L’Atletico Madrid riesce ad eliminare il favorito Barcellona e ad accedere alle semifinali di Champions League. Al Calderon, dopo l’1-1 del Camp Nou, decide una rete di Koke al 5′. Nei Colchoneros grande gara dell’intero collettivo alimentato a dovere da un Simeone mostruoso che dalla panchina ha guidato i suoi passo dopo passo. Villa e Adrian sono stati devastanti mentre Tiago, Gabi e il man of the match Koke hanno recuperato palloni su palloni nel cerchio di centrocampo. Nel Barcellona pessima prova della difesa: imbarazzanti Mascherano e Jordi Alba, male Bartra e Dani Alves. Pinto ha salvato il risultato nella ripresa anche se in avvio non pareva sicurissimo. Messi un fantasma così come Iniesta. Si salva solo Xavi visto che che Neymar stacca la spina nella ripresa. La conduzione del fischietto inglese non convince in toto. Nel primo tempo l’intervento di Godin su Fabregas potrebbe essere da rigore così come la spinta di Mascherano su Villa. Episodi in cui sono comunque coinvolti i suoi assistenti. Per il resto regola bene i cartellini gialli.
L’Atletico Madrid deve mantenere l’importante pareggio ottenuto al Camp Nou la scorsa settimana per sfidare la storia e raggiungere le semifinali di Champions League. Nel primo atto finì 1-1 e al capolavoro di Diego rispose una prodezza di Neymar. Questa sera Simeone deve fare i conti con l’indisponibilità di Diego Costa, il suo giocatore chiave nonché capocannoniere della stagione dei Colchoneros; al suo posto, al fianco dell’ex di turno David Villa, c’è Adrian. In porta confermato come sempre Courtois, difesa a quattro con Juanfran, Miranda, Godin e Felipe Luis. A centrocampo troviamo una linea composta da Gabi, Garcia, Tiago e Koke. Davanti come detto Villa e Adrian. Il Barcellona risponde con il classico 4-3-3: tra i pali non c’è Valdes sostituito da Pinto. Quindi Dani Alves, Mascherano, Bartra (e non Piqué, altro assente illustre della serata) e Jordi Alba. Xavi, Iniesta e Busquets formano il midollo dei blaugrana con il tridente offensivo formato da Fabregas, Messi e Neymar. Chi pensava che fosse la squadra di Martino a tenere in mano il pallino del gioco si sbagliava di grosso. È invece l’Atletico a partire indemoniato con Raul Garcia (7) che, dopo aver ricevuto una rimessa laterale, difende palla al limite dell’area e lascia partire un sinistro che sorvola di poco la traversa di Pinto (5). Al 5′ arriva il gol del vantaggio dei colchoneros; Adrian (7) si beve un’immobile difesa blaugrana e spedisce da due passi sul palo. Dalla parte opposta, sulla sinistra, raccoglie Villa (7) che crossa in mezzo dove lo stesso Adrian sponda di testa per il liberissimo Koke (7,5) che insacca il tapo in del vantaggio. Il Vicente Calderon è una bolgia e i locali spingono ancora sull’acceleratore per chiudere la pratica al più presto. All’11 Busquets (4,5) perde un pallone banale al limite della sua area di rigore: Koke recupera e lancia Villa che non ci pensa due volte a calciare. Palo pieno a Pinto battuto. Un blackout della coppia difensifa Godin (6) -Miranda (5,5) regala però a Messi (5) un’occasione clamorosa al 12′: traversone di Dani Alves (4,5) per la Pulce che solo da posizione favorevolissima stacca di testa ma manda incredibilmente la sfera sul fondo con Courtois (sv) che non avrebbe potuto far niente. Ricomincia a macinare gioco l’indemoniato Atletico di Simeone che colpisce il terzo legno della serata con Villa il cui sinistro al volo coglie la parte alta della traversa. Il Barca si fa vedere con una magia di Neymar (6) al 24′. Il brasiliano