Il Real Madrid regola con uno scoppiettante 3-2 il Manchester City al Bernabeu. Vittoria in rimonta quella delle Merengues. Tutte le reti piovono nel secondo tempo, con Dzeko che porta inaspettatamente in vantaggio gli ospiti. Marcelo replica dopo pochi minuti con un “piattone” di destro che beffa Hart. Negli ultimi dieci minuti capita l’inimmaginabile: prima Kolarov da posizione impossibile trova la rete del sorpasso per i Citizens, subito dopo il neo entrato Benzema ristabilisce la parità e in fine Cristiano Ronaldo si inventa un gran gol fissando il risultato definitivo. Una vittoria sofferta, ma meritata quella degli uomini di Mourinho, che li permette di primeggiare nel girone D a punteggio pieno dopo un match.
Partita giocata a gran ritmo fin dall’avvio quella che va in scena questa sera al Santiago Bernabeu. Due squadre con moduli speculari che in qualche modo si temono. Il Real nella prima frazione controlla nettamente il gioco, ma non riesce a trovare spazi utili alla conclusione, così da costringere i vari Ronaldo e Di Maria a tentativi sporadici dalla distanza. Gli ospiti d’altro canto esercitano un’ottima fase difensiva con Nastasic e Yaya Tourè sugli scudi. Nella ripresa il City non cambia atteggiamento e grazie a un contropiede azionato da Yaya Tourè si porta in vantaggio grazie alla rete di Dzeko. Il Real non ci sta e il pubblico madrileno può assistere ad una gara pazzesca, che vede alla fine spuntare i padroni di casa per 3-2.
Mourinho sceglie uno schieramento speculare all’avversario preferendo Essien al più offensivo Modric. Chi concepisce questa scelta come un segnale di paura si sbaglia di grosso. Fin dall’inizio sono i Blancos a fare la partita. Di Maria e Ronaldo a volta si fanno prendere dall’egoismo o dalla rassegnazione e ci provano dalla distanza senza impensierire Hart, ma il centrocampo dei padroni di casa non lascia spazio alla manovra avversaria. Nel secondo tempo l’eccessivo pressing viene punito dalla rete in contropiede degli avversari, ma la squadra Campione di Spagna trova il coraggio e la forza che la contraddistingue per reagire e strappare una vittoria preziosa e non facile da dimenticare.
La fase difensiva del City viene messa a dura prova durante la prima frazione, ma gli uomini di Mancini rispondono alla grande limitando le incursioni offensive dei giocatori in casacca bianca. Nella ripresa la mossa di Dzeko, subentrato a Silva paga. La qualità e l’esperienza del team spagnolo alla fine costringono i Citizens alla resa, ma gli spunti positivi che si possono trarre dopo una prestazione del genere non sono pochi. Su tutti, l’atteggiamento attendista e la fase difensiva ormai ben collaudata che tanto ricorda il Chelsea dello scorso anno.
Si limita a non rovinare lo spettacolo in atto tenendo con polso ferreo la gara in pugno. Ammonisce e richiama spesso i giocatori.
Non si sporca le mani fino alla rete subita da Dzeko. Si fa ingannare dalla rincorsa di Kolarov spostandosi sulla sua sinistra prima della battuta.
Più propositivo del solito, si dimostra decisamente in palla contribuendo alla fluidità della manovra madrilena.
Caparbio e affamato, si fa preferire a un certo Sergio Ramos rispondendo alla chiamata con personalità.
Diversi tackle impediscono le ripartenze degli avversari. Chiude più volte Tevez.
Come Arbeloa si mostra molto abile nella circolazione di palla. Legge a meraviglia diversi movimenti senza palla dei compagni e trova un gol meritato dopo due tentativi andati a vuoto.
Nel primo tempo spende tutto il suo ingegno con numerosi lanci profondi. Non sbaglia nulla e non tira mai indietro la gamba nei numerosi contrasti in mezzo al campo.
Parte bene mostrando tutto il suo repertorio utile a schiacciare il City fin dalle prime battute. Con il passare del tempo appare piuttosto fuori forma.
(dal 20’ s.t. OZIL 6 Non sbaglia nessun servizio e dà freschezza alla fase offensiva. Rischia di timbrare il cartellino dei marcatori, ma il colpo di testa non è la sua specialità)
Muscoli e resistenza lo portano a lottare in ogni zona del campo.
(dal 29’ s.t. MODRIC 6,5 Dà maggiore sostanza alla manovra del Real offrendo numerosi scenari agli attaccanti. Il trend viene invertito e le geometrie si moltiplicano)
Inarrestabile e instancabile. Ricarica spesso la nuova azione madrilena con numerosi cambi di fronte. Leggermente egoista in alcune circostanze del primo tempo, riesce comunque sempre a smarcarsi lasciando sul posto gli avversari. Serve a Benzema un pallone che il francese trasforma in oro.
Ci prova più volte trovando terreno fertile tra chi lo fronteggia. Si divora un gol nel finale, ma sale immediatamente in cattedra decidendo un incontro spettacolare.
Sempre in movimento per ricevere il pallone o smarcare i compagni. Non riesce a capitalizzare al meglio le due occasioni che li capitano tra i piedi.
(dal 29’ s.t. BENZEMA 6,5 Si inventa un gol da autore trovando l’angolino giusto in mezzo secondo)
Trova un avversario all’altezza che nasconde numerose insidie. Per questo sceglie un approccio più cauto alla gara. Legge bene la partita spostando il baricentro della gara nella metà campo avversaria. La squadra non aspetta altro e dà vita a un finale incredibile.
Nel primo tempo salva con due parate spettacolari il risultato. Nella ripresa viene preso a sassate costantemente, forse con maggior attenzione avrebbe potuto evitare la rete fche decide la gara.
Non contiene Ronaldo. Si lamenta spesso perchè mal supportato dal centrocampo (e ha ragione), ma allo stesso tempo non riesce a essere preciso in fase offensiva.
Copre in maniera perfetta l’area rimanendo in piede e lottando anche nell’arrembaggio finale.
Si mostra sicuro di fronte al pubblico delle grandi occasioni. Un primo tempo perfetto viene leggermente rovinato da un paio di indecisioni nel finale, ma la prestazione è molto positiva.
Si sgancia spesso da Di Maria lasciando colpevolmente solo l’uomo che dà continuamente iniziativa all’azione avversaria.
Non copre a sufficienza le fasce, rimarcando i difetti che lo rendono inadatto a questo tipo di partite.
Autentica forza della natura. Arriva per primo su numerosi palloni e aziona, spesso anche da solo, ogni ripartenza degli ospiti. Sfiora il gol nella ripresa.
Si fa sovrastare ben presto dal centrocampo avversario non riuscendo a entrare mai in partita. Diversi interventi su Di Maria lo portano alla soglia della sufficienza.
Ci prova più di tutti là davanti, mutando spesso movimenti e fronte di gioco. Un guaio muscolare lo costringe alla resa anticipata.
Non riesce a trovare i giusti spazi per dare una scossa alla gara del City. Non riesce a essere tempestivo quando le poche occasioni glielo permetterebbero.
Si sacrifica molto per la squadra diventando il jolly a centrocampo. Si allarga e rincula spesso dando una grossa mano in fase difensiva.
Sforna finalmente una squadra capace di difendersi a dovere in trasferta, contro una squadra superiore. Rischia forse troppo presto la carta Dzeko, azionando l’onda d’urto madrilena che lo costringe a sventolare bandiera bianca.
(Francesco Davide Zaza)