Cristiano Ronaldo e Messi sono entrambi giocatori eccezionali, ma totalmente diversi tra loro e il calcio vive proprio della differenza tra le sue stelle. Messi è un bravo ragazzo, il figlio che tutti i papà e tutte le mamme vorrebbero avere; è velocissimo, non è esibizionista, danza con la palla, è uno che sta simpatico e questo lo rende così popolare. L’altro (Ronaldo, ndr) è qualcosa di diverso, è come un comandante sul terreno di gioco (con tanto di imitazione isterica, ndr); ma questa è un’altra componente del calcio, è un bene avere giocatori così autoritari in campo. Questo dualismo dà vita al calcio: certo, uno dei due spende più soldi dal parrucchiere ma non importa. Non posso dire chi è il migliore, avremo il pallone d’oro a gennaio. Mi piacciono entrambi ma preferisco Messi“. Questo (ed altro) ha detto Sepp Blatter, presidente della FIFA e quindi massima autorità calcistica in forme d’essere umano. Queste parole sono bastate a scatenare un mezzo putiferio: Cristiano il Guascone (citando dal Cyrano de Bergerac) se l’è presa su Twitter; il Real Madrid s’è indignato in conferenza e anche Ancelotti ha dovuto accodarsi allo sdegno di Florentino Perez, che ha scritto al presidente una lettera di protesta a nome del club. Perché? E’ davvero il caso di offendersi? A modo suo Blatter ha detto la verità, tutta e nient’altro che. O quasi: Messi non sprizza simpatia da tutti i pori, è tanto anonimo mediaticamente quanto incisivo sul campo. Cristiano suscita qualcosa in più e può essere una vaga o più marcata antipatia, per quel tratto un pò sborone che ne caratterizza il personaggio (non persona, quella chi la conosce?). E molto probabilmente quei due euro in più dal barbiere li spende davvero. Però è vero e come nei grandi film: l’antagonismo tra il “buono” e il “cattivo”, l’angioletto argentino e il macho portoghese esalta quello tra Barcellona e Real che a sua volta insaporisce una Liga altrimenti un pò insipida, con tutto il rispetto. Anziché offendersi il Madrid dovrebbe compiacersi, e tenersi stretto il suo Ronaldo: sai che noia senza lui, o Ibra, o Cassano, gente capace di spettinare le aspettative ed invitarci a pensare, confrontare, scegliere. Di Blatter se ne possono dire altre, Maradona gli ha dato del mafioso e c’è chi gli si accoda; ma davanti agli universitari di Oxford, il presidente ha recuperato un giudizio autentico e non di circostanza, da appassionato di calcio come uno di noi. Cosa sarebbe questo gioco, o business che dir si voglia, senza le diversità dei suoi protagonisti e le rivalità che ne scaturiscono? Se proprio bisogna offendersi, basta un bel ‘vaffa’ sottovoce. Oppure andiamo avanti così, a frasi fatte e giudizi neutri perché se no qualcuno si offende; e allora giù insulti alle autorità in-competenti.



(Carlo Necchi)

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