Una notizia clamorosa ha scosso l’ambiente Udinese: Danilo Larangeira, difensore brasiliano di 28 anni dal 2011 in Friuli, è stato condannato ad un anno di carcere. Teresa de Almeida Ribeiro Magalhaes: è questo il nome del giudice del tribunale di Sao Paulo che ha emesso la sentenza. Cos’è accaduto? Il Messaggero Veneto riporta che i fatti risalgono all’epoca in cui Danilo militava nel Palmeiras, ovvero tra il 2009 e il 2011 (dal Verdao è poi stato acquistato dall’Udinese). Nel corso di una partita di Coppa del Brasile, nel 2010, il difensore avrebbe apostrofato il difensore centrale dell’Atletico Paranaense Manoel con un “Alzati macaco” per poi rifilargli anche un pestone. Per la cronaca Manoel ha 22 anni, e gioca ancora nel club di Curitiba. Una scena come tante altre: purtroppo sui campi da calcio siamo abituati ad assistere a episodi di antisportività, insulti, fino anche alle mani addosso. Senza voler giustificare nessuno, a volte si tratta della tensione che accompagna una partita; spesso e volentieri al fischio di gara è tutto dimenticato. Non così per Manoel che, forse anche consigliato dal club (ma sono supposizioni) ha pensato bene di sporgere denuncia. Risultato: per Danilo è arrivata la stangata, sotto forma di sentenza che gli impone un anno di prigione per insulti razzisti. Immediata la reazione sdegnata dell’Udinese: Giampaolo Pozzo non ha perso tempo e ha fatto sapere che l’Udinese si schiera totalmente dalla parte del suo giocatore. “Sentenza ridicola e assurda”, le parole del patron friulano, “mi sembra che nessuno degli addetti ai lavori abbia sottolineato come una decisione del genere sia fuori da ogni logica comune”. E ancora: “Danilo è un ragazzo serio, un professionista esemplare e che nel corso di questi anni in bianconero non  ha mai avuto alcun atteggiamento incivile e nemmeno irrispettoso”. Poi ha voluto lanciare un messaggio alla : “Dovrebbero interessarsene anche loro, e comunque in Italia una cosa simile non potrebbe accadere per effetto della clausola compromissoria prevista dai nostri regolamenti”. In parole povere, la clausola compromissoria impone ai calciatori di rimettersi al giudizio degli organi della federazione per ogni controversia inerente all’attività sportiva. Sottolinea Pozzo che, non fosse così, ogni partita finirebbe con una serie di denunce, quantomeno buona parte delle gare. Intanto l’Udinese, molto probabilmente, non perderà comunque il suo giocatore: 



Dopo il ricorso Danilo potrebbe cavarsela con una multa pari a 130.000 euro. Resta il fatto: che rischia di creare un precedente quantomeno in Paesi nei quali la clausola compromissoria non sia prevista dalle regole. Un episodio simile si era verificato in Inghilterra lo scorso ottobre: ormai celebri gli insulti razzisti a Patrice Evrada parte di Luis Suarez, con tanto di mancata stretta di mano all’incrocio successivo. L’uruguayano scontò allora una maxi squalifica, la stessa che toccò a Pepe del Real Madrid quando prese letteralmente a calci un avversario che era rimasto a terra. In Italia il pensiero ovviamente corre subito agli insulti razzisti ricevuti da Kevin Prince Boateng lo scorso 3 gennaio, ma si tratta comunque di un altro episodio, dove comunque non c’è stata violenza.

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