Massimo Cellino è a Miami, ma dalla Florida non manca l’occasione di far conoscere il proprio punto di vista sull’incredibile vicenda dello stadio Is Arenas di Quartu Sant’Elena, che porterà quasi certamente la sconfitta per 0-3 a tavolino del suo Cagliari nella partita che si doveva giocare ieri pomeriggio contro la Roma (clicca qui per leggere il parere dell’avvocato sportivo Matteo Pozzi). Il presidente dei sardi lo fa a suon di comunicati ufficiali pubblicati sul sito Internet ufficiale del Cagliari. Cellino si difende dalle accuse di essere il principale responsabile di questa brutta storia.



L’ultimo comunicato è proprio di questa mattina (in Italia), e probabilmente sarà quello destinato a fare discutere maggiormente, perché la ‘precisazione della società’ isolana è in realtà un durissimo attacco contro Franco Baldini. Il direttore generale della Roma aveva definito “legittimo, anzi ovvio” il 3-0 a tavolino in favore dei giallorossi che molto probabilmente verrà sancito nella giornata di oggi dal giudice sportivo Maurizio Tosel. Per Cellino tutto questo significa cercare di speculare sulle disgrazie altrui, e dunque paragona Baldini ad un avvoltoio. Ecco l’esatto contenuto del comunicato: “La Società Cagliari Calcio comprende i principi del Sig. Baldini pur non condividendoli, perchè chi spera di avvantaggiarsi delle disgrazie altrui non può essere contraddistinto come tale. Se così fosse, a quel tipo di uomo di principi, il suo più appropriato stemma sarebbe quello dell’avvoltoio. Nonostante questa presa di posizione di Baldini, sappiamo che non rappresenta lo spirito dei romanisti, ai quali rimarremo sempre amici, in considerazione dei bei trascorsi e della lealtà che nel passato la nostra squadra ha avuto modo di apprezzare”.



Ovviamente tutto questo parte dal fatto che Cellino non accetta l’idea della sconfitta a tavolino del suo Cagliari. A questo proposito, era stato chiarissimo il comunicato di qualche ora prima (nella notte italiana), nel quale il presidente del Cagliari attacca pesantemente lo stesso Tosel (o meglio, gli dice che il giudice sportivo non può agire su una partita rinviata dal Prefetto) e il presidente della Lega Calcio Maurizio Beretta, che a sua volta era stato assai critico nei confronti di Cellino. Ecco il contenuto di quest’altra comunicazione, che certamente non contribuirà a migliorare la situazione di Cellino e della società sarda (a rischio ulteriore di deferimenti): “Stupisce che il Presidente della Lega non conosca i limiti del suo ruolo e con dichiarazioni del tutto fuori luogo detti i tempi, anticipi e si sostituisca al giudice sportivo che è organo terzo rispetto alla Lega. Confidiamo, quindi, che il dott. Tosel, contrariamente ad altri, nella sua inviolabile autonomia, comprenda quanto appare di solare evidenza: ovvero che Cagliari-Roma è stata rinviata a data da destinarsi dall’autorità prefettizia e quindi cancellata dal programma delle gare della quarta giornata del campionato di Serie A. Conseguentemente, nessun pronunciamento, anche alla luce della apertura di un indagine da parte della procura federale, può essere adottato dal giudice sportivo in primo grado su una gara che da sabato notte non era più in calendario e che non ha visto il compimento di alcuna delle attività peraratorie relative allo svolgimento dell’incontro tanto da parte degli ufficiali di gara quanto da parte delle due società coinvolte”.



Sul merito della paradossale situazione che si era creata, ecco come Cellino aveva spiegato il suo punto di vista sull’intera vicenda nella prima delle tre comunicazioni, sostenendo che il suo solo scopo era proprio quello di evitare incidenti: “La Cagliari Calcio prende atto della decisione del Prefetto di Cagliari di differire ad altra data la gara odierna con la A.S. Roma, pur non condividendone le motivazioni che vorrebbero ascrivere alla Cagliari Calcio la responsabilità del rinvio. Dopo la nota N. 555/00353/2012/ONMS del 20.9.2012 dell’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive presso il Ministero dell’Interno, indirizzata alla Prefettura e alla Questura di Cagliari e per conoscenza alla Lega Nazionale Professionisti di Serie A, che contemplava espressamente l’accesso ai ‘tifosi fidelizzati’ della squadra di casa a determinate condizioni, che sono state tutte rispettate e operative presso lo stadio Is Arenas, la Cagliari Calcio è rimasta in attesa del provvedimento prefettizio che adeguasse le prescrizioni di accesso allo stadio secondo quelle indicazioni. Nel frattempo, aveva notizie anche tramite internet di gruppi di tifosi che si sarebbero costituiti e portati comunque presso lo stadio Is Arenas in occasione della partita sprovvisti di titolo di ingresso. Tra l’altro, lo scorso anno, alla partita con la Roma, erano presenti sugli spalti oltre 18.000 persone. Denunciando il proprio sconforto, tenuto conto della nota dell’Osservatorio, la Cagliari Calcio si è preoccupata di contribuire ad evitare che i tifosi non fidelizzati andassero allo stadio a manifestare scompostamente. In tal senso, ha scritto in positivo, raccomandando la presenza unicamente ai tifosi fidelizzati, che ovviamente avrebbero potuto accedere allo stadio solo nel rispetto dell’ordine delle Autorità e in modo civile e, secondo i dati di vendita, i tifosi fidelizzati risultavano per la maggior parte donne e bambini. E’ fin troppo evidente che giammai la Cagliari Calcio ha inteso contravvenire a qualunque ordine delle Autorità e ne è conferma che, già martedì 18 settembre, era stata sospesa ogni vendita di biglietti per una partita di “cartello”, quale la gara odierna, a seguito di invito in tal senso del Prefetto di Cagliari. Si esprime profondo rammarico per come la situazione sia stata male interpretata dagli organi di informazione e da alcuni commentatori, che nessuna attenzione hanno riservato invece all’impegno di tante persone, che in soli quattro mesi hanno portato pressoché a termine la ristrutturazione dello stadio Is Arenas, finanziato unicamente con risorse della Società senza alcun contributo pubblico e che rappresenta uno sforzo eccezionale e un motivo di orgoglio per tutta la Sardegna”.