Momento delicato in casa Livorno. La sconfitta in casa contro il Parma (0-3), la dodicesima in diciannove partite di campionato, è costata il posto all’allenatore Davide Nicola. In sostituzione è stato incaricato Attilio Perotti, che da direttore dell’aria tecnica della società è diventato il nuovo allenatore della squadra. Sarà l’uomo giusto per ripartire nel girone di ritorno? Intanto il presidente Spinelli ha minacciato di chiudere baracca e burattini a fine stagione: a suo dire la società non ha più soldi per assicurare tutti gli stipendi, servono 3 milioni di euro subito e ogni giocatore si può per questo considerare sul calciomercato. Per giunta il calendario non aiuta: nella prossima giornata gli amaranto affronteranno la Roma in trasferta. Per valutare la situazione in casa Livorno e la difficile situazione di calciomercato e societaria ilsussidiario.net ha intervistato in esclusiva Cristiano Lucarelli, bomber e simbolo della squadra dal 2003 al 2007 e nel 2009-2010. 
Crede che l’esonero di Nicola sia stato giusto, o comunque fosse inevitabile? Giusto no, per quello che il mister ha fatto l’anno scorso ma soprattutto perché il campionato del Livorno sta rispettando le attese, si sapeva che ci sarebbe stato da soffrire. D’altra parte mettendomi nei panni della società si può capire: magari il cambiamento può dare una scossa, non sarebbe la prima volta. Il problema però è che la squadra va rinforzata.
Attilio Perotti è l’uomo giusto per provare a dare questa scossa?
Me lo auguro. I presupposti sono buoni perché ha esperienza a livello generale, e conosce già l’ambiente e la personalità del presidente Spinelli. Oltretutto ha già salvato il Livorno nel 2012, quando rischiava di retrocedere dalla Serie B: ripeto i presupposti sono buoni, si può sperare.
Intanto il presidente Spinelli minaccia di lasciare a fine stagione per mancanza di soldi: crede a questa possibilità?
Più che altro c’è sempre il timore che il presidente possa decidere di lasciare ad un certo punto, ma non credo che la situazione attuale possa accrescere questa possibilità. Penso che quello di Spinelli sia stato uno sfogo, il presidente ha questo tipo di reazioni ma il suo intento è sempre quello di fare la cosa migliore per il Livorno.
Sul campo quale le sembra il problema maggiore della squadra?
Da quello che vedo la lacuna principale è offensiva: i giocatori ci sono ma si fa fatica a buttarla dentro.
Prima parlava del bisogno di rinforzi: sul calciomercato serve quindi un attaccante di peso prima di tutto?
Non voglio dare consigli anche perché non vivo la squadra dal dentro, il presidente e il direttore sportivo sanno come muoversi al meglio.
In questo momento qual è invece il miglior motivo di speranza per la squadra?
La speranza è che anche le squadre concorrenti non stanno facendo sfracelli, la corsa salvezza è ancora aperta, ci sono più formazioni in pochi punti e il quartultimo posto ne dista solo quattro.
Ha mai pensato di rientrare in società per dare una mano, o se il presidente la chiamasse?



Diciamo che più che un ruolo dirigenziale io desidero allenare. Attualmente mi considero un aspirante allenatore, poi vedremo cosa potrà succedere. Però devo cercare di rispettare le tappe prima di pensare ad un salto del genere.

Il Livorno ha cambiato allenatore nel giorno in cui un allenatore livornese, Massimiliano Allegri, ha perso il posto. Gli consiglierebbe di tornare a lavorare nella sua città per trovare un pò di quiete dopo la “tempesta”? No questo è fantacalcio, un allenatore come Allegri resterà ai livelli più alti. Non penso sia possibile che venga ad allenare a Livorno l’anno prossimo. 



Da ultimo vuole fare un appello ai tifosi del Livorno in questo momento non facile? Non ce ne sarebbe bisogno perché loro sono abituati a soffrire con la squadra, hanno questa capacità nel DNA. Quello che posso dirgli è di stare vicino ai ragazzi come sanno fare: il Livorno non è spacciato.

(Carlo Necchi)

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