Non solo papere in serie A: se il goffo intervento con cui Maarten Stekelenburg ha offerto su un piatto d’oro il pareggio alla Sampdoria è stato discusso e analizzato nei minimi dettagli, non stanno passando inosservate le prestazioni di alcuni portieri che magari non hanno il blasone dei Buffon e degli Handanovic ma sono grandi specialisti del ruolo. Da Zeljko Brkic a Gianluca Pegolo passando per Andrea Consigli, chi in questo inizio di serie A si è messo maggiormente in luce è Jean François Gillet, estremo difensore del Torino. Belga di 33 anni, è in Italia da 13 stagioni; una nel Monza che lo acquista dallo Standard Liegi, poi undici a Bari con una parentesi di un prestito a Treviso. Lo scorso anno a Bologna, da luglio 2012 in granata. Il rendimento di Gillet non ha mai conosciuto soste, nel corso degli anni si è confermato sempre uno dei migliori interpreti del suo ruolo. Eppure, il belga non ha mai avuto l’occasione di approdare in una grande squadra. Perché? Può incidere l’altezza (181 cm) che lo limita? Lo abbiamo chiesto a Fabrizio Lorieri, che per tre stagioni (tra il 1986 e il 1989) ha vestito la maglia del Torino. “Sicuramente l’altezza non l’ha aiutato nella sua carriera“, dice in esclusiva a Ilsussidiario.net, “ma è un portiere di grande affidamento. Probabilmente ha pagato il fatto che in tutti questi anni in cui ha giocato in Italia si cercavano portieri di una certa statura e di una certa prestanza fisica. Lui però riesce a sopperire con una grande agilità e una grande esperienza, perché ormai sono tantissimi anni che gioca in Italia, quindi ha acquisito una scuola prettamente italiana che gli fa superare i ‘problemi’ di altezza con ottime prestazioni”. Lorieri, oggi preparatore dei portieri del Lecce (società per cui ha giocato quattro stagioni), ci rivela che “io non bado molto all’altezza, per me bisogna badare al sodo, alla sostanza, e per me Gillet è uno dei migliori”. Sul fatto che non abbia mai giocato per grandi squadre dice: “Avrebbe potuto farlo, per le sue doti non avrebbe avuto problemi; probabilmente però è stata anche una scelta di vita: ha voluto rimanere a Bari tanti anni e ha anche sposato una ragazza della città, per cui ha considerato più importante i legami con Bari”. Lorieri commenta anche l’inizio di stagione del Torino, che ha raccolto 6 punti (ma sono 5 per la penalizzazione):
“Conosco molto bene Ventura, avendolo avuto per due anni come allenatore a Lecce; so bene quale sia la sua filosofia di gioco, quanto sia scrupoloso nel preparare le partite. E’ un tecnico che dà una grande organizzazione alla squadra. Ambizioni del Torino? Sicuramente non può fare un campionato da parte sinistra della classifica, però è una squadra che si può salvare in modo tranquillo; ha dei buoni giocatori e un allenatore che riesce a far giocare molto bene le sue formazioni”.
(Claudio Franceschini)