E’ grande sfida questa sera al Santiago Bernabeu: torna la Champions League, e lo fa regalandoci subito Real Madrid-Manchester City. Due squadroni candidati ad arrivare fino in fondo alla competizione, che però si incontrano nella fase a gironi dove quindi la posta in palio è ovviamente minore. Di certo però una vittoria consentirebbe, considerata la formula che prevede il passaggio del turno alle prime due di ogni gruppo, di prendere già un buon abbrivio e un buon margine in vista dei turni seguenti; il Real Madrid ha quasi l’obbligo di centrare i tre punti visto il fattore campo, il Manchester City potrebbe accontentarsi di un pareggio, mentre la vittoria sul campo degli avversari sarebbe un gran colpo, perchè sarebbero tre punti che di certo i Citizens non avranno contato nelle loro tabelle. Come dicevamo si tratta di due tra le più quotate formazioni a livello europeo, eppure non ci sono precedenti ufficiali: sul particolare dato influisce l’esplosione “tardiva” del Manchester City, che non festeggiava un titolo nazionale dal 1968 e ha dovuto aspettare gli sforzi economici dello sceicco Mansour per allestire una rosa in grado di vincere. Per contro, il Real Madrid è una di quelle squadre che non tramontano mai: le Merengues hanno vinto 9 Coppe dei Campioni, eppure non festeggiano dal lontano 2002 e solo nel 2009/2010 sono riuscite a superare lo scoglio degli ottavi di finale, che mancava da sei stagioni. Il Manchester City invece è arrivato lo scorso anno per la prima, storica volta alla fase a gironi della Champions League: è stato eliminato al primo turno, ma quest’anno ha in più l’esperienza dei giocatori chiave. E’ capitato per la seconda volta consecutiva in un girone di ferro: Mancini non è troppo fortunato, ma ha tutte le armi per venirne fuori. A proposito di Mancini: tra lui e Mourinho è una sfida tra i due allenatori più “longevi” ed amati dell’Inter degli ultimi anni, che si sono anche dati il cambio in panchina: il Mancio ha vinto sei trofei tra il 2004 e il 2008, per lo Special One cinque tra il 2008 e il 2010, con la conquista della Champions League dopo 45 anni di assenza dalla bacheca (clicca qui per approfondire).
Il Real Madrid ha iniziato malissimo la stagione: certo ha vinto la Supercoppa di Spagna strappandola al Barcellona che non falliva l’appuntamento da tre anni, ma la Liga si è aperta con appena 4 punti in 4 partite, frutto di una vittoria (3-0 al Granada), un pareggio (1-1 casalingo contro il Valencia) e due sconfitte, contro Getafe (2-1) e Siviglia (1-0). Le Merengues si possono consolare, per il momento, con la cabala: l’ultima volta che erano partit così male era la stagione 2001/2002, in panchina c’era Vicente Del Bosque e, se la Liga venne effettivamente persa a vantaggio del Valencia, in Champions League arrivò il trionfo nella notte di Glasgow (2-1 al Bayer Leverkusen con il super gol di Zidane). Sono passati più di dieci anni: che al Real Madrid servisse davvero un aiutino dalle coincidenze? Forse sì, ma per ora Mourinho ha altri problemi da risolvere, primo tra tutti l’improvviso mal di pancia di Cristiano Ronaldo che ha fatto sapere di non essere felice per motivi professionali. La società ha provveduto: pronto un accordo da 13 milioni di Euro a stagione. Siamo sicuri, tuttavia, che sia economico il problema di CR7? Qualcuno dice che soffra la rivalità con Messi, che ci sia rimasto male per il premio di calciatore europeo dell’anno a Iniesta; illazioni, la verità non la conosciamo. Dunque, dobbiamo osservare il campo, che ci dice di un Real Madrid confuso e poco organizzato, che non esprime una manovra degna di una grande squadra. Forse potrà aiutare Modric, che questa sera dovrebbe giocare dal primo minuto in luogo di Mesut Ozil, apparso decisamente sulle gambe.
Sta meglio invece il Manchester City: sabato pomeriggio Javi Garcia ha pareggiato la rete di Peter Crouch e dato l’1-1 ai suoi contro lo Stoke, in una partita nella quale Mancini non ha effettuato troppo turnover. I Citizens non hanno ripetuto lo scoppiettante avvio della scorsa stagione, ottenendo finora due vittorie e due pareggi; ma restano nella scia del Chelsea, e comunque la grande affermazione c’è stata a maggio, con la vittoria della Premier League che non capitava da 44 anni, un’eternità. Adesso, il club dell’Etihad Stadium è chiamato a un compito ancora più difficile: confermarsi, dimostrando che il trionfo non è stato frutto del caso o di un’annata singola e slegata dal contesto. Gli investimenti dello sceicco Mansour aiutano, però dal mercato estivo è arrivato poco, se non Rodwell e il suddetto Javi Garcia, oltre a Maicon – sul filo di lana – e Rodwell. Nomi non certo altisonanti come quelli di Tevez, Dzeko, Silva e Aguero, i padroni dell’attacco del City, che può contare anche su Mario Balotelli (che probabilmente partirà dalla panchina). Mancini al 90′ della gara interna contro il Queen’s Park Rangers era sull’orlo del licenziamento, avendo fallito la vittoria di un campionato che aveva dominato. Poi i due gol in due minuti hanno capovolto la storia, e incollato l’ex allenatore di Fiorentina, Lazio e Inter alla panchina della seconda squadra di Manchester (come palmarès). Come detto, però, adesso Mancini deve guidare i suoi a confermare quanto di buono fatto vedere, perchè la strada che passa dall’essere una vincente per un anno al diventare una potenza del calcio europeo è molto lunga, e va percorsa senza arretrare di un centimetro. I primi passi sono stasera: il Real Madrid è un grosso ostacolo, vedremo se il City avrà la forza e la voglia di superarlo.
Comunque andrà sarà una partita spettacolare: in campo ci sono tanti campioni che non sanno cosa sia la tensione di una partita di Champions League. Detto questo, il fatto che si tratti della prima gara stagionale dovrebbe comunque assicurare un atteggiamento a viso aperto da parte di entrambe. Vedremo se sarà così: Real Madrid-Manchester City sta per cominciare, segui e commenta la partita in temporeale sul nostro sito.
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