Amichevole di lusso questa sera ad Amsterdam: alle 20:30 l’Italia di Cesare Prandelli scende in campo contro l’Olanda, sulla strada della preparazione ai Mondiali del 2014 (le qualificazioni sono ancora in corso). Non c’è in ballo nulla: solo il prestigio internazionale (gare simili non si vogliono mai perdere) e appunto la verifica di uno stato di salute che diventerà importante quando riprenderanno gli impegni ufficiali. I giocatori sono in piena forma: la stagione è ripartita, le squadre di club sono a pieno regime e non dovrebbero esserci problemi di scarsa condizione. Per l’Italia si tratta di invertire una tendenza: con Prandelli la Nazionale ha perso sette amichevoli su dodici e, anche se come detto conta poco, gli Azzurri vogliono ovviamente migliorare il dato. Che è ottimo contro l’Olanda: nelle amichevoli non abbiamo mai perso contro gli Orange, addirittura nel novembre del 2005 vincemmo 4-1 ad Amsterdam e l’anno seguente fummo campioni del mondo. Le amichevoli sono state 11: abbiamo sei vittorie e cinque pareggi, in Olanda il bilancio parla di due vittorie e tre pareggi. In totale i precedenti sono 17 e anche qui siamo in vantaggio: sette vittorie degli Azzurri contro le tre degli avversari, sette pareggi. Va detto però che negli impegni ufficiali di una certa importanza l’Olanda ha sempre avuto la meglio: nel girone eliminatorio degli Europei 2008 gli Orange si imposero 3-0 (poi arrivarono fino ai quarti di finale, stesso risultato centrato dagli Azzurri di Donadoni), c’è una sconfitta a Rotterdam per 1-3 nelle qualificazioni agli Europei del 1976, e il rovescio più doloroso di tutti: 1-2 a Buenos Aires nella partita che ci avrebbe potuto spalancare le porte della finale al Mondiale 1978. Dolcissimo invece il precedente del 2000: nella semifinale di Amsterdam all’Europeo del 2000 gli Orange allenati da Frank Rijkaard dominarono, ma alla fine fu l’Italia a passare ai calci di rigore, con Francesco Toldo eroe della serata e quattro calci di rigore sbagliati dagli olandesi (di cui due nel corso dei tempi regolamentari). Insomma: lo stadio di Amsterdam ci porta bene. Nella nazionale di Louis Van Gaal non ci sono elementi che giocano in Italia: Sneijder è appena partito dalla nostra serie A e in ogni caso non è stato convocato, stesso destino per Maarten Stekelenburg. Tanti invece i calciatori olandesi che in passato hanno militato nel nostro campionato: si va dal celebre trio del Milan Rijkaard-Gullit-Van Basten ai due olandesi dell’Inter Bergkamp e Jonk, fino a Vink e Van’t Schip che militarono nel Genoa degli anni Novanta, e poi altri ancora (Seedorf e Davids). Recentemente abbiamo avuto Eljero Elia, campione d’Italia ai margini della Juventus di Antonio Conte; gli italiani in Olanda si contano invece sulle dita di una mano: Marco De Marchi ha giocato tre stagioni nel Vitesse, mentre Graziano Pellè ha vinto la Eredivisie con la maglia dell’AZ Alkmaar, ha fatto ritorno in Italia e oggi gioca nel Feyenoord, dove Ronald Koeman lo ha rivoluto. 



L’Olanda ha aperto il nuovo corso dopo la fallimentare esperienza dell’Europeo 2012. L’eliminazione al primo turno, pur in un girone di ferro che comprendeva Germania, Olanda e Portogallo, non è stata digerita dai vertici della Federazione che di conseguenza hanno deciso di esonerare Bert Van Maarwijk e di richiamare Louis Van Gaal, allenatore storico del calcio olandese che in passato ha allenato Barcellona, Ajax e Bayern Monaco. Van Maarwijk aveva comunque fatto bene nel suo mandato: con lui la squadra aveva rinverdito i fasti della squadra che negli anni Settanta centrò per due volte la finale mondiale. Giocatori come Cruijff, Neeskens, Rensenbrink, Rep e Haan probabilmente non ci saranno più, ma la generazione degli anni Duemila ha comunque conteso l’alloro alla Spagna (sconfitta 1-0 ai supplementari) ed è sempre stata un’ottima nazionale, pur senza arrivare a grossissimi risultati. Con Van Gaal si è aperto al nuovo corso: dentro tanti giovani di talento ma forse ancora leggermente acerbi, guidati da alcuni veterani (Sneijder sarà il capitano, poi ci sono Van Persie, Kuyt, Robben, Mathijsen) che avranno il compito di indicare la via. L’obiettivo per il Mondiale in Brasile non potrà essere quello di vincere, ma una squadra come l’Olanda non può esimersi dal provarci sempre. Sarà Van Gaal a dover fare crescere in fretta i vari Clasie, De Vrij, Daley Blind, Janmaat, Lens; e cercare con loro di aprire un ciclo vincente come fu quello del grande Rinus Michels.



L’Italia ha seguito un percorso simile, ma la rifondazione è nata anche prima. Qui la debacle è arrivata al Mondiale in Sudafrica, quando la Nazionale del Lippi bis fu eliminata al primo turno senza una vittoria (nemmeno contro la Nuova Zelanda). Da lì si è deciso di affidare la squadra a Cesare Prandelli, allenatore che con Parma e Fiorentina aveva dimostrato di saper lavorare molto bene con i giovani. Così è stato anche con gli Azzurri: il Commissario Tecnico ha mantenuto naturalmente qualche veterano in formazione (Buffon, Pirlo, De Rossi) ma ha affiancato loro giovani interessantissimi come El Shaarawy e Balotelli, richiamando inoltre Antonio Cassano che è stato protagonista all’ultimo Europeo. Lì la nostra Nazionale ha dimostrato di potersela giocare: ha raggiunto la finale al termine di un cammino esaltante, è stata battuta dalla Spagna ma ha fatto vedere carattere ed entusiasmo, e soprattutto di avere una buona base dalla quale ripartire. Gli innesti recenti di Florenzi, Astori e Verratti fanno capire come Prandelli abbia intenzione di creare un gruppo che duri nel tempo, non necessariamente improntato alla vittoria dei prossimi Mondiali ma sicuramente alla voglia di centrare comunque traguardi importanti. Del resto solo sei anni e mezzo fa gli Azzurri hanno vinto un Mondiale, dunque l’obiettivo minimo deve essere quello di provare ad arrivare in finale. Prandelli ha ancora un anno e mezzo per plasmare la sua squadra ideale, lavorare sul gruppo e fare in modo che i giocatori arrivino pronti al grande appuntamento.



Questa sera il risultato non conta: le due nazionali potranno dunque giocare libere da pressioni ed eventualmente regalare spettacolo. Sarà interessante vedere i vari giovani all’opera: ci saranno in campo calciatori che rappresentano il futuro del calcio mondiale, vedremo se saranno già protagonisti. Non resta che dare la parola al campo: Olanda-Italia sta per cominciare…

 

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