Tre punti di piombo per il Chievo, che torna al successo dopo nove giornate e scavalca il Catania in classifica, risollevandosi dal trio retrocessione. I gialloblù salgono a quota 21, a +2 sul terzultimo posto del Livorno (20) mentre gli etnei restano fermi a 19. Al Bentegodi decidono i gol di Thereau su rigore, il quinto in campionato per il francese, e di Luca Rigoni (terzo sigillo) nella ripresa. Nella prossima giornata di campionato entrambe giocheranno domenica 2 marzo alle ore 15:00 Chievo di scena a Bergamo contro l’Atalanta, Catania a Marassi con il Genoa.



Confronto sempre aperto perché il Catania ha provato dall’inizio ad imporre un ritmo superiore, dal canto suo il Chievo non è rimasto a guardare e ha capitalizzato meglio le occasioni avute. La partita è stata equilibrata e punteggiata di azioni d’attacco, nonostante l’importanza della posta in palio lasciasse presagire una trama più bloccata e nervosa.



La squadra di Eugenio Corini ha subito (o lasciato sfogare) il Catania soprattutto nella prima frazione, ribattendo con azioni offensive sporadiche ma ben organizzate. Nonostante un inferiore possesso palla (44%-56%) e il minor tempo speso all’attacco (6’04” contro i 9’38” catanesi) il Chievo ha saputo convertire gli episodi a proprio favore, attaccando con maggiore efficacia e difendendosi con ordine. Per la cronaca il rigore concesso nel primo tempo è stato il primo di tutto il campionato: per fortuna Thereau non ha scordato come si fa. Interessante l’assetto con due ragionieri, Guana e Rigoni, e un trequartista d’occasione come Guarente che pur senza incantare ha saputo aiutare sia gli attaccanti che i colleghi più indietro.



Discorso inverso: i siciliani hanno gestito di più la palla e insistito maggiormente nell’offensiva, ma senza cavarne gol. Nel calcio è la prima legge: ha ragione chi segna e al Catania non è bastato un bel primo tempo nè 11 conclusioni totali per uscire dal Bentegodi con punti in tasca. Sono mancate alternative in grado di svoltare l’inerzia a gara in corso, e alla lunga la squadra si è sgonfiata arrendendosi al doppio svantaggio. Hanno influito anche le assenze di Barrientos e Leto, che solitamente rendono l’attacco più vario, così come quella di Almiron a centrocampo (Plasil è in calo rispetto ad inizio stagione). Il ko interrompe una serie positiva di 4 partite e riporta la squadra nel trio di coda. 

Corretto il penalty per il Chievo perché il tiro di Frey è diretto in porta, e Pablo Alvarez lo respinge con una mano. Sorvola però su un’entrata ai danni di Peruzzi nel secondo tempo, che poteva valere un secondo rigore; poteva anche espellere Rigoni che ha costretto Castro all’uscita in barella, dopo un contrasto troppo duro: per fortuna gli accertamenti successivi hanno escluso fratture per l’argentino, infortunio meno grave del previsto.

Chievo

Poco ma buono, come sulla fiondata di Bergessio nel primo tempo.

Procura il rigore con un bell’inserimento in area, in fase difensiva soffre quasi più Alvarez di Castro.

Guardiano sicuro, sempre al posto giusto nella sua area.

Qualche affanno in più nella marcatura di Bergessio.

Pur infastidito da Keko prova a spingersi in attacco, senza però riuscire ad incidere particolarmente. 

Un occhio a Lodi l’altro alle punte: pedina importante per gli equilibri di squadra, tre volte al tiro.

Non appariscente ma costante: aiuta Rigoni nello smistamento del traffico e si offre come appoggio per i compagni dal 73’BERNARDINI 6 Un difensore in più fa sempre bene quando sei sopra 2-0.

Giro palla semplice ma efficace, chiude il match gol un gol strano ma non per questo brutto, e comunque importante dal 79’RADOVANOVIC s.v. Dentro a giochi fatti.

Fallisce un’occasione ghiotta nel primo tempo ma è utile in entrambe le metacampo.

A fiammate ma sempre decisivo per il Chievo: movimenti scaltri e il rigore del vantaggio dal 54’STOIAN 6 Aiuta molto la fase difensiva, forse anche troppo: rischia un rigore su Peruzzi.

Sfiora il gol (Bellusci sulla linea) e si agita come suo solito, impegno indiscutibile ma fatturato più scarno.

All.CORINI 6,5 Chievo solido e cinico, l’ideale per salvarsi. 

Catania

Sorpreso dalla zuccata perfida di Rigoni.

Corre con facilità e partecipa all’azione, senza concedere molto in difesa.

Salva un gol sulla linea, compatte ed imposta: non demerita.

Più in difficoltà contro gli attaccanti del Chievo, non riesce a guidare il reparto.

Responsabilità spalmate sui due gol: commette il fallo da rigore e si fa anticipare di testa da Rigoni.

Dinamico ma meno nevralgico rispetto alle ultime partite, alla lunga si spegne.

Un bel sinistro alto di poco e tanti passaggi alla ricerca di luce, con risultati via via meno efficaci.

Agonismo e presenza ma li riversa soprattutto nel primo tempo, dopo l’intervallo cala dal 64’PLASIL 5,5 Poco dopo il suo ingresso il Cheivo raddoppia, e il Catania perde fiducia.

E’ un tipo frizzante e questo ormai si è capito, stavolta però trova scarsa collaborazione e finisce per spegnersi dal 61’FEDATO 5,5 Qualche segnale appena entrato, poi si adatta.

Una fucilata nel primo tempo, poi spara a salve: la difesa lo controlla bene.

Contributo offensivo scarso, può essere molto più deciso ed incisivo. Esce per infortunio: contusione dal 71’K.BOATENG 6 Prova qualche scatto per allungare la squadra.

All.MARAN 6 La squadra sa cosa fare ma non riesce a concretizzare.

 

Il tabellino

Marcatori: 37’rig.Thereau, 68’L.Rigoni

Chievo (4-3-1-2): Agazzi; Frey, Dainelli, Cesar, Drame; P.Hetemaj, Guana (73’Bernardini), L.Rigoni (79’Radovanovic); Guarente; Thereau (54’Stoian), Paloschi (Puggioni, Squizzi, Canini, Sardo, Rubin, S.Bentivoglio, Lazarevic, Obinna, Pellissier). All.Corini

Catania (4-3-3): Andujar; Peruzzi, Bellusci, Spolli, P.Alvarez; Izco, Lodi, F.Rinaudo (64’Plasil); Keko (61’Fedato), Bergessio, Castro (71’K.Boateng) (Frison, Ficara, Legrottaglie, Rolin, Gyomber, C.Capuano, Biraghi, Monzon, B.Petkovic). All.Maran.

Arbitro: Orsato (sezione di Schio)

Ammoniti: F.Rinaudo (Cat), P.Alvarez (Cat), Guana (Chi), Bergessio (Cat), L.Rigoni (Chi) per gioco scorretto.

Espulso: 42’Sardo (Chi) per proteste (dalla panchina)

 

(Carlo Necchi)