E’ uno 0-0 davvero brutto quello che scaturisce dalla partita del Massimino: Catania e Cagliari non si fanno male e si prendono un punto a testa. Per gli isolani, manna dal cielo: un passo in più verso una salvezza importante e ancora una volta una squadra che va al di là delle proprie forze. Diverso il discorso per il Catania, che esattamente come l’anno scorso si siede sul più bello, quando potrebbe fare lo scalino ulteriore e presentarsi in zona Europa. Questione di testa: Maran dovrà lavorare anche su questo.



Il campionato del Catania resta straordinario, ma partite come questa fanno ampiamente capire come gli etnei debbano maturare: poteva essere una grande opportunità per mettere pressione a chi sta davanti e giocarsi davvero l’Europa, invece la squadra non ha giocato e così ora l’Udinese risale la china (adesso è a un solo punto) e le altre rischiano di scappare. Il record di punti è sempre dietro l’angolo e sarà raggiunto, ma ci aspettavamo altro.



Mezzo voto in più perchè giocava in trasferta e tutto sommato il pareggio era un risultato accettabile anche alla vigilia; capito che il Catania non aveva intenzione di affondare, la squadra di Pulga si è adeguata al ritmo blando della partita e senza soffrire – anzi creando più degli avversari – ha portato a casa il pareggio. Attenzione però, perchè arriveranno partite più complicate.

Si adegua alla mediocrità della partita lasciando spesso giocare, anche se trova il modo di ammonire non pochi giocatori del Cagliari.

Attento nelle pochissime occasioni in cui gli è dato di toccare palla.



Bravo a reggere su Sau e Avelar, tiene la posizione.

Segna un gol fantastico, peccato lo faccia a gioco fermo. E si prende un giallo (esagerato)

Non deve sudare per portare a casa la pagnotta.

Poche discese, pochi affondi, dietro almeno non balla troppo.

Prova a cucire i reparti con abnegazione, ma il risultato non è esaltante.

Deve sostituire Lodi: giocatore diverso, è in difficoltà e si vede. ()

Corre, almeno quello; ma è decisamente appannato.

Poco, troppo poco. C’è da dire che il ritmo della partita non l’ha aiutato.

( Con poco tempo a disposizione non poteva certo fare miracoli.

Nessun guizzo, nessuno spunto: gara anonima.

Aveva una grande occasione per emergere, la spreca. ()

Non deve mai intervenire: partita di assoluta tranquillità.

Sfortunatissimo: si infortuna durante uno scatto e deve lasciare subito il campo.

( Sciupa una buona occasione, però è uno dei più brillanti in una gara che si spegne subito)

Giornata in ufficio: non deve fare un singolo intervento difficile.

Come il suo compagno di reparto, vive un pomeriggio di assoluta calma.

Garantisce una buona presenza sulla fascia sinistra, è uno di quelli che si sbattono di più.

Sguazza nella mediocrità della partita senza dannarsi l’anima.

Giornata di riposo, imposta ritmi bassissimi e la squadra risponde di conseguenza.

Il più incisivo, come spesso succede; niente di che, ma almeno ci prova.

Combina poco in una partita decisamente sottotono, non riesce a spaccarla con la sua velocità.

( Mossa di Pulga che fa ampiamente capire quale sia l’intenzione del Cagliari. Lo svedese non si fa troppo notare)

Anche lui come Nainggolan lotta e combatte, ma non sempre con lucidità e gli manca la mira giusta.

Evanescente, si adegua ai ritmi di fine stagione. ()

 

Andujar; Alvarez, Bellusci, Spolli, Marchese; Izco, Biagianti (37′ st Salifu); Gomez, Castro (26′ st Doukara), Keko (37′ st Ricchiuti); Bergessio. (Frison, Messina, Augustyn, Rolin, Legrottaglie, Capuano, Cani, Petkovic). All. Maran 6.

Agazzi; Pisano (32′ st Cabrera), Rossettini, Astori, Avelar; Dessena, Conti, Nainggolan; Ibarbo (12′ st Ekdal); Pinilla, Sau (32′ st Thiago Ribeiro). (Anedda, Perico, Ariaudo, Casarini, Nenè). All. Pulga.

Arbitro: Valeri

Ammoniti: Cabrera (Cag), Nainggolan (Cag), Dessena (Cag), Bellusci (Cat), Pinilla (Cag), Ekdal (Cag)