salta due difensori con un gioco di prestigio effettuando anche un tunnel: sul susseguente rasoterra in mezzo Messi prova la girata che termina però sul fondo. Gli ospiti non riescono a perforare l’Atletico Madrid che con i suoi uomini forma due linee compatte pronte a ripartire a testa bassa. Gara fantastica giocata a ritmi altissimi. In 45′ una rete, tre legni e altre due occasioni enormi. Grande agonismo dei colchoneros. Esagerata come valutazione? Nemmeno per idea. Gli uomini di Simeone hanno messo in crisi la banda di Martino disinnescando Iniesta e Messi senza mai veramente soffrire. In più in zona offensiva gli uomini dell’Atletico sono uno spettacolo. Un indemoniato. A centrocampo recupera palloni sradicandoli dai piedi di Iniesta e compagnia con una facilità a tratti estrema. Segna una rete importante con un grande inserimento. Lui e Miranda hanno avuto tutto sommato una serata fin qui tranquilla. Resta la dormita sul colpo di testa di Messi per poco fuori e un rischio enorme al 42: l’intervento su Fabregas poteva costare il rigore per i catalani. Pessima prestazione dei catalani. In difesa non si salva nessuno mentre a centrocampo e in attacco il gioco latita. Martino deve fare qualcosa per salvare la qualificazione. Il brasiliano è l’unico che si rende pericoloso. Sulla sinistra mette in difficoltà i colchoneros ed effettua un paio di giocate d’alta scuola. Può e deve comunque dare di più anche lui. In difesa tutti raggiungono questo voto. L’argentino è stato però uno dei peggiori assieme a Bartra. Bucato continuamente dai rapidi inserimenti di Villa e Adrian. Serataccia da dimenticare per adesso.
La conduzione sarebbe stata ottimale se non ci fosse stata la macchia del presunto rigore non assegnaato al Barcellona nel finale del primo tempo. Il contatto di Godin su Fabregas c’era e permangono dubbi sulla decisione di sorvolare l’accaduto. (Federico Giuliani)
Atletico Madrid
Nel primo tempo avrebbe potuto prendere tranquillamente un “senza voto” visto che il Barcellona non lo ha mai impensierito. Qualche presa alta: un gioco da ragazzi per uno spilungone come lui. Nella ripresa decisivo al 47′ quando non si fa sorprendere da Neymar.
Dalle sue parti ci sono Neymar e Jordi Alba ma il primo è ben contenuto mentre il secondo si annulla da solo e non crea particolari problemi. Grande partita di contenimento.
Svolge al meglio il suo compito di centrale difensivo anche se a volte non mostra uno stile elegante nell’allontanare le minacce. La dormita sul colpo di testa di Messi abbassa il suo voto.
Il peggiore dell’Atletico Madrid ma siamo comunque sulla sufficienza. Dormita nel primo tempo sull’imbucata di Messi e rischia di causare un rigore inutile. Nella ripresa gioca leggermente meglio e riscatta gli errori citati.
Prova di altissimo livello per questo terzino capace sia di difendere che di attaccare con risultati ottimi. Polmoni e buon piede che creano delle situazioni interessanti .
Si esalta nella lota nel cerchio di centrocampo. Aiuta i suoi compagni in raddoppi intelligenti e commette pochi falli a dispetto dell’andata. Nella ripresa potrebbe chiudere il match ma fallisce il 2-0. Grande cuore per il capitano.
Un vero e proprio guerriero. La mediana è sua terra di conquista, sradica palloni a Iniesta e compagnia con una facilità a tratti sorprendenti. Fratello del giocatore ammirato ai tempi della Juventus.
Spende tutto nel primo tempo quando corre come un dannato e serve come può i suoi compagni in zona gol. Nella ripresa va in riserva e si limita a difendere come meglio può.
