrambe le reti sono state realizzate da Gonzalo Higuain, unico terminale offensivo, per ora, di una squadra che appare non aver ancora assimilato il periodo di vacanza. La statistica dice che il Real Madrid non ha mai vinto la Liga quando è partito così male, ma al di là di questo (è ancora presto per fasciarsi la testa), Mourinho è preoccupato: non per la gara di stasera (“Non è la mia priorità”), visto che aveva già bollato la Supercoppa come l’obiettivo meno importante della stagione; quanto per l’atteggiamento che i suoi hanno mostrato nelle prime uscite, soprattutto per quanto riguarda i gol subiti su calcio da fermo, vero cruccio della squadra fin dallo scorso anno. Lo Special One ha detto di averle studiate tutte, ma di non poter fare nulla contro gli errori individuali. Stasera però torna Pepe: un motivo in più per essere fiduciosi, perchè sarà anche vero che il trofeo non interessa, ma battere il Barcellona sì. E non poco.



C’è Modric: il nuovo acquisto milionario, bollato come “risposta” all’acquisizione blaugrana di Jordi Alba e Song e non come innovazione tecnico-tattica di rilievo, parte dalla panchina. Difficile che il croato trovi spazio già ora, considerato che la formazione gira che è un piacere e il doble pivote Xabi Alonso-Khedira è insostituibile e la trequarti, altra mattonella dove l’ex Tottenham potrebbe giocare, è occupata da Ozil – che non è in forma, ma è un pupillo di Mourinho. Pepe torna e si piazza di fianco a Sergio Ramos, le fasce saranno presidiate ancora una volta da Arbeloa e Fabio Coentrao: dovrebbe stare fuori quindi Marcelo, che ha giocato a Getafe. Rispetto alla gara del Camp Nou, resta fuori Callejon che è stato l’anello debole dell’attacco; dentro Di Maria, autore del gol della speranza. Ronaldo sulla sinistra, Higuain sarà la punta centrale. Il Pipita, al momento è l’unico che veda la porta con regolarità. La notizia è che anche Kakà figura nell’elenco dei convocati, a differenza della scorsa settimana. “Se resta lo rispetto”, ha detto Mourinho. Intanto, però, il brasiliano non dovrebbe andare nemmeno in panchina.



Il Barcellona invece viaggia che è un piacere: sei punti nelle prime due partite di campionato, la vittoria nell’andata di Supercoppa, dieci gol segnati. Messi è già a quota 5 in stagione, magari non arriverà agli 82 dello scorso anno ma intanto la Pulce è ripartita da dove aveva smesso. Vilanova, per ora, non ha sentito la pressione: qualcuno dirà che è facile prendere in mano una squadra già collaudata e con interpreti straordinari, ma la verità è che raccogliere l’eredità di un mostro sacro come Guardiola non era per niente scontato. Eppure il buon Tito ci sta riuscendo, per il momento non stravolgendo nulla di quanto costruito da Pep, ma già mettendoci del suo, vedi la posizione di Messi che appare leggermente più vicina alla porta, con un minore raggio di azione. L’ex secondo di Guardiola (dal 2007: Pep fu chiamato a guidare il Barcellona B, e volle con sè il vecchio amico delle squadre giovanili) ha la possibilità di alzare il primo trofeo da allenatore, e non sarebbe affatto male farlo al Bernabeu, cattedrale del nemico di sempre: “Ma avrebbe un sapore uguale ai 14 vinti negli ultimi 4 anni”, fa sapere. Poi, tiene alta la tensione del gruppo: “Un Real Madrid che non ha vinto nessuna delle tre gare ufficiali giocate è ancora più pericoloso”. Del dito – di Mourinho nell’occhio, Supercoppa 2011, non si parla più: José si è scusato, Tito ha gradito, storia vecchia.

Si prospettano dei cambi rispetto alla squadra che ha vinto 3-2 al Camp Nou sei giorni fa. Intanto, Jordi Alba è titolare, gli lascia il posto Adriano che non aveva demeritato ma si era limitato al compitino. La difesa è completata da Dani Alves, Piqué e Mascherano. A centrocampo i soliti noti: Xavi, Sergio Busquets e Iniesta relegano ancora in panchina Alex Song, costoso acquisto estivo (19 milioni) che però avrà minuti e occasioni. Davanti, le scelte della vigilia premiano Pedro e Sanchez come alfieri di Messi, ma è possibile che qualcosa cambi: il Nino Maravilla all’andata ha latitato, Tello ha qualche chance, così come David Villa che deve recuperare pienamente dall’infortunio dello scorso dicembre ma ormai è a disposizione (gol all’esordio nella Liga). Non Fabregas: Vilanova lo vede interno di centrocampo, difficile che lo vedremo nel tridente come fu con Guardiola.

 

 

Casillas; Arbeola, Pepe, Sergio Ramos, Fabio Coentrao; Khedira, Xabi Alonso; Di Maria, Ozil, Cristiano Ronaldo. All. Mourinho

A disp: Adan, Marcelo, Raul Albiol, L. Diarra, Callejon, Modric, Benzema

Victor Valdes; Dani Alves, Piqué, Mascherano, Jordi Alba; Xavi, Busquets, Iniesta; Pedro, Messi, Sanchez. All. Vilanova

A disp: Pinto, Adriano, Puyol, Song, Fabregas, Tello, David Villa

 

Arbitro: Mateu Lahoz