L’Italia che oggi incontra la Cina, martedì ha sfatato il tabù-Brasile, vincendo contro i sudamericani dopo ben otto anni. Una vittoria prestigiosa e pure importante per la classifica della Coppa del Mondo, che era iniziata male con la sconfitta contro la Russia. Il calendario prevedeva subito le due partite più difficili (intervallate dalla sfida contro l’Egitto), e gli azzurri ne sono usciti bene. Le possibilità di entrare tra le prime tre ed assicurarsi quindi già al primo tentativo il pass per Londra 2012 sono intatte, anche se tra gli uomini c’è più equilibrio che tra le donne. Abbiamo fatto il punto su questo inizio di Coppa del Mondo e sulla splendida vittoria contro il Brasile con uno dei membri della “Generazione di fenomeni” che hanno fatto la leggenda della nostra pallavolo: Andrea Zorzi. Intervista esclusiva per IlSussidiario.net.
Zorzi, come giudica il ritorno alla vittoria contro il Brasile dopo otto anni?
Innanzitutto, ne sono felicissimo. Siamo tornati a vincere contro il Brasile in una competizione importante, con le migliori squadre al mondo e in palio i primi pass per le Olimpiadi, e in una partita combattuta ed equilibrata fino all’ultimo punto, che è il modo migliore di crescere.
Possiamo dire che vale di più di una vittoria “facile”?
Sicuramente riuscire a vincere queste partite fa la differenza tra una buona squadra e una grande squadra, e sono appunto queste le partite che fanno crescere una squadra che è tutto sommato giovane, o per lo meno con non moltissima esperienza internazionale. Inoltre hanno giocato in tanti, segno che la panchina è lunga: aspetto importante in una Coppa del Mondo.
Bisognava anche sconfiggere anche un tabù contro il Brasile…
Sì, è certamente una vittoria importante anche dal punto di vista psicologico, è bello battere un rivale contro cui perdevi da tempo, ed è bellissimo averlo fatto dopo aver perso con la Russia.
Tra i singoli merita una citazione Lasko, è d’accordo?
La pallavolo è uno sport in cui la squadra è davvero fondamentale, non si può proprio vincere da soli. Detto questo, è giusto riconoscere che Lasko è stato fin qui straordinario, soprattutto nei momenti decisivi, rispondendo così alle critiche ricevute sul fatto che sparisse nei momenti caldi, e meritandosi i complimenti di Giba. Però una vittoria così importante è merito di tutti.
Solo Mastrangelo e Fei c’erano già nell’ultima vittoria contro il Brasile. Come procede il rinnovamento dell’Italia?
Direi molto bene, è un’Italia che è cambiata molto negli ultimi anni e che può avviare un nuovo ciclo, e Berruto mi sembra che stia gestendo tutto molto bene, ha il controllo totale della situazione.
Negli ultimi anni non sono mancati buoni risultati, però mancava continuità: è d’accordo?
Sì, l’Italia non è mai stata in crisi, però mancava spesso il giusto approccio alla partita e quindi non eravamo competitivi contro i più forti. L’argento europeo e ora la vittoria col Brasile ci dicono che siamo sulla buona strada per tornare ai massimi livelli, anche se i giudizi si danno alla fine.
Le piace la Coppa del Mondo, con la sua formula a girone e i ritmi massacranti?
Sì, mi piace, fa emergere i veri valori. In effetti, dati i ritmi e il numero di partite, è fondamentale avere una panchina lunga (e l’Italia ce l’ha). Russia e Brasile restano le favorite, ma Italia e Polonia saranno le loro rivali più pericolose.
Il calendario ci ha messo subito di fronte i più forti: meglio così o un approccio più morbido come per le ragazze?
Questo dipende da tante ragioni. Sicuramente l’Italia ha un calendario molto difficile all’inizio, ma abbiamo trovato subito un buon ritmo, e questo è fondamentale in un torneo in cui ogni giorno o giochi o ti sposti da una città all’altra. Vincere queste partite ti dà pure l’entusiasmo. Certo, manca il brivido dell’eliminazione diretta, ma è un torneo davvero importante, con grandissime squadre.
Tra queste sembra che stia entrando anche l’Iran: vuole dirci qualcosa sull’ultima creatura di Velasco?
Sono molto contento per Velasco, sta costruendo un’ottima squadra, anche se mi sembra che la Serbia sia in calo: loro erano migliori all’Europeo.
Un grave problema in una competizione in cui tutti sono forti, vedi l’Egitto che batte la Cina.
Esatto, il livello medio è davvero alto, anche in Africa si trovano buone squadre (e questo avvalora il netto successo azzurro sull’Egitto). Anche se tra gli uomini gli asiatici non sono forti come tra le donne…
A proposito, per chiudere è inevitabile chiederle un parere sul successo delle nostre ragazze.
Anche per questo sono molto contento, è stata inaspettata. Bisogna fare grandi complimenti a Barbolini e a tutto lo staff: sono stati superiori a critiche esagerate (a cui hanno replicato con grande eleganza), hanno dimostrato equilibrio e di avere in mano la situazione.
(Mauro Mantegazza)