In tutto il mondo del calcio, Pep Guardiola è l’uomo del giorno. L’annuncio dell’accordo tra l’allenatore spagnolo e il Bayern Monaco è sulle prime pagine di tutti i giornali oggi, e c’è già grande attesa per il ritorno in attività dell’artefice del grande Barcellona degli ultimi anni. A partire da luglio lo vedremo in azione in Germania, in quella che – sotto molti punti di vista – è la società più simile ai blaugrana: una scelta dunque perfettamente logica, visto che Guardiola non dovrebbe avere particolari problemi ad esportare il suo modo di giocare in Baviera (clicca qui per leggere l’opinione di Stefano Bizzotto su questa vicenda). L’ex giocatore di Brescia e Roma non ha voluto rilasciare commenti dopo l’ufficializzazione dell’accordo, ma proprio oggi la Fifa ha pubblicato sul suo sito ufficiale l’intervista che Guardiola aveva concesso alla Federazione mondiale una decina di giorni fa, in occasione della cerimonia di premiazione del Pallone d’Oro 2012, che aveva visto il quarto trionfo consecutivo del suo pupillo Lionel Messi. Ovviamente non ci sono riferimenti al Bayern Monaco – anche se ora sappiamo che la firma risale addirittura a prima di Natale – ma comunque è molto interessante andare a leggere cosa ha detto lo spagnolo in questa intervista. Per prima cosa ha commentato il fatto che per l’ennesima volta era entrato nella rosa dei tre candidati al premio di miglior allenatore – nonostante nel 2012 avesse vinto solo la Coppa del Re e si sia poi ritirato: “E’ un onore e un orgoglio avere raggiunto ancora una volta questo traguardo, però questo non vuol dire che puoi pensare di essere migliore degli altri. Semplicemente sono stato fortunato ad essere alla guida di una grande squadra che mi ha dato la possibilità di essere qui”. Perfetto stile-Guardiola, modesto e grato al Barcellona. Poi ha ribadito che aveva bisogno di uno stacco, e di certo qualche mese a New York (città dove il calcio non ha certo molta importanza) è stata una nuova esperienza di vita: ma, aveva aggiunto, “ho solo 41 anni e l’anno prossimo tornerò ad allenare”. Cosa gli manca della vita dell’allenatore? “La partita, e fare tutto il possibile per vincere. Di tutto quello che ruota attorno al calcio posso fare benissimo a meno, ma mi manca ragionare su come battere l’avversario decidendo chi schierare in campo”.



Pep è anche consapevole del fatto che tutti i successi ottenuti col Barcellona gli metteranno grande pressione nelle sue prossime esperienze, “ma non cambierei mai quello che è successo”; invece gli hanno dato fastidio tutte le voci sulle squadre a cui è stato accostato (“per rispetto ai loro attuali allenatori”). Sarà per questo che ha scelto il Bayern, il cui allenatore Heynckes si ritirerà a fine stagione? Tra le ipotesi ci sono state addirittura le Nazionali di Brasile e Argentina, “ma io credo che l’allenatore di una Nazionale dovrebbe essere di quello stesso Paese”, è stata la chiara risposta di Pep. Il principio del suo Barcellona era altrettanto chiaro – e apparentemente semplice: “Gioca con la palla, fai tutto con la palla. Il nostro sistema è semplice: passare la palla tra i nostri giocatori finché c’è la possibilità di fare gol”. Cosa che sta continuando a fare alla grande pure il suo ex vice Tito Vilanova, e che invece Guardiola da luglio proverà a fare anche in Bundesliga.

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