Può essere questo il campionato in cui i giovani talenti si prendono la rivincita? Sembra di sì: la crisi economica e quella del nostro calcio hanno scoraggiato i club di serie A dall’investire grosse somme di denaro per calciatori già affermati, e così anche le big hanno iniziato a puntare su giocatori provenienti dai vivai, o anche da campionati stranieri ma comunque di età ancora verde (Quintero e Vukusic del Pescara per esempio). Sono tanti gli azzurri che si stanno mettendo in mostra: da El Shaarawy (clicca qui per l’intervista esclusiva ad Alessandro Dal Canto che parla del Faraone) a Perin, passando per Alessandro Florenzi, già due gol con la maglia della Roma e tanta corsa e qualità. Due gol li ha segnati anche un ex giallorosso, Gianluca Caprari, che ha un ruolo importante nel Pescara dove già Zeman lo aveva voluto. E poi ci sono gli altri: Insigne, Immobile, Marrone che è stato protagonista di un ottimo precampionato con la Juventus. Un’aria di rinnovamento che tocca anche le panchine: Stramaccioni e Montella sono solo due esempi di un movimento, quello degli allenatori, che riguarda anche la serie B (basti pensare a Eusebio Di Francesco, primo a punteggio pieno con il Sassuolo). Che sia davvero l’anno buono per una svolta radicale nel mondo del calcio tricolore? Abbiamo chiesto un parere sui protagonisti in erba di questo avvio di campionato a Vincenzo Chiarenza, una vita nelle giovanili della Juventus, due tornei di Viareggio, due Coppe Italia, uno scudetto e una Supercoppa Italiana con la Primavera. Sotto la sua guida sono sbocciati campioni del presente e del futuro come Marchisio e Giovinco. Ecco le parole di Chiarenza, nell’intervista esclusiva rilasciata a Ilsussidiario.net.
Mister, tanti giovani si sono già messi in luce in queste tre giornate di campionato: chi l’ha impressionata di più?
Giovinco ormai non mi impressiona più; è vero che ieri non ha fatto particolarmente bene nel primo tempo, ma nella ripresa Conte ha fatto bene a lasciarlo in campo, perchè era l’unico in grado di saltare l’uomo e creare superiorità numerica nella fase offensiva. Ha iniziato molto bene la sua seconda avventura con la Juventus, ma non lo scopriamo certo oggi come valore.
Chi altri, tra gli esordienti in serie A?
Insigne sta confermando la sua validità tecnica e anche atletica: è un ragazzo velocissimo dotato di un’ottima tecnica, lo aveva già fatto vedere a Pescara e anche a Napoli sta confermando in pieno di essere un grande talento.
Immobile, ex juventino come lei, segna alla sua ex squadra, e sono già due in campionato: cosa pensa di lui?
Io Ciro lo conosco benissimo. Secondo me non è una prima punta classica, di vecchio stampo, ma ha una grandissima qualità che hanno in pochi: la capacità di inserirsi negli spazi e di attaccare la profondità, qualità che poi lo rendono davvero difficile da marcare in area di rigore e gli fanno segnare tanti gol. E’ cresciuto molto lo scorso anno, ha iniziato benissimo quest’anno, si muove davvero bene e se continua così può sicuramente crescere ancora, fino magari a guadagnarsi la Nazionale.
Secondo lei la Juventus farebbe bene a pensarci? Se non per gennaio per giugno; si continua a dire che ai bianconeri manca un bomber di razza…
Io penso che uno che è in grado di segnare 28 gol in serie B, che è un campionato davvero difficile, e nelle prime tre partite in serie A da titolare segna due gol, dimostrando di essere in grado di ripetersi anche in una realtà diversa, sicuramente ha le qualità giuste per fare bene anche in una grande squadra come la Juventus.
Anche tra gli allenatori si mettono in luce i giovani: Inzaghi con gli Allievi del Milan è partito benissimo. Pensa possa davvero prendere già a breve il posto di Allegri?
Io che ho lavorato 15 anni nel settore giovanile della Juventus posso dire che fare la gavetta nelle giovanili è utilissimo: si impara una metodologia di lavoro importante, si impara a gestire i giocatori e lo spogliatoio, a vivere le tensioni della partita dalla panchina in un ambiente comunque meno competitivo e “formativo”.
Dunque, Inzaghi dopo questo anno può essere pronto per il grande salto?
Se lavorerà bene e con continuità, perchè no? Del resto non sarebbe il primo a compiere un percorso simile, anche Stramaccioni è arrivato giovanissimo alla prima squadra dell’Inter. Certo, poi ci vuole anche la fortuna di capitare nel momento giusto alla grande occasione; io auguro comunque a Inzaghi di arrivare alla prima squadra o comunque di avere una bella carriera come allenatore.
(Claudio Franceschini)