Restano impressi gli infiniti recuperi e l’inserimento per il gol dell’1-0. Non si ferma mai e all’80 corre come fossimo al 12′. Giocatore interessante destinato in breve a far impazzire il mercato europeo: ci scommettiamo?
L’ex della serata coglie due pali e manda in tilt la disastrosa coppia Mascherano-Bartra. Capolavori balistici i suoi tiri, ma la sfortuna non ha voluto sentir ragioni di farli entrare in porta. Avrebbe meritato almeno un gol ( In poco più di 10′ ha sul piede il pallone del 2-0 ma Pinto gli dice no. Gioca i minuti finali con agonistmo: quello che voleva Simeone).
Sostituisce Diego Coasta e non lo fa rimpiangere più di tanto. I tifosi dell’Atletico temevano per l’assenza del loro bomber invece lui ha dimostrato di essere un valido sostituo. Colpisce uno dei tre legni.
È lui l’artefice del successo dell’Atletico Madrid. Quando si è al cospetto di un allenatore simile non resta che inchinarsi e applaudire fino a spellarsi le mani. Con una squadra sulla carta inferiore a quella del Barcellona effettua un autentico capolavoro fra andata e ritorno. Incita i suoi dall’inizio alla fine. Tanto di cappello.
(Federico Giuliani)
Barcellona
Nel primo tempo traballa insieme a tutta la difesa ma nella ripresa si riscatta salvando almeno tre palle gol. Decisivo su Gabi, Diego e nel finale sul neo entrato Rodriguez.
Il terzino brasiliano non è più lui da un po’ di partite: che sia il caso di riposare in attesa dei mondiali? Sicuramente il ct carioca Scolari non sarà soddisfatto di questa preoccupante involuzione.
Perennemente in difficoltà viene beffato da ogni giocatore dell’Atletico. Non ha la rapidità quindi prova ad utilizzare l’esperienza ma contro gli indemoniati di Simeone non basta. Spettatore non pagante in occasione della rete di Koke. Di sale in altre circostanze.
A differenza di Mascherano ha l’attenuante di essere un ragazzino alle prime armi. Male in avvio poi si riprende o quantomeno evita di commettere errori macroscopici.
Non spinge quasi mai e in difesa soffre le pene dell’inferno. L’Atletico ha attaccato per lo più dalla sua corsia e lui non ha preso le giuste contromisure.
L’ultimo ad arrendersi. Nel secondo tempo dai suoi piedi partono palloni al bacio per i rari inseirmenti dei compagni. Sfiora il gol ma la difesa dell’Atletico si salva in corner.
Un disastro in mezzo al campo. Perde palloni banali tanto che da un suo errore per poco l’Atletico non fa secco per la seconda volta Pinto. Non si riprende dallo shock e va in tilt fino al 93′.
Strano ma vero: anche gli extraterrestri prendono una pausa. Questa sera non si è quasi mai visto e Martino decide di sostituirlo ( Ci si accorge di lui soltanto quando il tabellone segnala il suo ingresso in campo. Per il resto il suo apporto è insufficiente).
Troppo nervoso, non riesce mai a fare quello che gli chiede il suo allenatore: mai un taglio, mai una giocata. Alla lunga i difensori di Simeone capiscono le sue difficoltà e contenerlo per loro diventa facile ( Quanto meno prova a mettere in mezzo traversoni invitanti. Troppo poco però per arrivare al pareggio).
Un colpo di testa spedito a lato da distanza zero: no, non è da Messi. Si capisce subito che non è serata. La Pulce passa gran parte di match a passeggiare in mezzo a Miranda e Godin. Bocciatura preoccupante.
Un tempo bene, un tempo male. Da applausi il tunnel di suola sulla sinistra in avvio. Vicinissimo al gol con un colpo di testa in torsione.
Non riesce a trovare le contromisure o un antidoto per guarire il suo Barcellona dal calore del Vicente Calderon. Le prova tutte e addirittura toglie l’inamovibile Iniesta. Fallisce l’obiettivo Champions League.
(Federico Giuliani)