27 partite, 23 vittorie 3 pareggi 1 sconfitta, 78 gol segnati 13 subiti, 20 punti di vantaggio sulla seconda: con questi numeri, che stracciano la Bundesliga 2013, il Bayern Monaco di Jupp Heynckes si presenta ai quarti di finale di Champions League, che li vede opposto alla Juventus, una delle forze emergenti del panorama europeo. C’è molta curiosità prima di questo confronto, banco di prova soprattutto per i “nostri” ma a ben vedere anche per i tedeschi. Chiamati a confermarsi per proseguire nel cammino europeo e riscattare le recenti sconfitte, contro Inter (2010) e Chelsea (2012) nelle ultime finali disputate. Nella conferenza prepartita i pilastri Muller e Kroos hanno intessuto le lodi di Pirlo, chiamandolo “maestro”: come si dovranno comportare sul campo per limitarlo? Attenzione anche alla fascia destra, dove il capitano, Philip Lahm, potrebbe aprire varchi importanti sfruttando l’apparente inferiorità del dirimpettaio, che sia Peluso oppure Asamoah. Senza dimenticare il fattore mentale, componente essenziale di ogni incrocio Italia-Germania, che solitamente dà un vantaggio alle nostre squadre per quella velata paura che alcune sconfitte storiche hanno generato nei tedeschi. Per introdurci a Bayern Monaco-Juventus dal versante bavarese ilsussidiario.net ha contattato in esclusiva Giorgio Ciaschini, collaboratore di Carlo Ancelotti dagli anni del Milan.
“Questione-Pirlo”: una squadra come il Bayern deve puntare a limitarlo a uomo o giocando di squadra? Andrea (Pirlo, ndr) sa smarcarsi molto bene dalla marcatura a uomo, cui ormai è abituato perché bene o male ci provano tutti. Sarà importante avere un giocatore a ridosso di Pirlo, ma la soluzione, per entrambe le squadre, è non fermarsi a lui.
In che senso? Per la Juventus sarà importante non dipendere dagli smarcamenti di Pirlo, così come per Bayern avere più opzioni per controllarlo ed impostare l’azione.
Robben parte spesso dalla panchina ultimamente: si può davvero rinunciare a uno come lui in un quarto di Champions? Sono anzitutto da verificare le sue condizioni, perché è un giocatore importantissimo ma un pò fragile. Detto ciò lui solitamente parte da destra ed è efficace nel puntare l’uomo e sfruttare la sua velocità per mettere in difficoltà i terzini. L’alternativa è Muller, che è più potente e bravo a tagliare centralmente inserendosi in zona tiro. L’esclusione di Robben in favore di Muller ci può anche stare, anche se entrambi hanno una forza unica.
A destra c’è Lahm, che sarà opposto a uno tra Asamoah, un pò sottotono ultimamente, e Peluso, che ha meno esperienza: può essere un duello chiave?
Lahm è uno dei migliori terzini del mondo, su questo non ci piove. Però attenzione, è riduttivo pensare a questa partita come una sfida di singoli. Battere la Juventus non vuol dire vincere un duello ma reggere la forza della sua collettività, tenendo i suoi ritmi.
Siamo all’ennesimo confronto Italia-Germania: non crede che i tedeschi facciano più paura prima, come succede spesso? Credo che, così come la nostra (del PSG) partita col Barcellona, quella tra Bayern e Juventus si giochi più a livello psicologico che strettamente tecnico.
In che senso? Non si può andare all’Allianz Arena pensando di contenere e basta, perché così si va “sotto” anche dal punto di vista mentale, quasi aspettando di subire il colpo. La Juventus non dovrà giocare a cento all’ora come al solito, ma essere decisa a contrastare il Bayern in ogni zona del campo. Così si assume più convinzione: spesso queste sfide sono una questione di mentalità.
(Carlo Necchi)