Solitamente quando sei figlio d’arte i luoghi comuni sono all’ordine del giorno. Se fai strada ti prendono per un raccomandato, se fallisci fanno il paragone con il parente più importante. Insomma non è tanto facile essere “il figlio di”. Sicuramente ne sa qualcosa Andrea Mancini, classe 1992, centrocampista dell’Honved, squadra ungherese di grande tradizione, radicata fin dagli anni ’50 del secolo scorso. Lui è il figlio di Roberto Mancini, uno dei più grandi giocatori italiani di tutti i tempi e oggi apprezzato allenatore del Galatasaray, che ha già vinto sulle panchine di Lazio, Inter e Manchester City. Andrea Mancini, in esclusiva per IlSussidiario.net, ha parlato del suo attuale momento in Ungheria, dei suoi sogni nel cassetto e anche del padre Roberto.



Andrea, nonostante la giovane età hai viaggiato molto nel mondo del calcio. Oggi sei in Ungheria, come vanno le cose? Ovviamente ho dovuto ambientarmi ad una nuova realtà, una nuova lingua, però ora mi trovo molto bene, sto migliorando molto anche dal punto di vista sportivo, sono contento di questa avventura.

Come mai hai scelto l’Honved? E’ una squadra di ricche tradizioni, negli anni ’50 era un po’ come il Real Madrid di oggi, ha militato anche il grande Puskas in questa squadra. C’è anche molta Italia qui perché l’allenatore è Marco Rossi (49 anni, ex difensore del Piacenza, ndr), e anche il direttore sportivo è italiano. E ci sono anche giocatori che sono stati in Italia per tanti anni, come Raffael Alcibiade, Drissa Diarra, Thomas Job e Ayub Daud.



Come giocatore è cambiata la tua posizione in campo? Sì, io sono nato come trequartista o esterno d’attacco, oggi invece nel 4-3-3 gioco come mezz’ala o regista davanti alla difesa. Mi trovo bene anche se all’inizio ho sicuramente faticato, ho fatto grandi prestazioni e altre meno buone ma ho capito il ruolo.

Di Biagio, tecnico dell’Under 21, sembra ti stia seguendo. Contento? Ho sentito anche io queste voci, per ora si parla di essere seguito, ma essere convocato sarebbe un sogno per me. Io lavoro sempre al massimo per arrivare a prendermi certe soddisfazioni.

Giocare all’estero potrebbe sfavorirti? Non credo perché in Italia è difficile emergere quando si è giovani, non a caso molti talenti dell’Under 21 che è arrivata in finale all’Europeo sono andati via dall’Italia.



Quanto è stato difficile per te convivere con un cognome così pesante? Non è facile quando sei figlio di uno dei più grandi giocatori italiani. Ho cercato di lavorare il doppio, di dare il 200%, la gente parlerà sempre ma ormai non ci penso più, so che quello che sto avendo dal calcio è frutto del mio sacrificio. 

Oggi l’Ungheria, un domani non ti vedi in Italia? Ovviamente il sogno è quello di poter giocare in Serie A in Italia anche se qui in Ungheria sto bene. Mi piacerebbe poter vestire la maglia della Sampdoria e ripercorrere la carriera di mio padre.

Tra l’altro il nuovo tecnico dei blucerchati è Mihajlovic, grande amico di tuo padre…

La Sampdoria si salverà quest’anno grazie a Sinisa, che è un ottimo tecnico e punta molto sui giovani, magari faccio bene questi altri sei mesi e mi porta a Genova (ride, ndr).

Nel nuovo ruolo a quale giocatore ti ispiri? Mi è sempre piaciuto fin da piccolo Frank Lampard, centrocampista con una media realizzativa da attaccante.

Ti aspettavi il Galatasaray agli ottavi di finale di Champions? Onestamente no: per mio padre sarei stato contento anche del passaggio in Europa League, ma devo dire che il suo successo mi ha reso molto felice per lui.

In Italia si è parlato tanto di quella partita… Pure troppo direi, ho sentito e letto cose assurde. E’ vero, il campo avrà penalizzato anche i giocatori più tecnici della Juventus, ma la qualificazione del Galatasaray è meritata. Papà ha preso la squadra in un momento difficile e l’ha cambiata. Non si può pensare al Galatasaray in finale di Champions, però la squadra ha fatto un passo importante.

Tuo padre ha vinto in Italia, in Inghilterra, potrebbe vincere in Turchia. Dopo ci sarà la Nazionale?Forse è meglio chiedere a lui, di certo è uno dei grandi allenatori italiani, ma per il momento è meglio lasciare lavorare Prandelli che sta facendo grandi cose. E poi papà ha un contratto con il Galatasaray e sono convinto che voglia fare bene lì. In futuro si vedrà.

(Claudio Ruggieri)