Dall’eccellenza alla Serie A, dalla Puglia al Veneto. Il grande salto di Piergiovanni Riezzo, Nanni per gli amici, è di quelli da far tremare le gambe a tutti. Non a questo ragazzino classe ’94, tutto estro e velocità che nel campionato di Eccellenza ha mostrato qualità importanti tanto da portare il Chievo ad ingaggiarlo. Riezzo lascia la città di Manduria, dove con la Juniores è arrivato fino alla finale del campionato di categoria poi persa contro i liguri del Vado. Riezzo passa al Chievo Verona che ha sempre dimostrato di avere un grande fiuto per i giovani talenti. Giocare nelle giovanili del club veneto è sicuramente un grande orgoglio e chissà che un giorno mister Sannino, nuovo allenatore gialloblu, non decida di lanciare in prima squadra il giovane Riezzo. Proprio il talento pugliese ha parlato in esclusiva a Ilsussidiario.net, raccontando alcuni aneddoti e soprattutto il suo grande sogno nel cassetto.
Nanni, dall’Eccellenza alla Serie A. Sei conscio di questo grande salto? Sono felicissimo, ho sempre saputo che il lavoro e il sacrificio pagano sempre e infatti sto raccogliendo i frutti sperati. Ho sempre sperato di arrivare in alto.
Ora però arriva il difficile… Esatto, dovrò mantenere la solita umiltà che mi ha sempre contraddistinto. Voglio giocarmi bene le mie carte per cercare di farmi apprezzare al Chievo.
Il Chievo ha creduto più di tutti in te, come è nata la trattativa? Niente di particolare: un signore che mi segue da diverso tempo mi ha comunicato l’intenzione del Chievo di puntare su di me. Non ho un procuratore, per il momento preferisco restare così, per questo ho atteso il momento in cui mi hanno detto di firmare.
Su di te c’erano anche Gubbio e Parma? Di questi interessamenti non so nulla onestamente, posso solo dire che ringrazio il Chievo perché ha deciso di puntare su di me.
Descriviti come giocatore ai tifosi del Chievo Verona. Ho sempre giocato come esterno d’attacco ma anche come esterno di centrocampo. Mi piace fare gol quindi preferisco giocare come esterno in un tridente, ma ovviamente mi vanno bene tutti i ruoli, gioco dove decide il mister.
A quale giocatore ti ispiri maggiormente? Non voglio passare per un presuntuoso, ma io adoro Cristiano Ronaldo, è il mio giocatore modello. Ma devo dire che c’è un italiano che continua a sorprendermi.
Di chi stai parlando? Giaccherini, un giocatore che fino a pochi anni fa giocava in Serie C e oggi veste la maglia della Juventus e della Nazionale italiala. Il lavoro paga sempre, lo ripeterò sempre.
A proposito di Juventus, è il sogno di ogni giocatore. Anche il tuo? Certamente, anche perché io sono tifoso bianconero e chissà che un giorno non possa davvero arrivare a Torino. Ora però meglio concentrarci sull’avventura a Verona.
Lasci Manduria, una squadra, una città, che ti ha sempre voluto bene… E’ vero, mi hanno sempre trattato come uno di loro, un pupillo, forse perché hanno visto che in campo ho sempre dato l’anima.
Momento difficile per la società pugliese, rischia di fallire… Sarebbe un vero peccato: la cornice di pubblico che ho visto qui si vede raramente nei campionati di Eccellenza.
Hai giocato in Eccellenza segnando anche cinque gol, un ottimo bottino per un ragazzo del ’94… Si è vero, ho giocato tanto e ci siamo salvati miracolosamente. E’ stata una grande gioia. Il campionato di Eccellenza è durissimo, ci sono giocatori che hanno fatto carriera in Lega Pro, Serie B e anche Serie A. Non è stato facile ma ho rubato a tutti qualche segreto professionale.
Sei stato vicino a vincere lo Scudetto di categoria con la Juniores. Amarezza per la finale persa? Ovviamente sì, ma anche la soddisfazione di aver fatto un grande campionato con i miei compagni e il mister. Non scorderò mai i tifosi venuti a Roma da Manduria, un pubblico straordinario.
(Claudio Ruggieri)