Ormai gli oriundi sono tornati a tutti gli effetti una componenente del nostro sport. Basti pensare al rugby e al suo ultimo eroe, Luciano Orquera, man of the match nell’impresa contro la Francia. O all’apporto di Mauro German Camoranesi ai mondiali 2006. L’ultimo caso è quello di Mauro Icardi, baby prodigio conterraneo di Leo Messi. Il giovanissimo attaccante della Sampdoria è una delle sorprese del campionato in corso: sinora ha segnato 7 gol in 17 partite, concedendosi anche un poker nel 6-0 contro il Palermo. Icardi possiede il passaporto italiano, e non è ancora stato convocato nella nazionale A dell’Argentina. Per questo sono in tanti a chiedersi (e sperare) se l’attaccante sceglierà la maglia azzurra. Per ora dal diretto interessato non arrivano segnali, ma solo un tentennamento che sa di opportunismo: come dire, mi dono al miglior offerente, con la piccola differenza che si parla di nazionali e non di club. Ma questa per ora resta una supposizione infondata ed anche un pò maligna, perché non si conosce la volontà di Icardi in merito. Dal canto suo Prandelli ha citato l’esempio di Thiago Motta, che a suo dire ha voluto fortemente la nazionalità italiana e la nazionale azzurra. Molti sognano già un tridente Balotelli-El Shaarawy-Icardi, ma il ct frena: l’Italia dev’essere una scelta, non un’opportunità.